Studenti News

Anche io aderisco al SISA

 

Aderisco al SISA perchè voglio far parte di una sindacato studentesco che tutela le ragazze e i ragazzi. Perché il SISA si impegna in campo civile, culturale, politico, nel volontariato sociale, dentro e fuori dalla scuola e dall’università. Aderisco al SISA perchè voglio battermi per i miei diritti di studente, perchè voglio una scuola pubblica, laica, multiculturale, aperta e gratuita. Perchè credo nel diritto allo studio. Aderisco al SISA perché mi riconosco nei valori del manifesto costitutivo del sindacato: Il SISA si impegna a promuovere la cooperazione e la coesistenza pacifica tra le persone e tra i popoli, nel rispetto e nella valorizzazione delle differenti culture, e la salvaguardia dell’ecosistema planetario, in un quadro di condivisione eco-sostenibile della terra e delle sue risorse. Il SISA si batte per la fine dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo e di ogni forma di prevaricazione. Il SISA si fonda sulla solidarietà e la collaborazione e agisce per l’affermazione della giustizia sociale e dell’uguaglianza. Il SISA si riconosce nel pensiero di don Lorenzo Milani, con il quale riafferma con decisione che “la selezione è contro la cultura”. Il SISA intende contribuire alla costruzione di una scuola e di una università, a partire dall’Italia e dall’Europa, fondate sulla libera ricerca, sulla relazione educativa, su una costruzione dei saperi profondamente radicata nella libertà d’insegnamento dei docenti e nella libertà d’apprendimento degli studenti. Il SISA opera nel rispetto delle culture, delle lingue, della creatività e in particolar modo della fantasia, nel solco di Gianni Rodari. Aderisco al SISA perché credo nei valori democratici sanciti dalla Costituzione nata dalla lotta partigiana, dalla Resistenza. Aderisco perché sono antirazzista, antifascista, pacifista. Aderisco al SISA perché credo sia giusto unire, per la prima volta in Italia, nello stesso sindacato, studenti, docenti, lavoratori della scuola e dell’università, cittadini democratici. Aderisco perché credo che insieme, nel solco di un impegno e di una lotta quotidiana per un domani più giusto e più solidale, possiamo dar vita ad un nuovo sindacato, in Italia e in Europa, che raccoglie sentimenti, passioni, sogni, speranze, in un progetto capace di futuro.

Temi di maturità 2010, gli studenti più saggi degli esaminatori

Di fronte ai temi della maturità 2010 la posizione del SISA è di sgomento, il tema sulla cultura politica, al di là della citazione di Mussolini, si chiude con papa Woytila, in un chiaro orientamento clericale, ben più preoccupante della scelta demenziale di proporre un tema sugli ufo o quello, per certi aspetti scontato data la temperie cultural-politica del ministero, seppur condannabile, di leggere la storia di Trieste e della regione giuliana secondo un approccio nazionalistico che parte dalle foibe, senza ricordare gli infoibati antifascisti che da inizio secolo sono stati vittime dei nazionalisti italiani, senza stabilire la necessaria distinzione tra antifascisti e fascisti, senza riconoscere agli sloveni che da sempre vivono in quella regione, diritti di memoria e di storia, loro che per primi e più di altri sono stati oggetto di violenza e non soggetto come appunto una certa fastidiosa retorica antislava cerca di far credere. Primo Levi e Italo Calvino proposti nella prima traccia sono poi assunti in forma astrusa, di fatto estranea al loro percorso culturale e letterario. A conferma di tracce mal poste, la ragionevolezza degli studenti, che hanno scelto solo nello 0,6 % dei casi il tema sulle foibe e Trieste e nel 37% quello dedicato alla ricerca della felicità, seconda scelta al 25% il ruolo della musica nella società contemporanea. I ragazzi dimostrano di essere infinitamente più saggi, ragionevoli e maturi di coloro che vorrebbero condurli acriticamente verso scelte preconfezionate.

 

24 giugno 2010

Il coordinamento

 

La Resistenza cancellata dai libri scolastici

Ecco la nuova “riforma” del ministro Gelmini

 

Il ministro della pubblica istruzione (in questo caso sarebbe più appropriato chiamarlo della pubblica distruzione della scuola italiana) ha deciso di cancellare ogni riferimento alla Resistenza Partigiana dai libri liceali. Questo è ovviamente un fatto gravissimo che mette in luce il disegno reazionario del governo: la riabilitazione storica del fascismo. Sono ormai dieci anni che attraverso le televisioni, i giornali e le case editrici, in larga parte controllate dal presidente del consiglio, si cerca di fare passare come veritiera una ricostruzione del ventennio totalmente propagandistica. Secondo tale versione dei fatti il fascismo sarebbe stato un fenomeno tutto sommato positivo il cui unico “errore” (sic!) sarebbe stato quello di allearsi con il nazionalsocialismo hitleriano e i suoi funesti progetti di sterminio. In questa ricostruzione propagandistica del regime mussoliniano vengono del tutto omessi fatti di importanza storica non secondaria come il genocidio coloniale in Libia ed in Etiopia oppure il trattamento riservato alle popolazione slave dei Balcani internate nei campi di concentramento di Rab e di Gonars, che nulla avevano da invidiare ai più tristemente famosi Dachau o Auschwitz. La nostra battaglia contro questa vera è propria controriforma non è solo di carattere storico e culturale poiché come diceva George Orwell nel celebre romanzo 1984: “chi controlla il passato controlla il futuro.”

 

31 marzo ’10

 

Gabriele Repaci

Responsabile Università SISA

Con le lotte europee, nelle piazze italiane, con gli stranieri, con gli studenti, nel solco di don Milani

 

Il SISA presente sabato 20 marzo 2010 in piazza a Roma, per l’Acqua pubblica, insieme ai movimenti, dal NoTav al NoDalMolin, e a Milano, insieme a Libera contro ogni mafia, comprese quelle profondamente radicate nelle piccole e grandi attività economiche del nord, esprime solidarietà con lo sciopero interprofessionale e in particolare dalla scuola promosso in Francia dalle forze sociali per il 23 marzo, ugualmente solidali con i movimenti di lotta greci che non arrestano la battaglia democratica contro ogni speculazione.

Intanto nella scuola italiana le quote Gelmini contro gli stranieri iniziano a penalizzare i ragazzi, il SISA sostiene i genitori che stanno promuovendo ricorsi contro le discriminazioni. Ugualmente come sindacato sosteniamo tutti i cittadini stranieri che si battono per restare, in linea con la Dichiarazione Universali dei Diritti dell’Uomo, in Italia a fianco dei loro figli che qui studiano, spesso con ottimi risultati scolastici.

Il SISA deplora infine il consiglio d’istituto del liceo di Romano di Lombardia che ha negato agli studenti il dibattito con un’associazione gay, invitiamo lo stesso consiglio d’istituto a cambiare il nome della scuola, oggi “don Milani”. Il grande pedagogista i dibattiti li promuoveva, non li negava, i genitori e i docenti si dovrebbero vergognare, perché nel loro comportamento di milianiano non vi è nulla, esprimiamo invece viva solidarietà agli studenti del liceo, i quali possano andare orgogliosi del nome del priore di Barbiana.

 

23 marzo ’10

il coordinamento

 

Contro la riforma Gelmini ...e non solo

Si preoccupano del nostro futuro dicono che siamo giovani disperati, senza amore per lo studio; che passiamo la nostra giovinezza a cazzeggiare, ma non si chiedono perché siamo così, che cosa non ci attrae della scuola. Siamo in un mondo che si  sviluppa e noi lo inseguiamo, ci  viviamo dentro; ma la scuola invece è rimasta sempre uguale, i metodi progrediscono lentamente e i tagli agli insegnanti e ai fondi per la scuola e l’università aumentano. È un mondo che gira al contrario, che chiede aiuto, e noi da soli non possiamo aiutarlo. Scendiamo in piazza urlando con tutto il fiato che abbiamo nei polmoni quello che vogliamo, quello che chiediamo, ma il ministro è sordo, si mette i tappi alle orecchie e discrimina maggiormente, accrescendo nella sostanza le differenze tra alunni. E sotto questo aspetto, da duri, vestiti alla moda, pieni di amici, gli studenti hanno paura, paura di un mondo che li boccia, che non vede i miglioramenti, che pensa solo ad andare avanti senza preoccuparci di lasciarci indietro.E vi ripeto che siete voi a dire che siamo ragazzi senza cuore, che pensiamo solo al sabato sera. Noi vorremmo solo che provaste in tutti i modi a capirci, provaste ad aiutarci, ad aiutarci a guardare oltre questa paura che è dentro di noi. La scuola può essere un luogo capace di avere senso per il nostro futuro e di tutti quelli che ci entrano ogni giorno. A patto che gli studenti vengano rispettati e ascoltati.

20 gennaio 2009

Matilde Scotti

coordinatrice studentesca SISA

Il preside, un educatore,

non un poliziotto

Riflessioni pedagogiche in solidarietà

con gli studenti dell’Artusi di Roma

 

 

Quando un preside denuncia i suoi studenti si crea una situazione anomala che ci deve far riflettere. Qual è il ruolo di un preside? Educatore o poliziotto? Facciamo l’ipotesi che il ruolo del preside sia principalmente quello di educatore, in quanto tale egli dispone, come suo strumento principale, della relazione educativa la quale si fonda sul rapporto di fiducia che si instaura tra l’educatore e gli studenti, si fonda su processi di reciproco investimento affettivo. Come educatore il preside inoltre si assume la responsabilità nei confronti dei ragazzi, sia riguardo il loro comportamento sia riguardo il loro benessere psicofisico. Egli ne tutela la sicurezza e li protegge da eventuali rischi di ogni ordine e grado, fisici e psicologici. Svolgendo questa funzione egli assume le competenze e i tratti tipici di un dirigente di struttura delegato a rappresentare una comunità dal punto di vista economico e legale nei confronti della società. Egli userà tali deleghe per operare per la tutela e salvaguardia dei suoi studenti.

Una perversione d’uso di questi strumenti di delega si riscontra invece nel preside poliziotto che intende il suo ruolo nei termini di sorvegliare e punire. L’oggetto della sua preoccupazione non è la tutela dei ragazzi e la rappresentanza degli insegnanti e dei genitori presso altre agenzie sociali, ma innanzitutto la tutela e la salvaguardia di sé stesso. Il processo di identificazione che egli consciamente o inconsciamente persegue non è operato, per meglio comprenderne i bisogni e i desideri, alternativamente, nei riguardi dei ragazzi, degli insegnanti e dei genitori, ma esclusivamente nei confronti di una astratta istituzione scolastica o al più nei confronti di coloro che al suo interno o presso altre agenzie sociali incarnano il potere.

Il preside quindi non riconosce più l’istituzione scuola come quella comunità educante composta, oltre che da lui, da docenti, studenti e genitori.

Di fronte a eventi eccezionali ma per nulla anomali nella vita della scuola come uno sciopero, un’assemblea, un picchetto, una occupazione o l’autogestione della scuola da parte degli studenti egli sarà assente, chiuso in un risentito e difensivo atteggiamento di attesa del ripristino di un ordine formale, o repressivo, per negare a sé stesso e alla società ogni evidenza di una vitalità della componente umana della scuola che esca dai ristretti parametri di una astratta e burocratica norma di buon funzionamento. Dalle testimonianze dei ragazzi e dei genitori della scuola alberghiera Artusi di Roma sappiamo che la “preside poliziotta” che ha denunciato i suoi studenti è stata sia assente, sia repressiva, in ogni caso profondamente incapace del proprio ruolo di educatrice. Perciò andrebbe invitata al più presto a rinunciare al suo ruolo, nel caso non avesse già provveduto a dare le dimissioni, per manifesta incapacità.

 

8 dicembre ’08 

 

 

Stefano Fregonese

 

Professore di Psicologia della Relazione Educativa

SISA Milano

 

Ragazzi dell’Artusi di Roma!

Il SISA è con voi!

 

 

Il Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente esprime la più assoluta vicinanza e solidarietà ai sedici ragazzi, maggiorenni e minorenni, dell’ Istituto Alberghiero Artusi di Roma denunciati del tutto ingiustamente dal Dirigente Scolastico.

I ragazzi infatti, insieme ai loro compagni, hanno semplicemente realizzato, con una larga partecipazione, l’occupazione della scuola.

Sono ragazzi che occupano perché si preoccupano.

Perché sanno, con grande senso di responsabilità, che solo impegnandosi per una scuola aperta, libera, pubblica e partecipata, solo cercando di essere studenti e cittadini consapevoli, fedeli alla Costituzione, che impegna ciascuno di noi alla piena affermazione del diritto all’istruzione, si può costruire il futuro.

 

Barbara Bernardi, responsabile SISA Roma, che a nome del sindacato è in contante contatto con i ragazzi ha realizzato il filmato

 

http://it.youtube.com/watch?v=5nVmEt4iAQQ

 

che spiega le ragioni dei ragazzi.

Come SISA siamo al loro fianco, pronti ad aiutarli in tutto ciò che sarà utile e necessario.

Invitiamo tutte le scuole, i collettivi, tutti coloro che si riconoscono nell’Onda a esprimere solidarietà ai ragazzi, scrivendo a

 

sisascuola@libero.it

 

o lasciando un commento sullo spazio SISASCUOLA di youtube.

 

http://it.youtube.com/user/SISASCUOLA

 

Insieme, perché il diritto ad esprimersi va sempre difeso.

Difendiamo insieme i ragazzi dell’Artusi di Roma!

 

 

30 novembre 2008

 

 

Il coordinamento

Davide Rossi – Laura Canella – Emilio Sabatino

 

 

Non si deve morire di scuola

 

Ascoltiamo sempre, da parte degli organi di informazione, discorsi contro gli studenti. Ascoltiamo sermoni e prediche contro i giovani per qualunque cosa facciano o qualunque comportamento decidano di tenere.

Poi capita, secondo il presidente del consiglio “per fatalità”, che un ragazzo muoia a scuola. Non per alcol, non per droga. Ma perché la scuola con tutto il suo peso di mattoni e calcinacci gli è piombata addosso.

Uno ucciso e molti altri feriti, anche gravemente.

Per noi studenti del SISA non si tratta assolutamente di un “caso”, di una “fatalità”.

Lo stato della maggior parte delle strutture scolastiche è drammatico e deplorevole.

Le amministrazioni locali non hanno, a causa dei fondi a loro disposizione sempre più ridotti, margini d’azione.

Il governo in carica, per quanto cerchi di arginare la rabbia e le proteste, entrambe giuste, con promesse tutte da mantenere e de verificare, ha tagliato con la legge Gelmini ben otto miliardi al bilancio della scuola.

La sicurezza, la messa a norma, il rispetto delle leggi sulla sicurezza non sono variabili secondarie, sono la condizione minima di civiltà perché studenti e insegnanti possano entrare serenamente a scuola ogni mattina.

Per queste e per mille altre ragioni l’Onda studentesca lotta ed è in lotta.

Chi ci toglie il futuro sforbiciando la scuola, poco e nulla si preoccupa del fatto che la vita stessa possa essere spezzata e cancellata per colpa di edifici scolastici fatiscenti e pericolosi.

Lottare per una scuola capace di futuro significa lottare prima di tutto per una scuola che non metta in pericolo la nostra vita.

Come SISA invitiamo tutti gli studenti a mobilitarsi per denunciare le scuole che possono essere pericolose.

Che i docenti si uniscano a noi, in una battaglia che è prima di tutto l’affermazione del diritto alla vita, premessa indispensabile, ma purtroppo non sempre scontata, del diritto all’istruzione.

 

24 novembre ’08

 

 

 

Laura Canella

Coordinatrice studentesca

Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente

 

12 novembre ’08

In Onda anche questa settimana

 

Venerdì 7 novembre ’08 cortei e manifestazioni studentesche in tutta Italia, rilevanti a Milano e Roma. Scuole occupate, autogestite, cogestite, in alcuni casi per la prima volta dopo più di vent’anni. Ragazze e ragazzi, che mai lo avrebbero immaginato, solo pochi mesi fa, portano a scuola i sacchi a pelo, passano la notte discutendo di riforme e del futuro che non solo li aspetta ma che sono chiamati a costruire, a decidere perché altri non decidano per loro.

A Milano al Tito Livio, tra gli occupanti ragazze del SISA, hanno assistito alla inqualificabile aggressione condotta da alcuni genitori contro gli studenti in occupazione. Il diritto allo studio è la prima preoccupazione dei ragazzi dell’Onda, perché una scuola dequalificata e immiserita, come propongono i tagli del governo, non è certo capace di garantirlo.

L’Onda è in movimento e non ripiega, l’attacco alla scuola è solo minimamente ritoccato o rinviato dai decreti attuativi del ministro Gelmini. Gli studenti pongono, soprattutto ai docenti, una richiesta chiara, quella di continuare un impegno e una mobilitazione. Occorre tornare unitariamente in piazza.

Intanto insieme all’università, che manifesta venerdì 14 novembre, come SISA saremo presenti.

Domenica 16 novembre alle ore 17.30 in vicolo Calusca a Milano, riunione del SISA Studenti, per riflettere insieme, confrontarci, decidere insieme come continuare. Abbiamo detto e gridato nell’ultimo mese che “non è che un inizio”, dobbiamo pensare a come continuare questo straordinario movimento di civiltà.

 

10 novembre ’08

 

il  Coordinamento

 

 

 

 

Occupazioni e autogestioni nelle scuole di tutta Italia

 

Una voce dall’Onda

 

Novembre conferma l’Onda. Scuole occupate e autogestite in ogni città, a Milano si sta raggiungendo, in questa prima settimana di novembre, un livello di mobilitazioni del tutto nuovo e superiore ad ogni previsione. I ragazzi chiedono e pretendono il diritto al futuro.

Proprio un ragazzo, uno dei tantissimi che con entusiasmo, serietà, passione, sta costruendo questo meraviglioso movimento di civiltà che è l’Onda, mi ha scritto una mail.

Ne riceviamo tante come SISA, chiedono e danno consigli, lanciano appelli e idee, ma questo riassume per intero la forza delle ragioni, la riscossa etica, la consapevolezza di queste ragazze e questi ragazzi maturi ben oltre la loro minore età.

Nicolò ha ricevuto una mail con un allegato che “spiega” – secondo i suoi estensori - le ragioni della Gelmini, in realtà è un testo che, attraverso un uso sapiente dei numeri, cerca di dimostrare il contrario di quello che accadrà.

La signora che scrive a Nicolò, madre di un suo compagno di liceo, commenta: “Basta bugie! … Basta con questa storia che la riforma Gelmini vuole distruggere la scuola. Basta essere trascinati come pecoroni da gente che vuole solo creare disordini!”

A Nicolò, ai milioni di studenti delle superiori che stanno creando in migliaia di scuole momenti di dibattito, confronto, protesta, va tutta la nostra vicinanza, disponibilità, solidarietà e un abbraccio grande, perchè nella loro lotta si riconoscono le donne e gli uomini, i cittadini italiani che credono possibile costruire e difendere il domani.

 

Davide Rossi

5 novembre ’08

 

Ecco di seguito la mail ricevuta da Nicolò:

 

Mi è arrivata questa e-mail da una mamma di un mio compagno. e mentre la leggevo (e ridevo) ho pensato di inoltrartela, Davide propongo di rispondere a tutte queste falsità!!!!!!!! e spiegarle che se vuole un futuro per i suoi figli non può appoggiare questo decreto e questa politica. e basta strumentalizzare sempre tutto!!!!!! Questo movimento ha poco a che fare con centri sociali o estreme sinistre, è un rivolta pacifica che parte dalla sensibilità e dalla consapevolezza di noi studenti genitori insegnanti che non ci stiamo ad un futuro che ci viene tolto. Si invita anche questa simpatica signora, che credo sia una delle poche a credere ancora alle balle che ci vengono quotidianamente propinate dal ministro e dal presidente del consiglio, a vedere con i suoi occhi la marea colorata di persone che ha invaso e invaderà ancora e pacificamente Milano e tutte le città di Italia e a ripetere, se avrà il coraggio, che sono solo alcune migliaia di persone contro “la maggior parte degli studenti che vogliono studiare” (ma dove vive questa?). non ci hanno fermato e non ci fermeremo.

 

 

 

Rendere gli studenti protagonisti,

 l’esatto contrario del metodo Gelmini

 

 

Disciplina, ordine, rigore, contegno in classe, ripristino del voto di condotta punitivo. Questo offre il ministro Gelmini per gli studenti. Punire insomma, non aiutare a diventare cittadini. Ritenerlo grave è poco. È più che grave. Siamo di fronte non ad una controriforma, ma ad un deliberato progetto reazionario e devastatore, una volontà di trasformare le scuole in caserme, di impiantare tra le mura della scuola, che dovrebbero vivere di educazione, di relazione, di rispetto, di scambio, umano, culturale ed emotivo, la logica dello: “zitti e obbedire! Parlare solo se interrogati.” Che ci sia stato un evidente declino della scuola, una drammatica deriva verso una trasformazione in contenitore a ore di persone, docenti e studenti, rinunciando ad essere luogo promotore di apprendimenti e di costruzione dei saperi lo sappiamo. Ma se questa è la deriva certo il metodo del bastone senza la carota del ministro è inutile e controproducente. Da dove partire allora? Certamente non è facile. Ma compito primo della scuola è quello di saper essere un luogo riconosciuto dai ragazzi come un momento che ha un senso nella loro vita. Oggi la scuola conta solo come momento aggregativo, i ragazzi ci vanno perché socializzano, se la scuola si fa più autoritaria cresceranno solo gli abbandoni e la dispersione. Un ben drammatico risultato sarebbe cacciare ragazzi vittime di una sottile selezione, ma don Milani ha scritto a chiare lettere due concetti: la selezione è contro la cultura, l’obbedienza non è più una virtù.

Il problema della scuola allora non è quello di abbattere il suo ruolo di socializzazione con la riproposizione  della disciplina, ma di associare alla socializzazione una riscoperta del senso stesso della scuola. I docenti devono poter essere messi nella condizione di poter fare gli insegnanti. Questo il punto cruciale. Si è molto parlato di autonomia ma da dieci anni è una drammatica autonomia della miseria, economica, pochi soldi, e progettuale, ingabbiata dai vincoli nazionali.

Sia data ai docenti la libertà d’insegnamento, di percorrere quelle strade che sentono necessarie per riattivare l’interesse e la partecipazione degli studenti, sia restituita agli studenti la fiducia nella scuola, nella possibilità di poter imparare qualcosa che serva loro, che apra nuovi orizzonti, che li aiuti nella costruzione del domani. Che alla libertà d’insegnamento dei docenti venga posto come solo limite la libertà di apprendimento degli studenti, ovvero il diritto di essere protagonisti del loro percorso scolastico, di costruttori dei saperi e non di passivi recettori di una sempre più inutile ed evanescente trasmissione di conoscenze, mal recepite perché prima di tutto non condivise.

La sola speranza per la scuola italiana come per quella europea non è la riscoperta di una obbediente disciplina, ma quella di percorrere, al più presto possibile, la strada della libertà d’insegnamento dei docenti e della libertà di apprendimento degli insegnanti.

 

14 settembre ’08

 

Il coordinamento SISA

 

 

 

NOVEMBRE 2007

 

Lottare, ora e subito!

Il SISA e la giornata mondiale di mobilitazione studentesca

 

Noi ragazze e ragazzi crediamo che  la scuola pubblica debba continuare ad essere la parte più importante e significativa del sistema d’istruzione italiano. Siamo quindi preoccupati di fronte a tutte quelle decisioni che aumentano in maniera non proporzionale i contributi alle scuole private. La scuola privata, inoltre, rappresenta una proposta monoculturale, infatti gli insegnamenti sono orientati alla cultura alla quale si ispira quel tipo di scuola; nella società di oggi, invece, è opportuno confrontarsi tra più culture, più sensibilità e più idee. Solo così la scuola potrà aiutarci ad essere cittadini responsabili, capaci di capire e interessati a conoscere. Bisogna certamente migliorare l’insegnamento delle materie scientifiche, restituendo loro l’interesse che solo può venire da un metodo più coinvolgente, nello stesso tempo in Italia non si deve abbandonare l’importanza delle materie umanistiche. Solo se gli studenti saranno protagonisti, coinvolti nell’organizzazione della scuola, la scuola potrà rispondere alle domande di trasformazione e miglioramento. Occorre che le ragazze e i ragazzi sentano la scuola come propria, se invece la detestano, non potranno che cercare una forma di liberazione distruggendola. I fenomeni estremi di devastazione e di bullismo sono una risposta ad una scuola che non permette e non consente la critica. La critica e il confronto sono, invece, le sole strade possibili per costruire una scuola migliore. Noi studenti che partecipiamo al progetto del SISA (Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente) vogliamo lottare perchè questa scuola migliore sia costruita su idee di uguaglianza e di partecipazione, ora e subito.  Con queste idee e con questi sentimenti partecipiamo alla giornata mondiale degli studenti del 17 novembre ’07 e invitiamo a partecipare alle manifestazioni che si tengono in moltissime città italiane.

 

Milano, 14 novembre ’07

 

Laura Canella

A nome delle studentesse e degli studenti medi e superiori aderenti al SISA

www.sisascuola.it