Scuola News
SPECIALE SISA ELEZIONI RSU 2022
Il SISA pronto alle elezioni RSU 2022
La presentazione della lista RSU è semplice. Occorre almeno un candidato, meglio due, i quali possono essere anche sottoscrittori della lista. Un presentatore della lista che è ovviamente
sottoscrittore ma non è candidato. Occorre un numero di firme di sottoscrizione pari al 2% dei dipendenti, docenti e ATA (per cento lavoratori 2 firme, per 150 ne servono 3, 4 per 200). Bastano
quindi tre persone per presentare una lista. Qui sotto trovate il modulo di presentazione da compilare, e i due allegati dell’ARAN da accludere alla presentazione. Tutte e tutti i lavoratori
della scuola che si riconoscano nel manifesto costitutivo del SISA possono candidarsi a nome del SISA, anche se non sono iscritti, a patto che comunichino al coordinamento nazionale la decisione
di presentare una lista SISA alla mail sisascuola@libero.it alla quale potete scrivere anche per ogni necessità.
Materiali afferenti alle attività svolte nei primi anni del sindacato
Cordoglio per Gino Giugni
Il SISA saluta il socialista Gino Giugni, l'uomo che ha dato ai lavoratori italiani quella legge 300 del 1970, dal titolo "Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell'attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento", è quello Statuto dei lavoratori nei quale il nostro sindacato si riconosce e che troppi e da troppo tempo attaccano e vorrebbero distruggere.
5 ottobre 2009
Il coordinamento
SISA solidale con gli operai della INNSE di Milano
Il 10 agosto il segretario del SISA Davide Rossi si è recato in via Rubattino a Milano per esprimere piena e incondizionata solidarietà ai lavoratori della INNSE in lotta per il loro futuro. La loro è una battaglia di dignità, per il lavoro, per il domani. Con la quale hanno dimostrato e dimostrano che battersi per i diritti costituzionali è non solo giusto, ma necessario.
il cordinamento
Sottoscritto il Patto di mutua collaborazione tra Unione Sindacale Italiana – USI AIT Sindacati Scuola e Università e Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente.
ne riportiamo di seguito il testo:
L’USI AIT Scuola e l'USI AIT Università che fanno riferimento alla Confederazione USI AIT e il SISA sottoscrivono un patto di mutua collaborazione con l'intenzione di promuovere il reciproco sostegno e la collaborazione nell’azione sindacale e culturale per la scuola e per l’università, riconoscendo la sostanziale unitarietà degli obiettivi perseguiti, nella ricchezza e pluralità di storie, percorsi metodi e culture che caratterizzano le due organizzazioni.
I SINDACATI SCUOLA e UNIVERSITA' dell'USI AIT e il SISA si riconoscono infatti nel metodo libertario e in un comune impegno per una scuola, una università e una società migliori, nelle quali i diritti sociali e civili possano rappresentare una conquista durevole e la base per una convivenza fondata sul rispetto degli inalienabili valori di giustizia e libertà di ciascun essere umano.
L'USI AIT Scuola e l'USI AIT Università e il SISA – fatta salva la rispettiva e inalienabile autonomia e indipendenza - ritengono opportuno procedere nella reciproca e costante informazione e nella promozione di iniziative unitarie di formazione e di lotta, nonché di forme di solidarietà e mutuo sostegno.
Roma
15 giugno 2009
per l’USI AIT Scuola e l'USI AIT Università
Claudia Santi
per il
Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente
il segretario generale
Davide Rossi
23 maggio
Grande manifestazione antirazzista per l'amicizia e la solidarietà tra i popoli a Milano, "Basta paura, basta Maroni! Siamo tutti clandestini!" queste le parole che da Centrale a Duomo donne e uomini di tutto il mondo e italiani hanno scandito, insieme, per rivendicare spazi di democrazia, di rispetto per tutte e tutti i migranti, di convivenza democratica concreta e vissuta.
SISA nelle piazze
15 – 19 - 23 maggio
per la scuola e l’università, contro il G8,
per la solidarietà contro ogni razzismo
A Riga il SISA ha partecipato alla manifestazione per il 9 maggio, “Dien Pabiedi”, ovvero giorno della Vittoria sul nazifascismo ed espresso piena solidarietà a quella metà della comunità russa lettone, tra molti giovani, studenti e lavoratori, ben 360mila persone, a cui non sono riconosciuti i diritti civili, puniti solo perché chiedono di essere rispettati come minoranza e non vogliono essere forzatamente assimilati. Sostegno e solidarietà anche a Giulietto Chiesa che abbiamo incontrato nel corso della campagna elettorale che lo vede candidato per il parlamento europeo nella nazione baltica.
Nelle università francesi continua da mesi un’intensa battaglia per una maggiore democrazia e il diritto allo studio, agli studenti e ai docenti il gruppo SISA Parigi ha confermato ancora in questi giorni comunanza di analisi e condivisione delle richieste avanzate.
Anche in Italia si annunciano momenti di lotta e di mobilitazione.
Venerdì 15 maggio è giornata di sciopero della scuola e dell’università. Il SISA sarà presente a Bruxelles con il segretario generale Davide Rossi e il gruppo SISA Belgio alle 12.30 alla stazione Nord, nella manifestazione europea indetta non solo dai sindacati confederali europei, che contestiamo nel merito e nella sostanza, ma dai comitati di lavoratori in lotta che chiedono spazi per l’autorganizzazione, a Milano con il SISA Studenti, guidati dalla responsabile cittadina Alessia Fregonese, con ritrovo alle 9.30 in Cairoli, a Roma con il SISA Precari e la responsabile Barbara Bernardi, ritrovo ore 10.30 in piazza Navona.
Le ragioni per manifestare sono ampie, la scuola e l’università sono aggredite da tagli, ridimensionamenti, in un quadro generale di svuotamento del loro ruolo educativo. E mentre 60mila lavoratori della scuola saranno per strada dal primo settembre, un gruppo di parlamentari ligi agli ordini che arrivano da oltre Tevere, hanno approvato l’aumento dei fondi per le private. Una scelta vergognosa e anticostituzionale.
La scuola in cui crediamo, quella che si riconosce nella libertà d’insegnamento e nella libertà di apprendimento, scenderà in piazza chiedendo ancora una volta la revisione totale dei progetti Gelmini e le dimissioni del ministro.
Il SISA sarà inoltre presente nei due più importanti appuntamenti di settimana prossima, ovvero la manifestazione NoG8 per l’università a Torino martedì 19 maggio e sabato 23 maggio alle ore 14.00, per la manifestazione nazionale dei migranti, dei meticci e di tutte e tutti gli antirazzisti, che partirà dalla stazione centrale di Milano.
Un impegno sindacale e civile nel solco del primato della civiltà e della convivenza democratica, che vuole coniugare le ragioni della scuola e dell’università con quelle di un progetto di società capace di rispettare senza esitazione la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.
14 maggio ’09
il coordinamento
Rodolfo Simone responsabile del SISA Puglia
Rodolfo Simone, diplomato magistrale, genitore democratico, responsabile di una piccola attività nella natia Manfredonia (FG) ha accettato di diventare responsabile del SISA per la regione Puglia. Nel ringraziarlo e nell’augurargli buon lavoro, il coordinamento si impegna a incontrarlo al più presto per rinnovare i vincoli di amicizia e collaborazione.
Franceschini un sindacato di poveri e per i poveri c’è, il nostro
Gentile Franceschini, nel corso della trasmissione “Ballarò” del 5.5.2009 lei ha affermato: “i poveri non hanno un sindacato.” Un’affermazione forse vera per chi non li rappresenta, ovvero i sindacati confederali e corporativi. Una frase del tutto non aderente al vero per noi del SISA.
Non è vero Franceschini, i poveri hanno un sindacato. Il nostro. Il SISA è un sindacato povero fatto di poveri, di precari che non hanno da sopravvivere perché vivono con 100 euro al mese ovvero il magro risultato di due o tre giorni di lavoro su trenta, un sindacato di poveri, perché poveri sono i nostri studenti, che credono possibile il loro riscatto attraverso la conoscenza, da cui sperano di accedere non al benessere, ma al diritto, che dovrebbe essere inalienabile, alla dignità. Poveri sono quei genitori e quei cittadini democratici che si riconoscono nel nostro progetto e che hanno aderito al Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente perché sanno quanto sia importante la difesa di valori e diritti che si riconoscono nella convinzione di don Lorenzo Milani: battersi a fianco degli sfruttati contro gli sfruttatori e contro ogni selezione.
Franceschini prossimamente, dopo le elezioni, possiamo incontrarci e siamo disponibili a illustrarti le nostre idee e le nostre lotte, quotidianamente e convintemene a fianco dei poveri, di quanti - come noi - credono comunque possibile una trasformazione radicale della società.
6 maggio ’09
Davide Rossi
Segretario generale
25 Aprile e Primo Maggio,
imprescindibili per il SISA
Le ragioni della lotta partigiana, della libertà riconquistata contro il nazifascismo, sono quelle fondative della Repubblica Italiana e della Costituzione. Eppure ogni giorno la memoria di questa lotta e le leggi e i valori che ne sono scaturiti, la legalità, la giustizia, i diritti civili e sociali, il rispetto per l’ambiente, l’autonomia e l’indipendenza dell’informazione, vengono violati. Morti sul lavoro, ecodisastri, terremoti che diventano tragedie perché si costruiscono case con la sabbia, corruzioni e mafie. Occorre ribellarsi.
La scuola si prepara ad un anno scolastico 2009/2010 durissimo, con classi più numerose in totale violazione della cubatura per studente che impone due metri quadrati a testa, con un taglio abnorme delle cattedre e la conseguente espulsione di più di 40mila docenti e diecimila ausiliari, tecnici e amministrativi. Un’ecatombe che ha come obbiettivo l’eliminazione di lavoratori che nella scuola sono presenti, come precari abilitati e non abilitati, da anni e anni e l’inevitabile peggioramento delle condizioni nelle quali docenti e studenti sono chiamati a costruire i saperi, perché classi da trenta o quaranta ragazzi sono la drammatica premessa per la distruzione di qualunque relazione educativa. L’università ugualmente subisce tagli alle risorse e alla ricerca, numeri sempre più chiusi in cui prevale la selezione e la raccomandazione, l’esatto opposto di atenei che siano capaci di applicare e rispettare il diritto allo studio.
Ugualmente il primo maggio, giornata internazione di lotta per i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori è l’occasione per riaffermare valori universali che ci impongono di guardare a tutta la terra come un ecosistema sostenibile, lottando perché tutte e tutti, nel Nord e nel Sud del pianeta, possano emanciparsi abbattendo ogni forma di sfruttamento e di prevaricazione.
Due giorni imprescindibili nei quali il SISA, Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente, si mobilita. Il 25 aprile a Milano con l’ANPI, con partenza alle ore 14.00 da porta Venezia. Il primo maggio a Milano, dentro l’Euro May Day, con le nostre voci, le nostre idee, la nostra musica, quella delle Pile Up, gruppo pank-rock composto per intero da sindacaliste studentesche, insieme alle voci dei giovani e dei precari, delle donne e degli uomini che già qui e ora rappresentano un Italia multiculturale, aperta e dialogante che riconosce nella solidarietà la strada per costruire il domani.
23 aprile ’09
Davide Rossi
Segretario generale SISA
Terza assemblea generale del SISA
Ordine del Giorno
- Relazione del segretario generale sull’attività svolta, sulle iniziative in corso e già in programma, sulle prospettive dell’organizzazione a un anno e mezzo dalla fondazione
- Dibattito sulla situazione generale della scuola e dell’università in Italia e in Europa (dal decreto Aprea alle normative europee)
- Relazione di Barbara Bernardi sui movimenti dei precari e le azioni di lotta
- Informazione sulla situazione dei gruppi SISA in Italia e in Europa, sviluppi e iniziative, e sulle collaborazioni in Italia, in Europa e a livello internazionale.
- Informazione rispetto agli incontri regionali già tenuti e a quelli in programma
- Informazione in merito al Primo maggio a Milano
- Programmazione della partecipazione alla due giorni milaniana a Barbiana 30 e 31 maggio 2009
- Programmazione della partecipazione al NoG8 italiano / Sardegna 7- 12 luglio 2009
- Organizzazione per la partecipazione alla manifestazione di Genova del 20 luglio 2008
- Assegnazione degli incarichi di lavoro e adempimenti statutari, ratifica della nuova coordinatrice studentesca e conferma del coordinamento
- Approvazione delle attività culturali ed editoriali del SISA o in collaborazione con enti e associazioni culturali
- Proposte di formazione interna
- Proposta di formazione congiunta con il SISA Svizzera per settembre
- Posizione SISA rispetto alle elezioni RSU della scuola dell’a.s. 2009/2010
- Approvazione bilancio
- Varie ed eventuali
Alla presenza del coordinamento del SISA, dei rappresentanti di gruppi locali e di una delegazione del SISA Svizzera, composta da Max Ay, Mao Tagliaferri, Piero Pagliarani e Andreas Arnold si è svolta la III assemblea generale del SISA a Milano presso la sede per l’Italia, in data primo maggio ’09, aperta alle ore 18.00.
Alla relazione del segretario generale è seguito un ampio dibattito che ha evidenziato i gravi problemi che dovranno essere affrontati tanto dagli studenti quanto dai docenti a tempo indeterminato e precari. Tra gli argomenti affrontati la grande capacità di crescita dell’organizzazione che tuttavia ha nella sua anomalia, ovvero l’essere formata da docenti, studenti e genitori e cittadini democratici, la sua forza - e al contempo - se non una debolezza, certamente una difficoltà nel farsi percepire e capire. Il segretario generale sottolinea tuttavia che proprio la novità del SISA, la sua capacità di superare schemi e divisioni tra chi nella scuola vive e lavora, ci permettono di trasmettere un messaggio più aderente alla realtà, più capace di offrire interpretazioni coerenti e proposte ragionevoli. Sul tema dei precari, si è sottolineato l’ottimo lavoro promosso dal gruppo SISA Precari e dalla sua responsabile Barbara Bernardi, in merito si è deciso di studiare azioni di lotta che diano visibilità alla proposta del sindacato di riconoscere il diritto all’accesso a forme abilitanti per tutti coloro che abbiano almeno un giorno di servizio come ATA o docenti. I precari italiani sono un patrimonio della società nel suo insieme, volerli espellere, come intende il governo, dal mondo dell’istruzione è un’azione grave che va contrastata in ogni modo.
Sui temi dell’aggressione alla scuola mossi attraverso il decreto Aprea e i progetti Gelmini il SISA si è mosso sempre tempestivamente con analisi, critiche e controproposte. Per l’assurdo numero di trenta e più alunni per classe il SISA invita ad appellarsi alla legge sulla sicurezza nei luoghi di lavoro che stabilisce in forma inequivocabile e non discutibile come in un aula ogni persona debba avere a disposizione due metri quadrati, il che significa che in un’aula di 50 mq possono esserci 24 studenti e un docente. L’applicazione di tale normativa deve essere stringente e tutti i rappresentanti del SISA sono chiamati a verificare e farli applicare sin da subito, in modo da vincolare la formazione classi per il nuovo anno scolastico.
In merito alle elezioni RSU il SISA valuta che rispondano ad un criterio poco democratico, poiché le elezioni avvengono solo nelle singole scuole. Il SISA reputa che tali elezioni dovrebbero invece avvenire su tre livelli: di scuola, provinciale o regionale e nazionale. Di fatto ai lavoratori è impedito di scegliere chi li rappresenti ad un livello superiore a quello della singola scuola. Il sindacato decide quindi di dare piena libertà ai suoi iscritti di candidarsi presentando liste SISA, tale scelta rientra nella libertà dei singoli e l’organizzazione darà tutto il supporto necessario a chi la compie. In quanto SISA tuttavia non faremo pressione in questo senso nei confronti dei nostri iscritti e invitiamo ATA e docenti a riflettere su uno strumento di partecipazione che, a nove anni dalla sua nascita, mostra limiti superiori ai margini di manovra, partecipazione e autorganizzazione che permette. Tali elezioni confermeranno la rappresentatività dei soliti sindacati e non la riconosceranno ai sindacati di base che nella realtà sono una voce importante del panorama democratico della scuola italiana. Siamo comunque consapevoli che le lotte condotte nei nostri primi due anni di vita e quelle che condurremo nei prossimi anni testimonino largamente di una “rappresentatività” non amministrativa, ma reale, costruita con gli studenti, con i cittadini e i lavoratori della scuola che si riconoscono in un impegno quotidiano per una scuola partecipata, fondata sulla relazione educativa, la libertà di insegnamento e di apprendimento. Una rappresentatività che proprio per la novità della nostra organizzazione, che unisce studenti e docenti e cittadini democratici, è difficilmente riconducibile al voto dei soli docenti e ATA della scuola.
L’assemblea ha ratificato la nomina della nuova coordinatrice studentesca Noemi Lanzani, come deciso in data 24 aprile 2009 dal SISA Studenti. Chiara Carlini del Liceo Tito Livio assume l’incarico di responsabile regionale lasciato vacante da Noemi Lanzani.
Viene presentato un ampio resoconto delle relazioni bilaterali con il sindacato RAS, Rinnovamento dell’Azione Sindacale, della Repubblica Democratica del Congo, guidato da Jean Musa. È salutata con favore la proposta del coordinamento di ospitare in Belgio per l’a.s. 2009/2010 la compagna Fatuma Sumaili, quale rappresentante del RAS presso il SISA.
È stato fatto il punto sui prossimi appuntamenti:
- Sabato 2 Maggio 2009, Milano, incontro bilaterale SISA-USI per la sottoscrizione di un patto di mutua collaborazione.
- Sabato 9 maggio e domenica 10 maggio incontro a Riga con docenti e studenti lettoni
- Venerdì 15 Maggio 2009, Milano, sciopero della scuola e sciopero generale dei sindacati di base. Il SISA sarà presente a Milano con il SISA Studenti, referente la coordinatrice Noemi Lanzani e a Roma dal SISA Precari, referente la responsabile Barbara Bernardi. Le ragioni del SISA saranno portate anche dal SISA Belgio alla manifestazione europea che si svolgerà nella stessa giornata a Bruxelles, il gruppo sarà guidato dal segretario generale.
- Sabato 23 Maggio 2009, Milano, h.17:00, Centro Sociale Conchetta COX-18, Via Conchetta, intervento di Stefano Fregonese sulla pedagogia ricognitiva.
- Sabato 30 e Domenica 31 Maggio 2009, Barbiana, convegno internazionale nel solco di don Lorenzo Milani, partecipano le delegazione di SISA Italia, SISA Svizzera e SISA Belgio. Partenza da Milano h.14:30, rientro Domenica sera, pernottamento in canonica 5 euro.
- Domenica 7 Giugno 2009, Bellinzona (Svizzera), incontro bilaterale SISA Italia – SISA Svizzera, si auspica la più ampia delegazione del SISA Italia
- Sabato 4 Luglio 2009, Vicenza, Manifestazione internazionale contro l’allargamento della base militare NATO “Dal Molin”.
- Dal 7 al 10 Luglio 2009, Abruzzo, iniziative per il NoG8 2009
- Sabato 11 Luglio 2009, Pescara, manifestazione internazionale NoG8 2009
- Lunedì 20 Luglio 2009, Genova, manifestazione per Carlo Giuliani.
- Martedì 21 e Mercoledì 22 Luglio 2009, Berlino, riunione con il SISA Berlino
Si è orientati a partecipare per il 2010 all’EuroMayDay di Roma.
È dato mandato alla responsabile di Milano Alessia Fregonese di verificare e raccogliere le quote di adesione 2009 degli studenti aderenti per il territorio di sua competenza.
L’assemblea delibera il proseguimento della collaborazione con il gruppo musicale Pile-up.
Il SISA contribuisce per quanto possibile economicamente alle pubblicazioni del Centro Studi “Anna Seghers”, il quale editerà con Mimesis editore “Anna Seghers in Cina” nel 2009 e nel 2010 il romanzo “I morti restano giovani”.
Si riafferma la necessità di promuovere momenti di formazione interna, al fine di chiarire il quadro d’azione e le ragioni dell’azione sindacale.
Il bilancio da Gennaio ad Aprile 2009 è approvato.
È data facoltà al coordinamento di convocare le due assemblee generali 2009 / 2010 senza alcun vincolo, nei tempi e nei modi che reputeranno più opportuni.
L’assemblea è chiusa alle ore 20.00
Verbale redatto da Giovanni Orsenigo
GRADUATORIE 24 MESI ATA.
a cura di Emilio Sabatino
Per l'inserimento occorrono almeno 23 mesi e 16 giorni di servizio nello stesso profilo.
Il M.I.U.R. ha invitato i Direttori Generali degli Uffici scolastici regionali ad emanare i bandi relativi ai concorsi per solo titoli di cui all'art.554 del D.L.16/04/1994 n.297, per l'aggiornamento e l'integrazione delle graduatorie permanenti provinciali concernenti i profili professionali dell'area A e B del personale Ata della scuola
Indizione dei concorsi
Il Direttore Generale di ciascun Ufficio scolastico regionale con esclusione della regione Valle d'Aosta e delle province autonome di Trento e Bolzano, emana con proprio decreto, per tutte le province di propria competenza, bandi di concorso per titoli per ciascuno dei sottoindicati profili dell'area A e B del personale amministrativo, tecnico e ausiliario statale della scuola.
. Area A
- profilo: collaboratore scolastico;
. Area As
- profilo: addetto alle aziende agricole;
. Area B
- profilo: assistente amministrativo;
- profilo: assistente tecnico;
- profilo: cuoco;
- profilo: infermiere;
- profilo: guardarobiere:
I relativi bandi non devono recare il numero dei posti messi a concorso vertendo su procedure di integrazione e aggiornamento della graduatoria permanente, la quale risulterà determinata dall'insieme dei concorsi svolti nel tempo.
I bandi di concorso devono contenere l'indicazione delle province nelle quali non sono istituiti posti in organico per taluni dei profili predetti. Non devono essere banditi i concorsi per il profilo professionale di aiutante cuoco (soppresso da CCNL 1998/2001, art.37-comma 3). Il servizio prestato nel profilo di aiutante cuoco è equiparato al servizio non di ruolo di cuoco ai fini dell'ammissione al concorso per qust'ultimo profilo professionale.
I concorso per il profilo professionale di collaboratore scolastico devono essere indetti solamente se non siano esaurite le corrispondenti graduatorie provinciali ad esaurimento per le supplenze.
Nel bando di concorso per la regione Friuli-Venezia Giulia deve essere specificato che gli aspiranti utilmente collocati nelle graduatorie delle province di Trieste e Gorizia, per ottenere la nomina su posti disponibili nelle scuole con insegnamento in lingua slovena debbono possedere almeno una conoscenza di base della lingua slovena, comprovata dal possesso di un titolo di studio conseguito in una istituzione scolastica con insegnamento in lingua slovena, oppure accertata con apposito colloquio.
Requisiti per l'ammissione al concorso dei candidati non inseriti nella graduatoria permanente
Per essere ammessi al concorso, i candidati non inseriti nella graduatoria permanente per le assunzioni a tempo indeterminato devono essere in possesso dei seguenti requisiti:
1. essere in servizio in qualità di personale Ata a tempo determinato nella scuola statale nella medesima provincia e nel medesimo profilo professionale cui si concorre:
2. il personale che, eventualmente, non sia in servizio all'atto della domanda nella medesima provincia e nel medesimo profilo professionale cui concorre, non perde la qualifica di "personale Ata a tempo determinato della scuola statale", se inserito nella graduatoria ad esaurimento o negli elenchi provinciali per le supplenze della medesima provincia e del medesimo profilo cui si concorre;
3. il personale che non si trovi nelle condizioni sopraelencate conserva, ai fini della presente ordinanza, la qualifica di "personale Ata a tempo determinato della scuola statale" se inserito nella terza fascia delle graduatorie di circolo o di istituto per il conferimento delle supplenze temporanee della medesima provincia e del medesimo profilo cui si concorre.
Per essere ammessi al concorso i candidati, devono, possedere:
- un'anzianità di servizio di almeno due anni di servizio (24 mesi, ovvero 23 mesi e 16 giorni, anche non continuativi) prestato in posti corrispondenti al profilo professionale per il quale si concorre e/o in posti corrispondenti a profili professionali dell'area del personale Ata statale della scuola immediatamente superiore a quella del profilo cui si concorre.
Ai fini del calcolo del requisito del servizio di almeno 24 mesi si computa unicamente il servizio effettivo prestato (di ruolo e non di ruolo) presso scuole statali, con rapporto di impiego con lo Stato e/o il servizio scolastico (di ruolo e non di ruolo) prestato con rapporto di impiego direttamente con gli enti locali i quali erano tenuti per legge a fornire alle scuole statali personale Ata.
La corrispondenza tra profili professionali degli enti locali del personale Ata della scuola è individuata, in termini sostanziali, in relazione ai profili formalmente attribuiti agli interessati e dagli stessi svolti, semprechè detti profili siano presenti nelle istituzioni scolastiche statali cui gli enti erano tenuti a fornire personale in base alla tabella di corrispondenza, applicativa del criterio sopraindicato.
Il servizio prestato in qualità di "collaboratore scolastico e "assistente amministrativo" nelle Accademie, Conservatori di Musica e negli Istituti Superiori delle Industrie Artistiche dello Stato viene considerato valido ai fini dell'ammissione ai concorsi per soli titoli di cui all'art.554 del D.L.vo n.297/1994 fino all'anno accademico 2002/2003. A decorrere dall'anno accademico 2003/2004 il predetto servizio, perché prestato in profili professionali di un diverso comparto rispetto a quello della scuola, è assimilato a "un servizio in altre Amministrazioni".
Il servizio prestato con rapporto di lavoro a tempo parziale si computa per intero ai fini del calcolo dei 24 mesi. Lo stesso servizio è valutato per intero, secondo la tabella di valutazione dei titoli, a decorrere dall'a.s. 2004/2005.
Il servizio prestato nelle scuole italiane all'estero, certificato dalla competente autorità del Ministero degli Affari Esteri, è equiparato al corrispondente servizio prestato in Italia.
Per essere ammessi ai concorsi i candidati devono, altresì possedere uno dei seguenti titoli di studio richiesti per l'accesso al profilo cui concorrono :
Assistente amministrativo:
Diploma di maturità
Assistente tecnico
Diploma di maturità corrispondente alla specifica area professionale. La specificità di cui al punto 1 è quella definitiva, limitatamente ai diplomi di maturità, dalla tabella di corrispondenza titolo-laboratori vigente alla data del decreto di indizione del concorso.
Cuoco
Diploma di qualifica professionale di Operatore dei servizi di ristorazione, settore cucina.
Infermiere
Laurea in scienze infermieristiche o altro titolo ritenuto valido dalla vigente normativa per l’esercizio della professione di infermiere.
Guardarobiere
Diploma di qualifica professionale di Operatore di moda.
Addetto alle aziende agricole
–Diploma di qualifica professionale di:
1. operatore agrituristico;
2. operatore agro industriale
3. operatore agro ambientale
Collaboratore scolastico
1. diploma di qualifica triennale rilasciato da un istituto professionale;
2. diploma di maestro d’arte;
3. diploma di scuola magistrale per l’infanzia;
4. qualsiasi diploma di maturità
5. attestati e/o diplomi di qualifica professionale, entrambi di durata triennale, rilasciati o riconosciuti dalle Regioni.
Aggiornamento del punteggio dei candidati inseriti nella graduatoria permanente
I candidati inseriti nella graduatoria permanente costituita in ogni provincia, possono:
1. chiedere l'aggiornamento del punteggio con cui sono inseriti in graduatoria;
2. chiedere l'aggiornamento di titoli di preferenza e/o di riserva
3. chiedere l'aggiornamento, per il solo profilo di assistente tecnico, in aggiunta o in alternativa alla richiesta di cui alle precedenti a) e b) sulla base di nuovi titoli di accesso ai laboratori;
4. non produrre alcuna domanda.
Provincia cui produrre la domanda di inserimento o di aggiornamento
La domanda di ammissione dei candidati che concorrono per l'inclusione nella graduatoria permanente provinciale in cui non siano stati precedentemente inseriti (All.B/1) deve essere presentata in una sola provincia nell’ordine che segue:
a) la provincia in cui, all’atto della domanda, il candidato sia in
servizio con nomina a tempo determinato nelle scuole statali e nel
medesimo profilo professionale cui concorre;
b) la provincia in cui il candidato sia inserito nella graduatoria
provinciale ad esaurimento o negli elenchi provinciali per le supplenze
nelle scuole statali relativi al medesimo profilo professionale cui
concorre, qualora non sia in servizio come previsto dalla precedente
lettera a);
c) la provincia in cui il candidato sia inserito, a pieno titolo, nelle
graduatorie di circolo e di istituto di 3 fascia per il conferimento di
supplenze temporanee relativa al medesimo profilo professionale cui
concorre, qualora non ricorrano le condizioni di cui alle lettere a) e b).
La domanda dei candidati non inseriti nella graduatoria permanente
provinciale (All. B/1) deve essere inoltrata esclusivamente all’ Ufficio
Scolastico Provinciale della provincia in cui sia istituito l’organico
concernente il profilo professionale richiesto.
4.2 I candidati inseriti in una graduatoria permanente provinciale
non possono produrre domanda di inserimento nella graduatoria
permanente di altra provincia; i medesimi possono presentare domanda
di aggiornamento (All B/2) esclusivamente nella provincia in cui sono
inseriti e per il medesimo profilo professionale.
4.3 La domanda di inserimento (All. B/1) può essere prodotta per
il medesimo profilo professionale in una sola provincia.
4.4 Le domande non possono essere inoltrate alle Autorità
Scolastiche delle province di Bolzano, Trento e della regione Valle
D’Aosta in quanto dette Autorità adottano specifici ed autonomi
provvedimenti per il reclutamento del personale amministrativo, tecnico
ed ausiliario della scuola.
N.B. per moduli domanda ed allegati consultare sito M.I.U.R.
Dall’Italia alla Francia, a Barcellona.
I “guerriglieri” del pensiero muovono idee capaci di futuro
18 marzo ’09. A Milano, sotto un sole a 24 gradi, studenti, precari, ATA, docenti, cittadini democratici hanno attraversato le strade del centro da porta Venezia al Duomo, con la certezza che canti e rosse bandiere rappresentino la nuova primavera di un movimento unitario di lotta. Le richieste sono chiare e inequivocabili, investimenti e non tagli, revisione dei dequalificanti progetti Gelmini per scuola e università, che hanno il solo fine di mercificare e peggiorare l’offerta formativa italiana.
Come in Lombardia, anche a Roma presente il SISA, che denuncia la grave aggressione all’Onda universitaria. Un attacco del tutto ingiustificato e che ha la chiara volontà di reprimere e spaventare. Ma il movimento non si lascia intimorire, neppure dalle dissennate parole del ministro Brunetta che qualifica come “guerriglieri” quanti si riconoscono nell’Onda. Sappia il ministro che se siamo guerriglieri, lo siamo del pensiero, della parola e della libertà e che l’impegno democratico che ci vede per le strade e le piazze riprende più deciso di prima verso la giornata di sciopero e manifestazione del sindacalismo di base programmata per il 23 aprile.
19 marzo ’09. Tre milioni di francesi, di cui molti dei settori privati e dell’industria e di questi un milione a Parigi, qui tra gli altri il locale gruppo SISA, congiuntamente a docenti, studenti e dipendenti pubblici, sono scesi nelle piazze per una mobilitazione straordinaria che chiede garanzie e tutele per il futuro. Il mondo della scuola rivendica in particolare la centralità del sostegno all’istruzione, garanzia indispensabile per le nuove generazioni che riconoscono nelle conoscenze e nei saperi gli strumenti del loro domani.
20 marzo ’09. A Barcellona cresce uno straordinario movimento di solidarietà che risponde allo sgombero violento dell’Università di Barcellona, avvenuto mercoledì con l’obiettivo di stroncare la resistenza studentesca che occupa da mesi l’ateneo e che ha annunciato la continuazione del movimento di lotta per una università che non sia piegata ad interessi privati.
Tutto dimostra come la repressione non spaventi un movimento che dentro e a partire dalle scuole e dall’università, attraversa l’Europa. Il SISA, con il suo contributo di idee e di proposte, a partire dalla libertà d’insegnamento dei docenti e dalla libertà di apprendimento degli studenti, è presente.
20 marzo ’09
il coordinamento
Il SISA
in piazza il 18 marzo
una nuova giornata di lotta per una scuola e una università che devono tornare ad essere capaci di futuro
Il SISA partecipa alla giornata di sciopero di mercoledì 18 marzo, nata per volontà della CGIL e già trasformatasi in momento di lotta di tutto il movimento. Studenti e docenti, ATA e cittadini democratici scenderanno nelle strade di tutta Italia con idee chiare e concrete. A Milano e a Roma in particolare saremo presenti con le nostre bandiere. Perché vogliamo una scuola interculturale senza discriminazioni nei confronti degli stranieri, dei quali anzi dovremmo incrementare lo studio delle lingue e delle culture. Vogliamo una scuola che riconosca nei docenti una ricchezza e garantisca loro una retribuzione europea e la certezza del lavoro, contro il precariato che colpisce oltre un quarto della categoria. Precari per i quali chiediamo un “assegno di sopravvievenza” regionale per i mesi estivi di euro 500.
Una scuola in cui gli studenti siano protagonisti della costruzione dei saperi e non vittime passive di logiche forcaiole come i voti numerici e di condotta che hanno solo ottenuto l'effetto di peggiorare la relazione educativa e di peggiore i risultati conseguiti dai ragazzi stessi.
La scuola e l'università meritano molto più della riduzione ad una voce di bilancio da tagliare.
Il 18 marzo, così come sarà per il 23 aprile, giorno di lotta e di sciopero del sindacalismo di base, è quindi una giornata importante per riaffermare i valori della libertà d’insegnamento e di apprendimento.
Il SISA sarà presente con idee e le proposte che lo caratterizzano, a partire dalla rinnovata richiesta di dimissioni del ministro Gelmini.
In piazza quindi, con la determinazione e l’entusiasmo che ci caratterizzano.
13 marzo ’09
Il coordinamento
Bocciati il giudizio numerico, il voto in condotta, la scuola elementare a tempo ridotto, il ministro Gelmini ne tragga le necessarie conseguenze rassegnando le dimissioni.
Il SISA è impegnato al contempo contro il furto del diritto di sciopero e la tentata espulsione dei precari dalla scuola.
Il naufragio dei progetti devastatori del ministro Gelmini è realtà. Il voto in condotta doveva essere, secondo le intenzioni, il baluardo della disciplina dentro le scuole, una disciplina che a sua volta avrebbe dovuto garantire migliori risultati degli studenti. Sta andando esattamente al contrario, si accresce il muro tra docenti e studenti, la relazione educativa si immiserisce e la valanga di 5 in condotta punitivi aumenta di conseguenza anche le insufficienze nelle altre materie. Il fallimento, certificato dal ministero stesso, è epocale.
Altro disastro più che prevedibile il totale rifiuto da parte delle famiglie italiane delle elementari a 24 ore, l’opzione per le 30 e le 40 ore del tempo pieno è stato espressa da tutti coloro che ne hanno avuto la possibilità. Il 95% degli interessati si è dichiarato chiaramente e in forma del tutto inequivocabile. Ora si pone il problema per il ministero di scegliere, o la conferma dei tagli dissennati, o fornire alle scuole l’organico necessario per rispondere alle richieste. Il SISA si pone con decisione a fianco dei docenti e delle famiglie.
Nel frattempo il governo decide di “regolare” il diritto di sciopero, a partire dai trasporti, ma con l’evidente intenzione di estendere tali norme a tutti gli altri settori. L’obiettivo è chiaro lasciare tale diritto a chi garantisce che non ne farà uso. Il solo risultato, in un quadro di crisi e di crescenti tensioni sociali, sarà l’emergere di lotte spontanee, di occupazioni, di scioperi come, in anni recenti, l’unico non autorizzato, quello dei mezzi pubblici del primo dicembre 2003. Gli inevitabili problemi che scaturiranno da questa scelta dissennata e priva di responsabilità dovranno essere ascritti a chi queste norme liberticide sta varando.
Sul tema del precariato ribadiamo che chi ha il diploma magistrale conseguito entro il 2002 deve essere ammesso a sessioni riservate per l’abilitazione perché non è accettabile, né ammissibile che un titolo pienamente valido venga messo sotto attacco, ugualmente ribadiamo la richiesta di corsi abilitanti per tutti i precari di ogni ordine e grado che abbiano almeno un giorno di supplenza. Qualunque soluzione alternativa, come purtroppo la maggior parte di quelle al momento in discussione, risulterebbe lesiva dei diritti maturati da quanti hanno deciso di essere docenti e ATA nella scuola italiana. Il SISA conferma l’impegno sulla proposta di corsi abilitanti in ogni scuola, con costi assorbiti dal fondo d’istituto per la docenza ed esami orali tenuti da docenti interni.
Tuttavia dal presente governo non ci si può aspettare altro che questa perpetua e quotidiana serie di errori e di attacchi, quando chi lo guida, alla conferenza per la Palestina, sproloquia di alberghi di lusso e di ricerche scientifiche, a suo dire, capaci di prolungare la vita fino ai 120 anni, dimostrando di non sapere che i bambini e i ragazzi palestinesi, a causa dell’occupazione israeliana sono tra quelli che più difficilmente riescono a raggiungere l’età adulta e chi si reca in Terrasanta non cerca generalmente alberghi a cinque stelle.
I ministri Gelmini, Brunetta, Sacconi sono purtroppo i migliori interpreti di un pensiero di cui il presidente del consiglio è massima espressione, che coniuga arroganza, spregiudicatezza e purtroppo una preoccupante assenza di senso dello Stato e dei compiti a cui sono chiamati coloro che lo rappresentano nelle più alte cariche. Come SISA confermiamo la richiesta di dimissioni del ministro Gelmini, ma nel contempo sentiamo ogni giorno di più la necessità che tale richiesta si estenda a molti membri del governo stesso.
3 marzo ’09
il coordinamento
Difendere la scuola, gli studenti e i docenti, rispondere all’aggressione condotta a tutti i livelli dal ministro Gelmini
Il SISA si associa alla presa di posizione del Consiglio nazionale della pubblica istruzione (CNPI) e avanza la richiesta di chiarezza sugli organici e il tempo mensa. Rispetto al regolamento di attuazione per il I ciclo, scrive il Consiglio: “il Regolamento, nel prospettare un'ampia offerta di tempi scuola, può alimentare nelle famiglie aspettative che, in assenza di congrue e correlate risorse, potranno difficilmente essere soddisfatte mettendo la scuola nella difficile situazione di dover ri - orientare le scelte e riorganizzare l'offerta". In poche parole vi è tutto il rischio che, scelto il tempo pieno, questo poi non possa essere offerto perché il ministero non assegna i docenti necessari. E sul complesso dei regolamenti, anche per media e materna: “Il CNPI critica fortemente la scelta di fondo sottesa al Regolamento in quanto non coerente con le prerogative delle istituzioni scolastiche autonome, lese sui principi che regolano l'autonomia didattica, organizzativa, di ricerca, di sperimentazione e sviluppo secondo quanto disposto dal DPR 275/99.” Come SISA rinnoviamo la richiesta per un rapido pronunciamento del ministero sul “tempo mensa” sia alle medie sia alle elementari, noi chiediamo infatti che il tempo della mensa e dell’intervallo sia continuato ad essere considerato tempo scuola. Temiamo invece che il ministero voglia optare per trasformarlo in tempo assegnato a educatori reperiti, non si sa con quali fondi, dalle amministrazioni comunali. A nostro giudizio neanche troppo celatamente, la volontà è quella di decurtare ancor più pesantemente l’organico. Riteniamo inoltre grave che alle preoccupazioni che esprimiamo, come SISA, condivise dalla larga maggioranza del mondo sindacale e della scuola nella sua totalità, il ministro Gelmini risponda con arroganza, perché la risposta fornita al CNPI e di fatto un atto di accusa contro tutti noi, docenti, studenti, famiglie, che il ministro dovrebbe tenere in ben altra considerazione. Riportiamo uno stralcio del comunicato del ministero contro il CNPI: “da tempo invece di operare come organismo consultivo e tecnico del ministero, qual è, il CNPI fa politica e sindacalismo. … Da anni boccia qualsiasi ipotesi di riforma ed è ormai diventato il difensore dello status quo. Anche stavolta ha dimostrato di essere contrario a qualsiasi forma di cambiamento della scuola italiana.” Compito dei soggetti sindacali, della società civile e politici è quello di “fare politica”, il ministro mostra di avere un’idea autoritaria della stessa, dimostrando, una volta di più, la sua personale inadeguatezza al ruolo che è chiamata a ricoprire. Ugualmente, con una aggressione, il ministro si è espresso qualche tempo addietro, nei confronti del collegio dei docenti della scuola primaria Longhena di Bologna, al quale rinnoviamo tutta la nostra solidarietà, il quale, attraverso una libera espressione della propria libertà d’insegnamento, di cui la valutazione è parte, ha optato per una forma di valutazione che privilegia la relazione con i ragazzi e il dialogo con le famiglie. Anche in questo caso il ministro ha accusato del tutto ingiustamente i docenti di “fare politica”. I tagli all’organico infine stanno per realizzare preoccupanti situazioni di soprannumerarietà di docenti e ATA. Come SISA chiediamo che prima dei trasferimenti d’ufficio si immagini la possibilità di assorbire nelle sedi di servizio i docenti e nel caso prevedere l’allargamento dell’organico con progetti che garantiscano l’arricchimento dell’offerta formativa e il mantenimento della titolarità per i docenti e gli ATA. La riduzione d’organico non ha alcun fondamento, penalizza i precari e non è in linea con i dati europei, i quali smentiscono la tesi dei cosiddetti “troppi insegnanti”, un falso che si appoggia sul numero complessivo, senza tenere conto della popolazione italiana, né del fatto che in Italia, al contrario della Francia, della Spagna, della Gran Bretagna, della Germania, è la sola nazione a poter vantare come pubblico il 95% del sistema formativo.
Binche, 19 febbraio ’09
Davide Rossi
Segretario generale
Nel solco di don Milani
Promosso da Caludio Bacigaluplo si svolge presso lo “spazio Saccone” di Via Sant’Alessandro Sauli 17 (zona Loreto – MM1 Pasteur) di Milano, domenica 8 marzo 2009 con orario 19.00 – 21.00, un incontro dedicato al pensiero e all’attualità di don Lorenzo Milani. L’incontro, aperto a tutti coloro che intendano parteciparvi, vedrà la presenza tra gli altri di Davide Rossi, segretario generale del SISA.
13 febbraio:
una prima giornata per una primavera di lotte per la scuola
Anche il SISA oggi nelle piazze, a Roma con i lavoratori, a Milano con gli studenti. Il Sindacato conferma di sostenere tutte le iniziative di lotta, perché il movimento della scuola e dell’università rivendica ogni giorno di più il rispetto che non sembra essergli riconosciuto e condivide con l’intero mondo del lavoro la battaglia perché la contrattazione sia effettiva a tutti i livelli.
Nella scuola la confusione regna sovrana, il ministero non ha ancora chiarito se il personale docente assolverà alle elementari, come fino a oggi, ai tempi educativi della mensa e della ricreazione. Intanto i tagli, gli accorpamenti e le classi da 33 alunni stanno annunciando un anno scolastico 2009 – 2010 sotto i peggiori auspici.
La lotta di docenti, ATA, precari, studenti, cittadini democratici per la scuola e l’università è appena ripresa. Nostro compito sarà contribuire all’informazione e alla presenza nelle piazze anche nei prossimi mesi.
Come SISA sentiamo di dover riaffermare la centralità dello stato di diritto e dei valori costituzionali che sanciscono i diritti individuali e collettivi. Abbiamo segnali precisi che nelle scuole superiori gli studenti stanno organizzando comitati per la video registrazione dei testamenti biologici. È il segnale evidente che i temi della libertà e della libera scelta dell’essere umano sono largamente condivisi tra le giovani generazioni. Sempre dalle scuole docenti e studenti fanno emergere progetti di solidarietà verso gli stranieri, che una legislazione non aderente alla Costituzione definisce passibili di denuncia nel momento in cui siano clandestini. Come SISA ribadiamo che la convenzione internazionale dei diritti dei ragazzi e la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo sanciscono in forma indiscutibile il diritto alla casa, alla salute, all’istruzione.
Da ultimo il SISA esprime solidarietà ai docenti emiliani che hanno ritenuto superiore la centralità della relazione educativa e la costruzione dei saperi rispetto alla valutazione. La migliore pedagogia italiana, da don Milani a Mario Lodi è in questo solco di valori, condivisi dalla stragrande maggioranza dei docenti italiani. Il 10 simbolico assegnato da quegli insegnanti è un gesto di ribellione al quale ci associamo e che riteniamo sia salutato con favore da tutti coloro che ritengono la scuola una comunità educante e non un luogo di mera e fredda valutazione degli apprendimenti.
13 febbraio ’09
il coordinamento
Continuare la lotta per costruire il futuro
Il SISA Scuola (Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente) e in particolare il gruppo SISA Precari invitano i colleghi docenti di ruolo e non, studenti, e personale ATA, a portare avanti le battaglie iniziate a settembre 2008, per salvaguardare il futuro della scuola pubblica italiana.
L’attuale DL 137, che in questi giorni sta portando ulteriore scompiglio tra docenti, alunni e genitori con i suoi “ambigui” decreti attuativi deve essere fermato.
Le manifestazioni dell’autunno scorso hanno dato i loro frutti ed il capillare lavoro che ognuno di noi tramite coordinamenti e associazioni sindacali e non, sta facendo è lodevole, ma non deve essere la fine della battaglia.
Possiamo fare ancora molto uniti insieme per difendere la nostra scuola:
1) come docenti, far valere i nostri diritti, chiedere ed ottenere risposte concrete dal ministero riguardo l’ordinamento ed il reclutamento che si sta studiando in questi giorni alla Camera;
2) come genitori e studenti, informarci presso le scuole per le iscrizioni del prossimo anno scolastico e partecipare attivamente dando supporto alle segreterie nel far richiedere e valere i nostri diritti, spronando i dirigenti Scolastici a darci il meglio della loro Offerta Formativa;
3) come personale ATA, molto spesso sottovalutato e poco considerato, perchè è anche grazie agli ATA che si garantisce il funzionamento della scuola, sia nel normale orario sia in quello pomeridiano durante le riunioni ed i consigli di classe.
Noi non abbiamo nessuna intenzione di sottostare senza controbattere alla “distruzione” della scuola Pubblica, noi vogliamo fare qualcosa per tutti e con TUTTI, se anche voi siete convinti che la scuola possa essere ancora salvata aderite con Noi alla nostra protesta.
La nostra linea di lotta riprende le parole di don Lorenzo Milani: Avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti cittadini sovrani, per cui l’obbedienza non è ormai più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene far scudo né davanti agli uomini né a Dio, che bisogna che si sentano ognuno l’unico responsabile di tutto.
Lottare sempre arrendersi mai!
SISA Precari
8 febbraio ’09
Per un 2009 di lotte,
per una trasformazione radicale della scuola,
dimissioni immediate del ministro Gelmini
Il 2009 si apre nel modo peggiore. Il governo impone un nuovo modello contrattuale che ha come obiettivo quello di impoverire i lavoratori. È vergognoso come Uil e Cisl abbiano sottoscritto un accordo che garantisce la perdita secca di un terzo degli aumenti per i prossimi anni ai lavoratori della scuola e dell’università. Ci auguriamo che i lavoratori se ne accorgano e ne traggano le necessarie conseguenze. L’accordo consumatosi è l’esatto opposto di quanto realizzato da Obama, il neo – presidente statunitense ha stanziato tre milioni di dollari per pubblicità a favore dei sindacati, al fine di rilanciare la partecipazione dei cittadini agli organismi che devono difenderli, non come compiuto da Uil e Cisl, peggiorarne le condizioni già precarie di vita.
Una precarietà che i docenti e gli ATA assunti a tempo determinato vivranno sulla loro pelle. Il taglio è forsennato e neppure quantificabile in forma definitiva, ritorneremo sull’argomento. L’obiettivo è la riduzione secca del personale docente e amministrativo, l’espulsione di donne e uomini che hanno scelto l’insegnamento come professione e si vedono prossimi alla disoccupazione. Torniamo a segnalare l’aggressione dei docenti a tempo indeterminato di francese, spagnolo e tedesco, i quali, nelle scuole medie e superiori, rischiano di vedere soppresse le loro cattedre a vantaggio del solo inglese.
Grave l’idea di mandare per mail o per sms alle famiglie le comunicazioni delle assenze e dei voti dei figli. È la palese dimostrazione che invece della relazione tra studenti e genitori da un lato, tra studenti e scuola dall’altro, si promuove il controllo coercitivo, insomma non si ha alcuna fiducia nei ragazzi a cui la scuola, più ancora che insegnarla, quella fiducia reciproca a base della convivenza democratica dovrebbe trasmetterla. Un fallimento educativo che somiglia all’altra farneticazione del ministro sulla video – sorveglianza delle classi. Per altro la del tutto insostenibile giustificazione di combattere con i sms l’abbandono scolastico è ridicola. Se lo studente è assente un giorno è inutile spendere in sms per avvisare i genitori, se è assente da un mese occorre che intervengano i servizi sociali e un sms serve a poco, anzi a nulla.
Gravissimo il dato di questi giorni che indica come molti genitori, spaventati per il destino del tempo pieno nella scuola elementare, si stiano rivolgendo alle scuole private che diano garanzia di realizzarlo. Quanto sta avvenendo è la palese dimostrazione che il ministro sta consapevolmente operando per danneggiare la scuola pubblica italiana, ovvero tiene un comportamento che è l’esatto opposto del compito che dovrebbe assolvere.
Nel frattempo, invece di garantire la sicurezza dei cittadini, non solo con forze dell’ordine, ma con più cultura e più socialità, il governo, a partire da Milano, aggredisce e sgombera spazi di autogestione e di pensiero, di aggregazione e di elaborazione. Il SISA manifesta e conferma totale solidarietà ai centri sociali, a partire dalla Pergola e dal COX 18 e a tutte quelle realtà che sul territorio italiano rappresentano uno spazio di intercultura e di crescita collettiva.
Tutte queste iniziative fallimentari ci inducono a rinnovare la richiesta di dimissioni immediate del ministro Gelmini, che ogni giorno di più si mostra inadeguata al ruolo ricoperto.
La scuola ha bisogno di trasformazioni radicali, ma nel senso opposto a quello perseguito dal ministero. La scuola e l’università necessitano di maggiore apertura, del coinvolgimento dei ragazzi nella costruzione dei saperi, del pieno rispetto della libertà di insegnamento dei docenti e della libertà di apprendimento degli studenti.
Come SISA a partire dal 13 febbraio saremo nelle piazze, come già nel 2008, sostenendo tutte le iniziative di sciopero, lotta, manifestazione. Confermiamo il nostro atteggiamento unitario di sostegno a tutte le mobilitazioni, perché, come ci insegna oggi la giornata della Memoria, dopo un inverno viene sempre una primavera, a patto che si sappia leggerne i segni e condividerli.
Binche, 27 gennaio ’09
Giornata della Memoria
Davide Rossi
Segretario generale
Nel frattempo sono intercorsi due avvenimenti, entrambi il 10 giugno, che confermano le preoccupazioni rispetto al progetto Aprea. Da un lato la Banca d’Italia ha detto chiaramente che la scuola italiana è classista e il 30% che frequenta i licei ha famiglie che li aiutano, economicamente o culturalmente alle spalle, mentre il restante 70% dei giovani italiani vive situazioni difficili e spesso arriva alle scuole professionali e tecniche da situazioni di povertà dalle quali non riesce ad emergere. Dall’altro il ministro Gemini ha presentato i suoi propositi al parlamento, invitando ad insistere su “autonomia, merito, valutazione”, ma anche sottolineando la necessità di adeguamento salariale dei docenti, senza specificare, tuttavia, come e in che tempi. Resta il dubbio in merito di come il ministro intenda porsi rispetto al progetto Aprea.
Più che una legge normativa, il testo si propone infatti la costruzione d’imperio e per volontà esclusivamente governativa di una scuola del tutto nuova, piegata alle logiche di commercializzazione dei servizi imposte dall’Europa dopo l’accordo generale sul commercio dei servizi, in cui scuola e sanità sono stati inclusi, non riconoscendole più come diritti inalienabili dell’essere umano. Nel caso il ministro Gemini recepisse l’impianto della legge Aprea ci troveremmo così di fronte ad una trasformazione della scuola tanto profonda da avere precedenti solo nella riforma Gentile.
Premesso che la nostra preoccupazione è grande, prendiamo in esame il testo, punto per punto, sia nella sua premessa, in cui in sette dense pagine l’onorevole Aprea spiega fini e ragioni della proposta, sia i 22 articoli che compongono la legge stessa. Sin da subito si criticano “l’iper-regolazione dello Stato, il formalismo e il controllo delle procedure”, temi sui quali potremmo convenire, tuttavia la critica al formalismo burocratico sfocia da subito nella richiesta della valutazione dei “risultati”. Qui ci preme ripetere, ancora una volta, che in una stessa classe dell’obbligo o secondaria, i risultati, ben al di là delle qualità dei docenti, variano a seconda degli studenti: situazioni di disagio, di intensa immigrazione determinano percorsi didattici specifici, non omologabili, da scuola a scuola, neppure nella stessa città. Agitare una valutazione dei docenti attraverso la valutazione dei livelli di apprendimento degli studenti rappresenta un atto illogico e privo di qualunque consapevolezza pedagogica.
Si parla quindi di organi collegiali, come organi di governo della scuola in collaborazione con gli utenti, nel solco dell’autonomia. Francamente il bilancio, a dieci anni dalle legge istitutiva dell’autonomia (1997) è abbastanza sconfortante. La scuola non è vissuta come una comunità educante di studenti e docenti, ma come simulacro di un’azienda, per altro con fondi e risorse in costante calo e in cui purtroppo gli studenti vengono ridotti a “utenti” e i docenti a erogatori di un servizio. Dalle legge, forse non a caso, viene proposto un “consiglio di amministrazione” di massimo 11 persone, aperto agli enti locali e a non meglio definiti esperti, ma con anche “la possibilità per le scuole autonome di trasformarsi in fondazioni nonché di avere partner pubblici e privati che le sostengano, disposti a entrare nell’organo di governo della scuola e che contribuiscano a innalzare gli standard di competenza dei singoli studenti e di qualità complessiva dell’istituzione scolastica.” Il tutto associato al progetto, ancora una volta europeo, di trasformare le scuole in fondazioni, grazie all’arrivo dei privati, è scritto: “Attraverso la trasformazione in fondazioni si vuole anche favorire una maggiore libertà di educazione.” Il tutto lascia perplessi se non interdetti. Libertà di chi? Dei docenti? Delle imprese di questionare su quanto insegnato? Per altro un consiglio di amministrazione non ha nulla da spartire con la libertà di insegnamento, per altro ripresa dalla deputata Aprea più volte nell’introduzione senza chiarezza alcuna, né con la libertà di apprendimento degli studenti.
Gravissima e molto pericolosa a nostro avviso l’idea di trasformare le scuole in fondazioni. Il progetto è europeo, molto chiaro, quanto distruttivo. Dimenticandosi che in Italia, sola in Europa, il 95% del sistema formativo è pubblico e gratuito, si intende esportare anche nella penisola il sistema misto, ovvero alle scuole private i contributi pubblici, alle scuole pubbliche i contributi privati di chi vorrà farsi mecenate, o peggio sostenere una scuola per il ritorno di una sponsorizzazione, come il progetto europeo di alcuni marchi di moda o alimentari che tendono a sponsorizzare scuole elementari e medie in modo da creare una “fedeltà emotiva” nei giovani, futuri acquirenti adulti. Peggior situazione quando la scuola professionale diverrà il serbatoio di manovalanza studentesca, obbligata ad un presunto apprendistato, ad uso delle piccole fabbriche che potranno così aggirare la legge, sfruttando giovani non qualificati e non qualificandoli. In altre nazioni del continente, come Francia, Spagna e Germania gli studenti dei professionali escono con competenze tecnologiche e scientifiche elevate, volte a processi industriali avanzati e non formati in piccole aziende che non fanno ricerca, come purtroppo in maggioranza in Italia. La scuola fondazione è l’applicazione della “trust school” introdotta da Blair nel Regno Unito attraverso la ministra Ruth Kelly, guarda caso legata all’Opus Dei. La scuola fondazione è, a nostro avviso, la negazione della scuola sancita dalla Costituzione. Aprea si muove dentro il quadro di deregolamentazione promosso dalla Thatcher e da Blair, che cita ben due volte spiegando che lo stato non deve provvedere ma commissionare e attraverso una reintroduzione implicitamente dichiarata di un buono scuola di cui dispone la famiglia e che provvede ad assegnarlo alla scuola che meglio preferisce, cita a sproposito la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e chiude a sancire il tutto con un sondaggio di Comunione e Liberazione che ipotizzerebbe, guarda caso, un 56% di italiani favorevoli “sistema misto stato/privato”, il risultato è chiaro ed esplicitato: “autonomia finanziaria delle istituzioni scolastiche collegata alla libertà di scelta delle famiglie, che spostano i finanziamenti in base alle loro scelte.” La gravità di una simile impostazione è conseguente, la scuola pubblica sancita dalla Costituzione è definitivamente soppressa. In egual mondo non si capisce come possano i privati contribuire “a innalzare gli standard di competenza dei singoli studenti”, se non con una manomissione forzata e interessata dei programmi, i quali non risponderebbero più alla libertà dei docenti e degli studenti, ma sarebbero orientati - e non innalzati - secondo le richieste del finanziatore privato, anche perché di mecenati in epoca di liberismo selvaggio se ne vedono in giro ben pochi.
La legge poi si volge ai docenti, sancendo l’istituzione di un contratto separato da amministrativi, tecnici e ausiliari. Da sempre rigettiamo questa ipotesi. Tutti i lavoratori della scuola e gli studenti sono parte di una comunità che dovrebbe essere realmente educante. Ragionevole potrebbe essere restituire alla scuola e a tutti i suoi lavoratori un contratto di natura pubblica e non privato, come è da anni, dopo l’approvazione della legge Bassanini del ’97, non già di separare quello dei docenti, lasciandone invariata la forma privatistica, pur dentro la scuola pubblica, ammesso che con il progetto “fondazioni”, la scuola pubblica esista ancora. La battaglia è quindi per un contratto pubblico e non privato come lo abbiamo ora, non per un contratto separato.
Aprea vuole “modificare il reclutamento” e “riscrivere lo stato giuridico”, anzi “dissolverlo” e invoca la carriera per i docenti, a patto che manifestino “vera responsabilità per i risultati”, con tutte le ambiguità sopra espresse in merito. Si parla di “carriera”, come “carburante”, quasi i docenti fossero automobili e non persone, ammettendo però che la scelta anglosassone delle scuole fondazioni ha prodotto: “crisi diffusa e drammatica dell’offerta di insegnanti”, meglio sarebbe dire e ammettere che un peggioramento delle condizioni di lavoro e retributivo porta a disertare la funzione docente, non a caso i dirigenti scolastici del Regno Unito passano il sabato fuori dai centri commerciali cercando di reclutare docenti.
Tragica ammissione quella del fallimento della: “dirigenza scolastica di tipo amministrativo, ma non leadership educativa … oggi il dirigente scolastico appartiene per profilo, per trattamento economico, per modalità di reclutamento e per funzioni più alla carriera burocratico - amministrativa che non a quella di tipo educativo e didattico.”
La soluzione tuttavia non è lo scatenamento del concorso interno tra docenti, come previsto dalla legge, per il passaggio da docente iniziale, ordinario e poi esperto e da qui ambire alla dirigenza, ma invece dovrebbe essere quello di introdurre la figura del “primus inter pares”, del coordinatore didattico scelto triennalmente dal collegio docenti e in ogni momento revocabile e sostituibile dal collegio stesso, anche perché alle questioni economico – amministrative sovrintende il DSGA.
Per i docenti, agitando il contratto separato e l’elezione di una rappresentanza sindacale regionale separata dagli altri lavoratori della scuola (per altro con funzioni non meglio specificate), si accenna ancora una volta confusamente alla “libertà di insegnamento”, stabilendone non meglio precisati “contenuti e limiti” e alla sua “disciplina”, ora francamente è difficile immaginare una libertà disciplinata e limitata, è quasi un ossimoro. Per il SISA il solo limite della libertà d’insegnamento è la libertà d’apprendimento degli studenti, entrambe si esplicitano nel concorso della libera costruzione dei saperi. Limiti e discipline di altra natura ne rappresentano evidentemente una negazione.
Quindi parte l’attacco al contratto collettivo nazionale che avrebbe - a dire della proponente - marginalizzato l’attività legislativa su temi come “la valutazione, gli standard, il codice deontologico, la carriera, la formazione iniziale e in servizio.” Viene citata la Corte Costituzionale per sostenere una tesi francamente sconcertante: “La definizione dei compiti e dell’impegno orario del personale docente, dipendente dallo Stato, rientra nella competenza esclusiva dello Stato” da cui discenderebbe che “non potrebbero costituire oggetto di contrattazione collettiva”. Viene da chiedersi quindi su quali temi di contrattazione e di tutela dei lavoratori si potrà procedere a livello nazionale e regionale. Non di scuola, perché le RSU d’istituto sarebbero abolite. È evidente comunque che a tutti i livelli il dialogo e la dinamica tra lavoratori della scuola e controparte, non potrà essere negata e neppure fatta scomparire per legge.
In conclusione dell’ampia premessa Aprea propone esplicitamente pur con una costruzione della frase complessa, che i sindacati non decidano nulla di ciò che riguarda la professione docente: “un contratto snello, che intervenga sulle materie che gli sono proprie e quindi sui punti che non incidono sulle competenze professionali e sull’organizzazione della carriera: in particolare, orario, retribuzione, mobilità, nonché riconoscimento dell’autonomia contrattuale di una categoria di professionisti.” Dice la relatrice: “una professione che sappia autogovernarsi”, difficile capire come, se i sindacati, che di un possibile autogoverno sono soggetti di associazione e rappresentanza dei lavoratori, non potranno dire una parole in merito all’orario, alle retribuzioni, alla mobilità, …
Preoccupante la creazione di “un organo di valutazione professionale (standard, prestigio, immagine, promozione eccetera), che sarà, secondo la relatrice, la garanzia ‘dinamica’ dello sviluppo della professione e che rischia invece di diventare un organo arbitrario ed unilaterale chiamato a imporre forme di controllo e criteri non condivisi e per di più in un quadro di assenza di garanzie esplicitate. In merito a ciò e all’abolizione delle RSU di scuola e la creazione di RSU regionali si pone il problema non secondario dell’applicazione dentro le scuole degli articoli 1 e 14 dello Statuto dei Lavoratori (legge 300 del 1970): “art. 1 - Libertà di opinione. I lavoratori, senza distinzione di opinioni politiche, sindacali e di fede religiosa, hanno diritto, nei luoghi dove prestano la loro opera, di manifestare liberamente il proprio pensiero, nel rispetto dei principi della Costituzione e delle norme della presente legge. art. 14. - Diritto di associazione e di attività sindacale. Il diritto di costituire associazioni sindacali, di aderirvi e di svolgere attività sindacale, è garantito a tutti i lavoratori all'interno dei luoghi di lavoro.” Ora queste libertà sono in realtà menomate dalla nuova versione dell’articolo 19 dello stesso Statuto che, come dal 1995 al 2000, riconosce solo ai sindacati “maggiormente rappresentativi” a livello nazionale o “firmatari di contratto” diritti di assemblea e di costituzione della rappresentanza sindacale aziendale (RSA). È evidente invece che sia opportuno, necessario e indispensabile, nel momento in cui si procede con l’abolizione delle RSU, che il legislatore proceda garantendo il pieno e integrale esercizio degli articoli 1 e 14, attraverso la possibilità della costituzione in RSA per tutte le organizzazioni sindacali, nessuna esclusa, ripristinando così il diritto di assemblea d’istituto per ciascuna organizzazione presente. Si rischierebbe altrimenti di definire per via legislativa il riconoscimento di soli cinque sindacati (cgil, cisl, uil, snals, gilda). Per altro la costituzione di RSU regionali non può essere in alcun modo compensativa di diritti che devono poter esprimersi all’interno di ciascuna istituzione scolastica.
Data questa necessaria analisi della premessa, analizziamo la proposta di legge nei suoi articoli.
L’art. 1, comma 2 dichiara: ”Al governo delle istituzioni scolastiche concorrono il dirigente scolastico, i docenti, i genitori, gli alunni, i rappresentanti degli enti locali e, su deliberazione delle singole istituzioni scolastiche, i rappresentanti delle realtà culturali, sociali, produttive, professionali e dei servizi, secondo i principi della presente legge.” L’art. 5, comma 1, lettera a, afferma che il consiglio di amministrazione: “delibera il regolamento relativo al proprio funzionamento, comprese le modalità di elezione, sostituzione e designazione dei suoi membri.” Il che significa che in ciascuna scuola potrebbero esserci un numero partecipanti (è stabilito solo il numero massimo di 11) variabile ed eletto con criteri assolutamente diversi. Ambiguo l’articolo 7, il quale segnala come il piano dell’offerta formativa debba tenere in considerazione le “prevalenti richieste delle famiglie” (rimando all’art.1), in quanto prevalente non è chiaro se significhi maggioritarie o prevalenti sulle intenzioni dei docenti. Ugualmente ambigua la divisione in dipartimenti con una riunione unitaria obbligatoria ad inizio anno scolastico. Ragionevole sarebbe valorizzare e mantenere come soggetto deliberante e vincolante il collegio docenti.
A genitori e studenti è riconosciuto il diritto di associazione e di riunione all’interno della scuola (art.9), il che, almeno nelle scuole superiori ma anche in alcune medie, permetterebbe ai docenti di poter essere invitati dagli studenti a partecipare, recuperando uno spazio di confronto e organizzazione unitaria.
L’articolo 10 invita a formare gruppi di scuola per la valutazione del sistema scolastico, se realmente si procedesse con una autonoma valutazione non vincolata e libera da criteri preordinati dall’alto si potrebbe arrivare, forse, a quel percorso di autovalutazione di scuola che risponderebbe a criteri autentici di crescita professionale. Se invece si percorrono altre strade, tale valutazione si ridurrebbe ad una piaga nefasta, con colleghi che controllerebbero altri, innescando un meccanismo perverso che danneggerebbe la collegialità e la partecipazione paritaria ala costruzione dei percorsi formativi da mettere in atto insieme agli studenti.
L’articolo 11 è uno dei più oscuri e problematici, teorizza la delega totale del sistema scuola alle regioni e la distribuzione da parte di queste dei fondi, ricevuti dallo stato con “il trasferimento dei beni e delle risorse finanziarie, umane e strumentali necessari per l’esercizio delle funzioni e dei compiti conferiti alle regioni e agli enti locali nell’ambito del sistema educativo di istruzione e di formazione”. Si fa esplicito riferimento, nei criteri di ri - assegnazione dei fondi pubblici “alle caratteristiche qualitative delle proposte formative”, contraddicendo così il criterio di fondi attribuiti in base al numero di alunni delle scuole stesse, questo genererebbe un principio di disparità e inoltre appellarsi a criteri “di equità e di eccellenza”, come avviene nel testo, è impossibile, o si è equi, quindi non si discrimina, oppure si discrimina in ragione di una presunta eccellenza che andrebbe capito come è definita e valutata e soprattutto da chi.
L’articolo 12 apre con la questione dei docenti in cui sono garantiti da parte dello stato “un efficace sistema di reclutamento” ma non si capisce come verrà realizzato e “uno sviluppo di carriera e retributivo per merito”. Il comma 2 afferma che “la Repubblica promuove, riconosce e valorizza le libere associazioni professionali dei docenti, nelle quali essi possono sviluppare la propria dimensione professionale.” Anche in questo caso non è chiaro cosa si intenda per associazione professionale, ad esempio se un centro studi possa rientrare in questa categoria, e in che modo la Repubblica intenda valorizzare tale associazionismo. Per altro i sindacati, scomparsi dentro questa nuova scuola immaginata dall’Aprea, sono certamente un soggetto professionale e culturale dei docenti e quindi sarebbe da capire se almeno come soggetti di promozione culturale possano rientrare tra le associazioni da promuovere e valorizzare, quindi come questa valorizzazione avvenga. Almeno viene affermato che “sono assicurate ai docenti la libertà di insegnamento e l´autonomia professionale, … in particolare, è assicurata a ogni docente la libertà di scelta dei contenuti e delle metodologie didattici.”
L’art. 13 sembrerebbe andare nella direzione auspicata dal SISA fin dall’autunno 2007 con il superamento tanto delle scuole di specializzazione, quanto dei concorsi ordinari classici. Questa forse è la sola nota positiva della legge. Il comma 2 lettera C stabilisce l’obbligatorietà di: “attività didattiche, comprensive di laboratori e attività di tirocinio, del corso di laurea o di diploma universitario, anche con funzione di verifica delle attitudini relazionali, comunicative e organizzative proprie della funzione docente. Il tirocinio si conclude con una valutazione che tiene conto del giudizio formulato dal docente dell’istituzione scolastica presso cui si è svolto il tirocinio stesso.” Si prevede quindi un percorso abilitante, in sostituzione di concorsi e di scuole abilitanti, il quadro normativo proposto non è chiaro in tutti i suoi dettagli, ad una prima lettura rappresenta comunque un miglioramento rispetto al passato.
L’art. 14 impone che “coloro che hanno conseguito … l’abilitazione all’insegnamento, ai sensi dell’articolo 13, sono iscritti, sulla base del voto conseguito nell’esame di Stato abilitante, in un apposito albo regionale”. Tale iscrizione all’albo tuttavia non chiarisce come avverrà la mobilità interregionale.
L’ art. 15 norma l’anno di prova che diventa “un anno di applicazione, attraverso un apposito contratto di inserimento formativo al lavoro. L´ufficio scolastico regionale competente, tenendo conto delle esigenze e delle richieste espresse dalle istituzioni scolastiche, provvede all’ assegnazione dei docenti”.
L’ art. 16. Introduce concorsi d’istituto per docenti “banditi dalle istituzioni scolastiche statali con cadenza almeno triennale, secondo le esigenze della programmazione e al fine di effettuare la copertura dei posti disponibili e vacanti accertati dagli uffici scolastici provinciali e regionali.”
L’art. 17 norma la cosiddetta carriera: “La professione docente è articolata nei tre distinti livelli di docente iniziale, docente ordinario e docente esperto, cui corrisponde un distinto riconoscimento giuridico ed economico della professionalità maturata.”
Il comma tre reintroduce ragionevolmente gli scatti biennali automatici di anzianità aboliti nel 1995, tuttavia avranno diversa natura a seconda di quale dei tre livelli di docenza viene occupato dall’interessato e, temiamo, saranno aumenti minimi a recupero parziale dell’inflazione programmata, tali aumenti minimi rientrano nella contrattazione collettiva, senza specificare se regionale o nazionale.
Il comma 4 introduce la valutazione interna dei docenti: “L´attività del personale appartenente ai livelli di docente iniziale e di docente ordinario è soggetta a una valutazione periodica, effettuata da un´apposita commissione di valutazione, in ordine a: a) l´efficacia dell’azione didattica e formativa; b) l´impegno professionale nella progettazione e nell’attuazione del piano dell’offerta formativa; c) il contributo fornito all’attività complessiva dell’istituzione scolastica o formativa.”
Torna con il comma 5 il portfolio delle competenze, ma questa volta del docente: “Le valutazioni periodiche costituiscono credito professionale documentato utilizzabile ai fini della progressione di carriera e sono riportate nel portfolio personale del docente.”
Il comma 6 spiega come è formata “La commissione di valutazione”, “presieduta dal dirigente dell’istituzione scolastica, “composta da tre docenti esperti, eletti all’interno della medesima istituzione scolastica o formativa, e da un rappresentante designato a livello regionale dall’organismo tecnico rappresentativo.” Dovrebbe avere durata quinquennale, tuttavia nulla è rescritto per le dimissioni o le surroghe. L’organismo tecnico rappresentativo, nazionale e regionale, stabilito dall’articolo 20 resta di dubbia configurazione, per quanto l’articolo stesso ne garantisca l’elezione da parte dei docenti.
Il comma 7 chiarisce che “L’avanzamento dal livello di docente iniziale a quello di docente ordinario avviene, a domanda, a seguito di selezione persoli titoli effettuata da apposite commissioni” che quindi sembrano essere organismi diversi dalla commissione di valutazione. Mentre il comma 8 stabilisce che “L’avanzamento dal livello di docente ordinario a quello di docente esperto avviene, a domanda, mediante formazione e concorso volto a verificare il possesso dei requisiti culturali e professionali dell’aspirante ed espletato a livello di reti di scuole.”
Il comma 9 stabilisce che MIUR e Ministro dell’economia determinano “annualmente il contingente massimo di personale docente per ciascuno dei livelli di docente ordinario e di docente esperto. Riproponendo l’assurdo del concorsone di berlingueriana memoria (2001), perché una determinazione numerica esterna sarebbe l’esatto contrario di una per quanto difficile verifica dei titoli degli aspiranti, si creerebbero situazioni nelle quali due docenti a parità di titoli si vedrebbero uno accogliere e l’altro negare (in ragione di cosa? l’età anagrafica?) il passaggio ad ordinario. Per altro questa angoscia patologica da concorso interno metterebbe i colleghi gli uni contro gli altri e, temiamo, li distrarrebbe dal fare scuola e dalla relazione educativa, precipitando molte energie nella guerra interna per l’avanzamento di carriera. Per di più questo tipo di qualifiche migliorative sarebbero attribuite a livello di scuola. Ora ci si chiede, ogni scuola avrà un numero fisso di colleghi da passare a ordinario e ad esperto? Ma se una scuola ne avesse di più e un’altra di meno? Torniamo al famoso concorsone 2001 che stabiliva per decreto che un 20% dei docenti di ciascuna scuola sarebbero stati certificati come migliori, senza tenere in considerazione la possibilità che fossero il 30% in una e magari meno o più in un’altra? Sempre questo comma per di più sancisce che tali concorsi sarebbero aperti “sia ai docenti interni, sia a quelli provenienti da altre istituzioni scolastiche.” Rasentando quindi l’incredibile, perché mettiamo, se un numero spropositato di docenti decide di partecipare al concorso di una determinata scuola come si fa? Tutto l’impianto concorsuale proposto ci pare farraginoso, contraddittorio, inefficace e pericoloso, perché oltre ad essere ben lungi dal perseguire un riconoscimento delle professionalità, rischia di stravolgere le scuole rendendole bolgie dantesche di poveri diavoli gli uni contro gli altri armati.
L’articolo 18 introduce la vice-dirigenza delle istituzioni scolastiche, secondo concorso per esami e titoli, noi crediamo che come il dirigente, debba essere una figura elettiva e revocabile dal collegio docenti.
L’articolo 19 stabilisce: “l’associazionismo professionale costituisce libera espressione della professionalità docente e può svolgersi anche all’interno delle istituzioni scolastiche … che ne favoriscono la presenza e l’attività e ne tutelano la possibilità di comunicazione anche attraverso appositi spazi.” Concordiamo, a patto che sia chiaro che tutte le associazioni professionali devono godere di pari e uguali diritti e non solo le associazioni gradite al ministro o al dirigente scolastico. Ugualmente auspicabile come sancito dal comma 2 che le associazioni possano essere “consultate in merito alla didattica e alla formazione iniziale e permanente dei docenti e valorizzate nelle loro funzioni propositive.”
L’art. 20 crea gli organismi tecnici rappresentativi regionali e quello nazionale, l’art. 21 ne norma le funzioni, dalla raccolta dei dati contenuti negli albi regionali alla formulazione di proposte sui criteri da seguire per la formazione iniziale, per l’abilitazione nonché per l´individuazione degli standard professionali dei docenti. Ed ecco che ritorniamo ad un punto già affrontato, ovvero quello degli “standard”, che a nostro avviso cela la del tutto sbagliata valutazione dei docenti attraverso i risultati degli alunni. Insegnare in una scuola di frontiera, in una periferia disagiata ad alta immigrazione non può avere gli stessi obiettivi didattici, prima ancora che gli stessi risultati, di una scuola di un qualunque centro storico di una grande città italiana. Negare questa complessità e al tempo questa ricchezza del sistema formativo italiano significa semplicemente ridurre a omogeneità ciò che in nessun modo può essere omologato, pena un drammatico immiserimento della pluralità didattica del nostro paese.
Lo stesso comma parla di “codice deontologico”, di potestà disciplinari sugli iscritti negli albi regionali”, di “criteri di valutazione e dei mezzi per il conseguimento degli obiettivi generali del sistema nazionale di istruzione”, di “tecniche e procedure di reclutamento dei docenti.”
L’art. 22 infine introduce il contratto separato per i docenti, ma sempre di natura privata, come sancito dalla Bassanini del 1997, la soppressione della RSU di scuola e la creazione di quella regionale.
Riteniamo che leggere il progetto di legge Aprea, come una semplice lista di intenzioni, come alcuni propongono, sia un modo del tutto sbagliato di affrontare il futuro della scuola, sia una grave sottovalutazione dei rischi che corre la scuola sancita e nata dalla Costituzione, la scuola della Repubblica. Siamo di fronte ad un grave pericolo, all’annullamento di quello spirito di universalità, di partecipazione, di concorso solidale al successo scolastico che ha segnato sino ad oggi, pur tra progressi e contraddizioni, la storia del sistema scolastico italiano dal 1946 . Con questo progetto si vogliono costruire gerarchie tra le scuole e tra i docenti. Il SISA non nega che la proposta Aprea abbia alcuni elementi ragionevoli, che tuttavia andrebbero altrimenti sviluppati, non nega più in generale la necessità per la scuola di un progetto riformatore, ma denuncia fin da subito l’impianto complessivo della legge 953, dichiaratamente volto a fare parti eguali tra diseguali e proprio don Lorenzo Milani ci ha insegnato che non vi è niente di più ingiusto. Respingiamo quindi questa proposta di legge e ci dichiariamo da subito disponibili a contrastarla nelle forme e nei modi che gli studenti, i docenti, i lavoratori della scuola, le donne e gli uomini che hanno a cuore un futuro migliore vorranno contrastarlo. Fin da subito dichiariamo che le nostre bandiere e la nostra voce sarà nelle strade e nelle piazze che reclameranno una diversa scuola e una diversa società.
Sabato 24 gennaio a Bellinzona, Caffé dei commercianti, ore 14.30, il SISA partecipa con il segretario generale al dibattito sulla crisi economica mondiale promosso tra gli altri dal SISA Svizzera.
Martedì 27 gennaio in occasione della “Giornata della Memoria” che ci impegna a ricordare le donne e gli uomini di fedi religiose e politiche che hanno sfidato fin dentro i campi di sterminio la barbarie nazifascista il SISA Belgio è tra i promotori insieme anche al Centro Studi “Anna Seghers” della proiezione del film “Le strade di Levi” di Davide Ferrario che ripercorre il lungo viaggio della “Tregua” di Primo Levi, dalla Liberazione per mano della Armata Rossa del campo di Auschwitz il 27 gennaio 1945, sino al rientro nella Torino dello scrittore il 19 ottobre dello stesso anno. Proiezione alle ore 18 ad Anderlues, presso il centro culturale "La Bourlette".
Domenica 1 febbraio ore 15, presso la sede per l’Italia, in vicolo Calusca 1 Milano, riunione del gruppo SISA di Milano, per discutere insieme azioni e iniziative per i prossimi mesi.
Tutti contro ……. Ma orecchie da mercante ……
Nonostante i continui scioperi indetti da varie organizzazioni sindacali tra cui il SISA, il ministro Gelmini e tutto il governo continuano “a fare orecchie da mercante” infischiandosene delle gravi conseguenze che le loro scelte porteranno sulla scuola pubblica, ormai massacrata da decenni da assurde scelte politiche dei vari governi che si sono succeduti.
La scuola primaria italiana che era considerata tra le prime al mondo, viene demolita a picconate, reintroducendo il maestro unico e ritornando indietro di 40 anni senza capire che i tempi son cambiati e le attività didattiche moltiplicate.
34.000 posti tagliati alle primarie in tre anni, una vera e propria debacle, bugie sul maestro unico, chiamato poi “prevalente” e ritornato improvvisamente “unico”…..un pasticcio……
Inoltre viene reintrodotto il voto di condotta e il voto in decimi azzerando tutte le varie valutazioni fin qui perfezionate in tanti anni; ciò avviene senza un confronto con i vari specialisti su un argomento così importante e ricco di implicazioni educative e scientifiche. Tutto a scapito dell’unitarietà dell’insegnamento, un vero e proprio disastro.
Per la scuola secondaria di primo grado invece entreranno in vigore i nuovi orari, i genitori potranno scegliere tra i modelli orari di 30 ore o di tempo prolungato di 36 ore, prolungabile fino a 40. Nel modello a 30 ore ci sarà un’aggiunta di una nuova ora di approfondimento degli insegnamenti delle materie letterarie. Anche quest’ordine di scuola subisce una riduzione del tempo scuola, nonostante si parli nel Regolamento di prolungamento di 40 ore che dovrà naturalmente confrontarsi con le disponibilità di organico che però verranno tagliate “alla grande”. Gravissimo poi l’attacco alle lingue straniere, con la possibilità di annullarle a vantaggio del solo inglese, con una “pre-scelta” vincolante anche per la secondaria, le ore della seconda lingua.
Per la scuola secondaria di secondo grado i nuovi ordinamenti entreranno in vigore dall’anno scolastico 2010/11 con la revisione generale dell’offerta formativa, con tagli di orari, di materie, …
Dopo questa tempesta sui vari ordini di scuola, colpendo principalmente come abbiamo già detto, la scuola primaria, ci saranno enormi tagli al personale della scuola, sia docente che ATA, mettendo in crisi completamente il sistema scolastico, e lasciando letteralmente “sulla strada” tanti dipendenti che con questo lavoro danno “da mangiare” alle proprie famiglie, e che improvvisamente rischiano di non poter più stipulare un contratto a tempo determinato ……inviteremo tutti loro, docenti ed ATA e famiglie che si troveranno senza lavoro ad andare a chiedere al ministro ed ai nostri governanti un piatto di minestra per poter sopravvivere……….
Aspettiamo con ansia poi il nuovo regolamento sul reclutamento regionale dei docenti, dopo aver letto il disegno di legge pieno di incognite e di problematiche, chiedendoci sempre che fine faranno i diplomati di istituto magistrale non in possesso di idoneità e abilitazione che lavorano da anni in terza fascia d’istituto e che improvvisamente rischiano di essere mandati via da un disegno di legge che non li prende neanche in considerazione……..chiediamo lumi al ministro………..non possiamo mandarli ad oltre trent’anni di età ad iscriversi all’università……..
Per finire, noi del SISA crediamo che per costruire una buona scuola, bisogna mantenere sempre alto il confronto tra il governo e le varie organizzazioni sindacali, questo purtroppo ultimamente non è mai successo……speriamo che con il nuovo anno possa avvenire, altrimenti dovremmo appellarci all’unico strumento democratico che c’è in questo paese: lo sciopero.
20 gennaio 2009
Il segretario nazionale
Emilio Sabatino
2° assemblea generale del SISA
Le nostre idee e le nostre ragioni, in lotta verso il 2009
Si è svolta presso la sede per l’Italia di Milano domenica 21 dicembre 2008 la seconda assemblea generale del SISA. Molti i messaggi ricevuti da quanti, aderenti e responsabili locali, non hanno potuto essere presenti.
Matilde Scotti è la nuova coordinatrice studentesca del SISA, anche lei tra le fondatrici del sindacato, come Cristina Cairone e Laura Canella che l’hanno preceduta, ha espresso il desiderio che
le ragazze e i ragazzi del SISA la aiutino e collaborino nell’elaborazione delle proposte e delle idee che fanno del SISA una novità, il solo sindacato che ha come obbiettivo quello di elaborare
un’alternativa culturale, di lottare per una scuola diversa, insieme, studenti, docenti e cittadini democratici a partire dai genitori.
Davide Rossi ha tracciato un bilancio dei primi 444 giorni (4 ottobre 2007 – 21 dicembre 2008) del SISA, ovvero 14 mesi e due settimane di vita, il forte sviluppo del sindacato, in particolare a
partire dall’estate e dentro l’Onda che ha attraversato la scuola e contrastato gli attacchi del ministro Gelmini.
Un movimento che il SISA da gennaio intende contribuire a rilanciare per rispondere ai decreti che hanno confermato la politica di tagli e riduzione dell’offerta formativa. Ugualmente in larga
parte d’Europa, dalla Grecia al Portogallo, dalla Francia alla Germania, dalla Spagna alla Svizzera, simili politiche di tagli contro la scuola hanno portato e stanno portando nelle strade docenti e
studenti che levano la loro voce e chiedono diritti e futuro.
Ad Atene e in tutta la Grecia, da Salonicco a Patrasso, nuove manifestazioni di studenti e docenti, cartelloni, striscioni, sono in ogni strada, in ogni finestra, alcuni anche sul Partenone. Alcuni
ragazzi hanno fatto pacifica irruzione durante il telegiornale più seguito negli studi televisivi e hanno aperto un grande striscione con la scritta: “smettete di guardare, scendete nelle
strade”.
In Portogallo la battaglia di docenti e di studenti continua e non si interrompe per le feste, anche in questo caso i progetti di tagli alla scuola pubblica hanno portato a formarsi comitati di
scuola che in rete organizzano dimostrazioni e manifestazione.
Alessia Fregonese, responsabile di Milano, ha consigliato di elaborare un manifesto di adesione per gli studenti che è stato scritto ed approvato.
Tra gli interventi, Alessandro Lanzani ha sottolineato l’importanza di utilizzare le opportunità offerte dal sito e da canale SISA di youtbue per trovare nuovi consensi e adesioni e lanciare campagne
e iniziative radicate nel territorio.
Il sindacato ha salutato con soddisfazione il voto di mercoledì 17 dicembre con cui il parlamento europeo ha respinto la normativa che stabiliva l’orario lavorativo a 65/48 ore, come un secolo fa, un
segno di resipiscenza e di civiltà che andrà comunque difeso nei prossimi mesi dagli attacchi che non mancheranno, per deregolamentare ulteriormente il lavoro.
Approvato il fitto calendario di iniziative e di incontri del sindacato per i prossimi mesi dell’a.s. e dell’a.a. 2008 – 2009.
Dal 25 dicembre al 4 gennaio 2009 il SISA sarà a Cuba per incontrare la Federazione Sindacale Mondiale e la CTC, confederazione dei lavoratori cubani, in occasione del 50° anniversario della
rivoluzione (1 gennaio 1959 - 2009).
Il 10 e 11 gennaio a Berlino, per un incontro con il gruppo SISA Berlino e la manifestazione per il 90° anniversario della scomparsa per mano violenta di Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht
Il 24 gennaio il segretario generale sarò a Bellinzona per un dibattito sulla crisi economica e le prospettive per il futuro, in collaborazione con il SISA Svizzera.
Il 27 gennaio a Binche (Belgio) il gruppo belga del SISA sarà tra i promotori delle iniziative per la giornata della memoria, con proiezione del film “La strada di Levi” di Davide Ferrario.
È aperta la discussione in merito alla giornata di sciopero indetta per venerdì 13 febbraio, emerge tuttavia l’orientamento
Dal 23 al 28 febbraio il sindacato sarà a Kinshasa (Congo) per incontri, reciproca informazione e corsi di formazione con il sindacato congolese Lotta Operaia.
Il 4 aprile a Binche (Belgio) nel quadro della Giornata internazionale di lotta per l’educazione, concordata tra i sindacati che collaborano con la CNT francese, proiezione e dibattito del film di
Manuela Tempesta “Non Tacere”
Il 25 e 26 aprile dovrebbe svolgersi la terza assemblea generale del SISA a Montepulciano, con partecipazione a Monticchiello alla manifestazione per la giornata della Liberazione.
Il primo maggio SISA alla manifestazione May Day a Milano e concerto Pile Up e manifestazione
Il 30 e 31 maggio a Barbiana incontro con gli ex – studenti di don Milani e una delegazione belga di docenti e studenti.
A luglio il SISA sarà presente in Sardegna per il NoG8 2009 e il 20 luglio a Genova per la manifestazione in memoria di Carlo Giuliani.
L’invito come sempre è quello alla più larga partecipazione possibile alle iniziative del sindacato.
Appresa con soddisfazione la notizia che il Festival Mondiale della Gioventù è stato rinviato al 2010. L’augurio è che possa essere organizzato in un continente extra – europeo, per permettere una
maggiore presenza di delegazioni del continente ospitante, al momento è stata avanzata la candidatura di Cipro.
Dato ampio mandato al responsabile di Parigi Giancarlo Pizzi di rappresentare il SISA nell’incontro che si terrà nella capitale francese ai primi gennaio. Nel mandato si è ribadita la linea del
sindacato disponibile alla più ampia collaborazione con le organizzazioni sindacali, alternative e di base europee.
Accolta positivamente la necessità di promuovere momenti di formazione interna, sia come SISA Italia, sia in collaborazione con il SISA Svizzera. Verranno valutati, tempi, modi e possibilità per
realizzare momenti di formazione e approfondimento di temi specifici da parte degli studenti.
Si decide infine di organizzare un presidio per il 22.12.08 a Milano per la venuta del ministro Gelmini.
Gelmini, indietro adagio, quasi, o forse no
La retromarcia del ministro Gelimini è davvero tale? Il SISA non ne è così convinto. Anzi. Intanto perché i tagli di 8 miliardi di euro non sono stati eliminati, ma confermati, quindi purtroppo dovranno in qualche modo essere condotti, a meno che il movimento dell’Onda non costringa il governo a ritirarli. Il maestro unico ora è “a domanda”, ma poiché conosciamo, per aver già sperimentato in passato modalità simili, cosa succeda in questi casi, temiamo che il ministero stabilisca una “quota minima” per scuola e agisca sui presidi perché la applichino, questi a loro volta saranno “costretti” a far “pressione” sui genitori e sui docenti perché si mostrino favorevoli alle quote anche quando non lo sono. Con l’aggravante dei presidi che intenderanno mostrarsi più zelanti del necessario eccedendo tali vincoli, che in ogni caso come SISA, laddove fossero stabiliti, rifiutiamo e invitiamo, docenti e famiglie, a respingere. Per altro resta invariato il rischio che le riduzioni di organico e di fondi stabilite dalla legge 133 mettano le scuole a modulo (tre docenti su due classi) nella condizione di non poter offrire altro che il maestro unico. In merito ai tagli alle medie (con la riduzione a nove ore per classe per i prof di lettere) e alla superiori (eliminazione di tutte le sperimentazioni e riduzione generalizzata degli orari per licei e istituti), al nuovo numero di alunni per classe (portato a 33) e alle soppressioni di migliaia di scuole di piccoli centri, nessuna revisione, solo un temporeggiamento, con il congelamento dei provvedimenti sino a settembre 2010. Nel governo ha vinto per il momento la paura del movimento di protesta e di proposta che da gennaio si sarebbe fatto ancor più largo e impetuoso. Tuttavia le ragioni per restare nelle piazze e continuare a manifestare ci sono tutte. Lo stesso presidente del consiglio ha detto che i progetti Gelmini continuano a essere tali e il ministro stesso rilascia interviste in cui conferma tutti i suoi progetti. Come SISA da gennaio saremo parte e promotori di iniziative che mettano insieme docenti, studenti, famiglie e cittadini democratici, che permettano, nel corso dei prossimi 18 mesi, quelli che ci separano dall’applicazione totale delle proposte Gelmini, di agire in ogni modo possibile per impedire che questa destrutturazione della scuola pubblica abbia seguito. Per altro le classi ghetto per i ragazzi stranieri e l’espulsione di tutti i precari dalla scuola obbligano il SISA ad un impegno costante per una scuola capace di futuro e di civiltà, che riconosca agli studenti stranieri la partecipazione alle normali classi e ai precari un progetto di immissioni in ruolo coerenti con i percorsi e le competenze maturate dai precari stessi.
12 dicembre, una importante giornata di lotta
A Milano il SISA presente in due cortei, quello studentesco e quello del sindacalismo di base, in entrambi i casi con la propria pluralità, fatta di docenti, studenti, cittadini democratici, confluiti in piazza Duomo e quindi in piazza Fontana, per ricordare il 39° anniversario dei caduti che hanno inaugurato la drammatica stagione della strategia della tensione, per il lavoro, per scelte anti – crisi volte a tutelare i lavoratori e non i potentati economici e bancari, per la scuola e per l’università, perché la battaglia contro i progetti Gelmini continua e non si arresta. Ugualmente a Roma il SISA dentro il corteo degli universitari dei precari, dell’Onda, partito dalla Sapienza.
Se la giornata del 12 dicembre è stata una importante giornata di lotta il merito non può essere della sola Cgil, ma ugualmente del sindacalismo di base che ha chiamato nelle piazze studenti e lavoratori, per quanto i media abbiano fatto di tutto per non dimenticare il ruolo del sindacalismo di base.
settembre – dicembre 2008, cento giorni nell’Onda, che continua …
Da cento giorni un movimento largo, appassionato, sincero, inteso, attraversa la società italiana perché crede nella scuola, nella ricerca e nell’università. Come SISA ne siamo stati parte e lo saremo ancora nei prossimi mesi. Con orgoglio possiamo affermare di essere stati nelle piazze di Milano e di Roma, quest’anno particolarmente piovosa, in tutte le giornate di lotta, una presenza impegnativa e convinta, riuscita, non solo nelle giornate di sciopero della scuola del 3, 17, 30 ottobre e 12 dicembre, ma anche in tutti i venerdì da fine settembre a fine novembre, passando per lo sciopero dell’università del 14 novembre, compresi i due sabati del 27 settembre e del 28 novembre, nonché a Roma nella tre giorni del 27-28-29 ottobre in concomitanza con il voto parlamentare sulle proposte Gelmini. Una presenza davvero straordinaria, riuscita in particolare grazie alla costante mobilitazione degli studenti del SISA che hanno portato nelle strade e nelle piazze la nostra voce, le nostre richieste, le nostre idee, le nostre bandiere.
SISA, verso un 2009 di impegno e di lotta
Come SISA siamo chiamati a un bilancio del nostro lavoro e della nostra attività, nati il 4 ottobre 2007, dopo quattordici mesi, siamo cresciuti, ci siamo radicati, abbiamo unito a noi nuove energie, nuove intelligenze, nuove speranze. È un cammino aperto, un percorso che ha ancora molte strade da percorrere, ma che rivela, ogni giorno di più, l’importanza e la forza di una scelta, quella di essere un soggetto nuovo, trasversale, in tutto e per tutto diverso dalle tradizioni sindacali precedenti. Il SISA, raccogliendo insieme studenti, docenti, cittadini democratici, con uguali responsabilità, rappresenta una realtà del tutto nuova, inedita, che si nutre quotidianamente di confronto, che discute, che vive e supera le incertezze nel dialogo, che trova nuovo slancio nelle ragioni che ci uniscono.
Sarà per il SISA sarà un 2009 di impegno e di lotta, per i diritti sociali, per la scuola, per la cultura, per l’ambiente. Saremo a luglio in Sardegna per esprimere le ragioni dei popoli della terra, più grandi di otto capi di stato che pretendono di decidere da soli le sorti, sempre più dissestate e ingovernabili, del pianeta.
13 dicembre ’08
Il segretario generale
Davide Rossi
Roma (10, 11, 12, 13 dicembre ’08)
quattro giorni di lotta e di pensieri
Diario militante di Barbara Bernardi, responsabile SISA di Roma
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Roma 10/12/2008
Istituto J. Piaget, ore 17.00 inizia l’incontro culturale con annesso dibattito del coordinamento “Non Rubateci il Futuro” X municipio di Roma. Quasi cento presenze il teatro della scuola al completo, l’ Associazione Diversamente si occupa dei nostri figli mentre noi ci prepariamo alla visione del DVD del 23 ottobre (manifestazione X municipio con 7mila persone in piazza) ed alla visione del film “Non tacere” co - diretto dalla nostra compagna del SISA Manuela Tempesta. Presenti in sala, il presidente del X municipio Sandro Medici, don Roberto Sardella, Alberto Alberti (pedagogista) e Fabio Bocci (pedagogista) che dopo la visione del documentario aprono il dibattito sulla “scuola che vorremmo”. Molti gli applausi dopo la visione del documentario e durante gli interventi, da parte del centinaio di persone presenti, alla fine della serata, si decide di replicare grazie al placet di M. A. Damiano dirigente scolastica del 50° circolo didattico don Paolo Albera proprio nella nostra scuola, con gli stessi interventi e con un pubblico speriamo più ampio per il mese di gennaio. La chiesa di Don Roberto non è la chiesa che ci propongono e la diversità non ci deve spaventare ma unire nella lotta, contro questo governo che partendo dalla scuola vuole attuare un piano distruttivo per tutta l’ Italia. Citazioni da parte di Alberto Alberti di don Lorenzo Milani e della sua attività, come simbolo di una scuola che abbraccia la realtà non le belle parole dei politici. Alla prossima proiezione saremmo lieti di ospitare in rappresentanza del Centro di Formazione don Lorenzo Milani il responsabile per la Lombardia Davide Rossi.
Roma 11/12/2008
Stesso posto stessa ora argomenti diversi: sempre al Piaget anche oggi ci appropriamo del teatro per un dibattito questa volta incentrato sulla scuola secondaria dal titolo: scuola secondaria quale futuro? Complice l’incontro del governo con i sindacati, abbiamo discusso di quello che sarà la scuola secondaria a partire dal 2010/2011. Intervengono al dibattito: Maria Brigida (Segreteria FLC CGIL Naz.) Rappresentante del CIDI, uno studente del liceo scientifico “Gullace”, Monija Marconi (Rete Nazionale Docenti Precari). Arriva in diretta via cellulare la notizia che la Riforma Gelmini ha fatto un passo indietro: due minuti di applausi ed urla ininterrotte concludono una due giorni di gioia e fatica in attesa di domani…
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Roma 12/12/2008
3 – 2 - 1 si parte !!! Ore 9.30 l’Onda anomala Romana complice il maltempo parte da Piazzale Aldo Moro, tra studenti universitari, docenti precari, genitori dei coordinamenti “Non rubateci il Futuro”, studenti medi e superiori, circa mille persone tra cui bambini partono alla volta di Piazza della Repubblica, dove il corteo con in testa i ragazzi di “Action” si congiungerà al corteo dei sindacati di base fino al Colosseo per poi proseguire verso Viale Trastevere, destinazione Ministero. Alcune migliaia le persone che sfilano per le strade di Roma, malgrado la pioggia fitta e battente che non ha smesso un attimo, malgrado l’allerta per la possibile esondazione del fiume Tevere, l’ Onda della scuola travolge gli eventi climatici ed ottiene il suo ennesimo successo. Il corteo CGIL partito da piazza Santa Croce in Gerusalemme si ferma al Colosseo e fa sentire la sua voce, centinaia di migliaia di lavoratori che oggi sono rimasti a casa scioperando ognuno a modo suo contro la crisi e contro il governo. Adesioni oltre l’80% in quasi tutti i posti di lavoro, a parte trasporti, vigili del fuoco e protezione civile che hanno contribuito esonerati dallo sciopero, alla sicurezza della città. Una solo voce, un solo coro: “non finisce qui”, malgrado il cosiddetto “mezzo” passo indietro sulla scuola da parte del governo ieri, la protesta non si ferma, l’intento è quello di fargliene fare due di passi indietro ed abrogare al Legge!!! In manifestazione il nostro primo pensiero è stato quello di coprire i bambini dalla pioggia, ma la giornata è stata comunque bella malgrado il maltempo e qui inizia l’Onda Anomala di Natale. A Roma per le festività natalizie si sta organizzando un Natale precario, una tre giorni di presidio in piazza per far capire che anche noi precari vogliamo un futuro, dato che presto si comincerà a parlare di noi in consiglio dei ministri. Ci hanno detto: “siete 4 gatti a protestare”, “siete frange estremiste e strumentalizzate i bambini” e noi rispondiamo “stai zitta Gelmini!”
Roma 13/12/2008
Si replica anche oggi in piazza Montecitorio a Roma, malgrado il tempo, malgrado la fatica e la stanchezza degli ultimi giorni, per protestare contro la criminalizzazione del “file sharing” e per un futuro “carico di licenze collettive!” Perché non siamo pirati, ma amanti della Cultura e pensiamo che la liberalizzazione della Cultura attraverso la rete internet senza scopo di lucro sia il messaggio per il futuro. Una quindicina di temerari, con il freddo e la pioggia incombente a Roma hanno manifestato ponendo con forza la domanda: “ Di chi è la cultura?” Molte le persone che si sono fermate ad ascoltarci, tanti i cd e le magliette distribuite, anche tra le stesse forze dell’ordine, per una giornata che sembrava dover essere un flop, ma che grazie alla costanza dei presenti è stata un grande successo. Metterci la faccia quando si tratta di certe cose non è sempre facile, vista anche la giovane età dei partecipanti, ma questo è un punto di partenza per una lotta più assidua, il SISA presente a Roma con le sue bandiere strappa ai passanti dei commenti:” no grazie io sono a favore della Gelmini”. Arriva la pioggia battente ed alle 17.00 si smonta tutto e tutti a casa, ma portiamo con noi una giornata indimenticabile, una pioggia di sorrisi e una speranza in più nel cuore. Un grazie da parte di Roma, anche a chi si è adoperato al meglio anche a Milano sotto una pioggia continua e battente, Cagliari e Perugia, la prossima volta il sole ci aiuterà.
Seconda Assemblea generale del SISA
È convocata la seconda assemblea generale del SISA, presso la sede per l’Italia, domenica 21 dicembre alle ore 15.00 in vicolo Calusca 1 Milano.
Tutti coloro che vengono da fuori Milano e hanno intenzione di partecipare saranno ospitati presso gli aderenti del sindacato, purché lo comunichino nel minor tempo possibile.
Ordine del giorno:
- Designazione e ratifica della nuova coordinatrice studentesca
- Sviluppo e crescita del sindacato periodo maggio 2008 – dicembre 2008, resoconto delle attività svolte e del contributo del SISA dentro il movimento di lotta dell’Onda
- Prospettive e scelte di intervento per la crescita del sindacato
- Iniziative da realizzare, in programma e da programmare
- Valutazione della situazione attuale del movimento di lotta, prospettive e proposte
- Ipotesi di intervento degli aderenti SISA nel centro studi “Anna Seghers” e sul mensile aurorarivista.it
- Iniziative contro il precariato
- Percorsi pedagogici e possibilità di un contributo di idee del SISA per un liceo autogestito
- Bilancio economico, prospettive e scelte
- Varie ed eventuali
14 dicembre 2008
il coordinamento
Dal 10 al 17 dicembre ’08, prima e dopo lo sciopero generale che ci vedrà in piazza a Milano e a Roma, il SISA organizza e promuove diverse iniziative, ne diamo di seguito sintesi, premettendo un breve resoconto del 7 dicembre ’08
L’armonia del SISA davanti alla Scala di Milano il 7 dicembre ’08
Alla Scala le bandiere, gli studenti, i docenti, i genitori del SISA hanno portato la voce di una richiesta: futuro per la scuola! Riportiamo il comunicato dell’Adnkronos, ripreso da Repubblica, Indymedia e Libero:
Milano, 7 dic. - (Adnkronos) - Protesta la Sisa Scuola, in piazza della Scala, ad un'ora dall'inizio della prima del Teatro scaligero. A parlare e' il segretario della Sisa, Davide Rossi: "Oggi e' un giorno dedicato alla musica -dice- e noi siamo qui per esprimere armonia e difesa per la scuola pubblica penalizzata dalla riforma del ministro Gelmini. Meglio sarebbe -prosegue- che lo stato si occupasse meno di armamenti e piu' della scuola, dei suoi ragazzi che rappresentano il futuro del Paese".
Ed ecco quanto riportato da “Il Giornale”:
Fra striscioni e slogan: la «Prima» di studenti, vigili e ambientalisti all’insegna della protesta
La folla, chiaramente, non capisce dove inizia la protesta e finisce la bagarre del giorno di festa: troppa gente, troppe bandiere, troppa confusione. Piazza Scala, ore 17.30 di ieri. Dietro i cavalli allineati davanti al tempio della lirica in attesa di autorità e lustrini, c’è un’altra realtà. Ad esempio quella allegra ma combattiva di Davide Rossi e di un centinaio di ragazzi della Sisa (il sindacato scuola Ambiente) che dicono di sostenere la scuola pubblica tout court. «Ma la scuola va riformata non partendo da 8 miliardi di tagli... Siamo un po’ preoccupati...» sorride Davide.
SISA solidale con gli studenti greci, ieri, oggi, domani!
Atene, Salonicco, Patrasso, Corfù, Creta, ma anche le ambasciate elleniche in Europa, da Londra a Berlino, la rabbia degli studenti attraversa la Grecia, dopo l’omicidio del quindicenne Andreas Grigoropulos durante una manifestazione. Il SISA ha manifestato, attraverso la coordinatrice Laura Canella, solidarietà e vicinanza ai ragazzi di Grecia e ai lavoratori che per il 10 dicembre ’08 hanno proclamato lo sciopero generale. Perché il diritto a manifestare e il diritto al futuro riguardano la scuola e il mondo del lavoro.
A Roma il SISA tra i promotori di incontri e confronti
verso lo sciopero generale del 12 dicembre
Il 10 e l’11 dicembre, con la partecipazione attiva del SISA, il X Municipio di Roma organizza due giornate di preparazione, approfondimento e riflessione in vista dello sciopero, dal tema: “Sapere bene comune: la scuola che vorremmo”.
Mercoledì la proiezione del film, realizzato tra l’altro da Manuela Tempesta del SISA, sulla scuola di Don Roberto Sardelli e intitolato "Non Tacere", a seguire dibattito, giovedì incontro dal tema: “Scuole superiori: quale futuro?” e quindi concerto dei gruppi musicali degli studenti.
12 dicembre sciopero generale, a partire dalla scuola
SISA ore 9.00 largo Cairoli a Milano – ore 9.00 Roma Piazza San Giovanni
Sciopero generale, sciopero della scuola e dell’università. Il SISA sarà a Milano e a Roma il 12 dicembre. A Milano ci si ritrova alle ore 9.00 in piazza Cairoli e si arriverà in Duomo, quindi parteciperà all’assemblea della Statale (pre)occupata in Festa del Perdono. A Roma manifestazione a partire da piazza San Giovanni ore 9.00.
Le ragioni sono quelle condivise dentro il movimento dell’Onda, la scuola deve essere rispettata, tempo pieno alle elementari, no ai tagli alle medie e alle superiori, ma anche libertà d’insegnamento e libertà di apprendimento, coinvolgimento di docenti, studenti e genitori in qualunque progetto di riforma. Una riforma, come quella Gemini che deve essere ritirata, contro chi nella scuola vive ogni giorno, non potrà mai essere applicata.
Continua il movimento di solidarietà con gli studenti dell’Artusi di Roma
Intervento di Stefano Fregonese
Stefano Fregoense, professore di psicologia della Relazione Educativa, aderente al SISA, interviene nel dibattito in merito al gravissimo episodio che ha visto i ragazzi dell’Alberghiero Artusi di Roma oggetto di denuncia da parte del preside. L’intervento in "Studenti News" Ne anticipiamo un passaggio: “Di fronte a eventi eccezionali ma per nulla anomali nella vita della scuola come uno sciopero, un’assemblea, un picchetto, una occupazione o l’autogestione della scuola da parte degli studenti (il “preside poliziotto”) sarà assente, chiuso in un risentito e difensivo atteggiamento di attesa del ripristino di un ordine formale, o repressivo, per negare a sé stesso e alla società ogni evidenza di una vitalità della componente umana della scuola che esca dai ristretti parametri di una astratta e burocratica norma di buon funzionamento.”
13 dicembre SISA in piazza Scala a Milano, ore 14, per le licenze collettive
a Roma, sempre alle 14, fuori dal parlamento
Il SISA è contrario alla criminalizzazione di coloro che scaricano materiali da internet e crede fondamentale che si arrivi ad una legge per la condivisione delle opere tutelate dal diritto d'autore, attraverso lo strumento delle licenze collettive, come promosso dall’Associazione ScambioEtico.org.
Le licenze collettive, promosse da Electronic Frontier Foundation, permettono agli aventi diritto di trarre un utile da quanto attraverso la rete viene condiviso ed ai cittadini di poter usufruire delle opere in modo ampio ed economico.
Al grido di "Condividere non è rubare; no alla criminalizzazione" e "Legalizzare attraverso licenze collettive", il 13 dicembre ’08 saremo come SISA in piazza della Scala e interverremo insieme ai promotori a sostegno di questa iniziativa, tra gli altri garantita la presenza di Davide Rossi, segretario generale e di Noemi Lanzani e Alessia Fregonese, responsabile per La Lombarida e Milano. A Roma Barbara Bernardi per il SISA sarà alla contemporanea manifestazione che si svolgerà a partire dalle ore 14 fuori dal parlamento in Piazza Montecitorio.
Impediamo un 17 nero!
Il SISA dice “No!” al drammatico regalo di natale dall’Unione Europea
Mercoledì 17 dicembre il parlamento europeo intende votare le 48 ore, ovvero il nuovo orario di lavoro per i cittadini europei. È un salto indietro di un secolo. Il SISA condanna questa operazione contraria a quegli stessi diritti umani di cui ricorre il 60° anniversario il 10 dicembre. Invitiamo a scrivere ai parlamentari europei italiani chiedendo che lo sfruttamento legalizzato non venga approvato e a compiere opera d’informazione in tutte le scuole.
9 dicembre ’08
per il coordinamento
il segretario nazionale
Emilio Sabatino
Il SISA dentro l’Onda alla Scala di Milano
domenica 7 dicembre ’08
Nelle piazze a Milano e a Roma il 12 dicembre
per lo sciopero generale
Domenica 7 dicembre ’08 a partire dalle 16.00 e fino alle 18.00 il SISA sarà presente in piazza della Scala, a Milano, fuori dal teatro e invita tutti gli studenti, i docenti, i genitori e i cittadini democratici ad essere presenti per “cantare e suonare” insieme le nostre ragioni ai rappresentanti del governo che verranno alla prima del “Don Carlo”.
Sono le ragioni di una scuola pubblica che non vuole classi da oltre 30 ragazzi, la scomparsa dei progetti e delle sperimentazioni alle medie e alle superiori, la riduzione del tempo scuola in ogni ordine e grado, il maestro unico e le classi ghetto alle elementari.
Il SISA, dentro l’Onda, chiede investimenti e non tagli per la scuola e l’università della Repubblica Italiana, come per altro sancito dalla Costituzione, chiede l’assunzione dei precari e percorsi abilitanti per chi pur lavorando nella scuola da anni, non ha avuto la possibilità di abilitarsi.
In piazza, quindi, a Milano, domenica 7 dicembre, con tutta la forza di un sindacato nuovo e allegro, come spiega il videohttp://it.youtube.com/watch?v=gqsLq_zfNd8 della responsabile regionale SISA della Lombardia, per “cantarla” a chi non sembra voler capire le ragioni della scuola.
Il SISA, parte del movimento che venerdì 12 dicembre conquisterà tutte le città, perché lo sciopero generale deve diventare lo sciopero della scuola e per la scuola, dell’università e per l’università, per la revisione totale dei progetti Gelmini.
Noi crediamo in una scuola aperta, che si nutre di dialogo, che riconosce negli studenti coloro che - nella collaborazione con i docenti - costruiscono i loro saperi e il futuro comune di tutti noi, quel futuro che ci dobbiamo conquistare perché non è una pretesa ma una richiesta legittima.
4 dicembre ’08
Il coordinamento
Davide Rossi – Emilio Sabatino – Laura Canella
28 e 29 novembre “È nostro il futuro!” il grido
dell’Onda!
Domenica 7 dicembre a Milano in piazza
Scala
Verso la giornata di lotta del 12 dicembre
Il 29 novembre nella luce fredda di un pomeriggio d’anticipato inverno tre imponenti cortei hanno attraversato Milano per convergere su piazza del Duomo. Una prova straordinaria, la dimostrazione che studenti, docenti, genitori, cittadini democratici sono tutti parte di questa Onda che conferma, di giorno in giorno da tre mesi a questa parte, ed è pronta ad inaugurare il quarto, una capacità di mobilitazione senza precedenti nella storia della scuola italiana.
A Roma presidio alla mattina sotto la pioggia e per il SISA impegno, confermato dalla responsabile capitolina Barbara Bernardi, a fianco dei 16 studenti del tutto arbitrariamente e ingiustamente denunciati dalla preside del Istituto Alberghiero Artusi di Roma per l’occupazione della scuola.
Il giorno prima, 28 novembre, sotto la neve, ancora una volta gli studenti a Milano e ugualmente a Roma hanno invaso le piazze, anche dentro la Sapienza, per rivendicare il diritto alla partecipazione, a sentirsi capaci di costruire un futuro che, come hanno gridato e scritto in tanti, non ci deve essere rubato. In questi due giorni, come a Milano e Roma, in decine di altre città italiane, nelle strade è risuonata la voce della lotta.
È un messaggio chiaro, inequivocabile, sorge da assemblee, reti, movimenti e sindacati come il SISA, è la richiesta di totale revisione di progetti assurdi e dequalificanti che hanno come obiettivo una riduzione del diritto di cittadinanza.
Don Milani ce lo ha insegnato, si lotta contro le leggi ingiuste perché siano cambiate.
Da lunedì 1 dicembre a giovedì 11 dicembre saranno giorni intensi d’informazione nelle scuole, nelle assemblee, di azioni e di presenze, a partire domenica prossima dalla fiera del libro di Roma e dall’idea, bellissima, di “andarle a cantare” fuori dalla Scala di Milano ai rappresentanti del governo che parteciperanno all’inaugurazione delle stagione lirica.
Il 12 dicembre quindi manifestazioni in tutta Italia per lo sciopero generale indetto dai sindacati di base. Il SISA sarà presente a Milano e a Roma, le nostre bandiere saranno la voce di chi chiede la totale revisione di progetti Gelmini ed anche, nel 39° tragico anniversario della strage di piazza Fontana nel capoluogo lombardo, un impegno per la verità e la giustizia contro ogni strategia della tensione.
30 novembre 2008
Il coordinamento
“Non rubateci il futuro”
Roma 29 novembre ’08
di Barbara Bernardi
Riceviamo da Barbara Bernardi, responsabile SISA Roma, di cui salutiamo l’elezione, come mamma democratica, sindacalista e docente precaria, nel consiglio d’istituto del 50° Circolo Didattico della capitale, il resoconto del presidio capitolino.
La manifestazione comincia sotto la pioggia dapprima leggera e poi via via sempre più forte, arrivati in gruppo verso le 11.00 in Piazza Bocca della verità, troviamo già gli stand e i banchetti allestiti e pronti ad accogliere le persone. Genitori, insegnanti e bambini tutti con uno slogan da gridare “non rubateci il futuro”, “questa è la verità”. Tra i vari banchetti i laboratori di pittura digitale per bambini, giocolieri, tavoli ristoro, i ricercatori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, oltre ai tavoli per la creazione si strumenti musicali con oggetti di plastica e varie. Insomma i bambini si sono divertiti molto, i grandi sono stati intrattenuti da diversi interventi sia da parte di genitori e docenti, precari e non. Musica con Simone Avincola, autore di “Io dico basta”e lo spettacolo della “Titubanda”.
Quindi un minuto di silenzio per Vito Scafiti ed un minuto di “dissenzio” (un intero minuto di rumore, con pentole strumenti, piatti telefonini che suonano, urla e tutto ciò che può fare rumore)
Come SISA Roma abbiamo espresso totale vicinanza ai ragazzi dell’ Istituto Alberghiero Artusi di Roma, denunciati dalla preside dopo l’occupazione della scuola, a sostegno dei quali vogliamo lanciare una campagna di solidarietà.
16 ragazzi tra maggiorenni e minorenni denunciati perché si vuole intimorire chi dice “No Gelmini!”
Alle 13.00 un’ora prima della fine dell’evento esce il sole su Roma, e si puo’ chiudere la manifestazione danzando e facendo girotondi tutti assieme. Qui a Roma in particolare nel X municipio per il 10 e 11 dicembre sono state pensate e in via di organizzazione due giornate pre – sciopero di informazione. L’Onda non si ferma, siamo sempre in agitazione.
LINK: video yuotube intervista a cura di Barbara Bernardi
http://it.youtube.com/watch?v=5nVmEt4iAQQ
link foto:
cartelli dei ragazzi dell’ Artusi denunciati:
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altre foto fatte col cell:
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È possibile agire e cambiare i progetti Gelmini
Il SISA in piazza il 29 novembre e il 12 dicembre
In parlamento si sta aprendo il dibattito sui decreti attuativi della legge Gelmini. Da un lato vi è chi ipotizza un maestro unico “a domanda” dei genitori, subito smentito - essendo noto il generale favore dei cittadini per il tempo pieno - da quei settori governativi che il maestro unico l’hanno inventato per ragioni di cassa. Ugualmente insanabile il problema sollevato dalle classi ghetto chiamate “ponte”, perché l’esame vincolante di lingua italiana imposto dalla Lega per il passaggio di classe è incostituzionale. Per non dire della “riorganizzazione” che chiude e accorpa scuole e le modalità relative al reclutamento che vogliono cacciare dalla scuola migliaia e migliaia di precari. Nei decreti attuativi rischia pure di nascondersi il gravissimo passaggio a 33/36 alunni per classe e la revisione delle scuole media e superiore con la soppressione, promessa dalla Gelmini, delle sperimentazioni di ogni tipo. Ancora aperta, per altro, la discussione sulla chiusura delle scuole dei piccoli centri, almeno per il momento bloccata dalla conferenza degli enti locali. Le leggi 133 e 137 devono infine essere recepite in forma definiva dalla legge finanziaria, che al di là dell’approvazione dei primi di agosto, deve essere votata nel suo quadro unitario entro fine dicembre.
Tutto questo dimostra come il movimento dell’Onda abbia il diritto e il dovere di contestare e di agire in questi giorni per il blocco e il ritiro di un insieme vessatorio e sbagliato di proposte contro la scuola.
Il tema degli alunni per classe si ricollega strettamente alla legge 626 sulla sicurezza nelle scuole. La tragica morte di un ragazzo a Rivoli deve obbligare il governo ad un piano straordinario di controllo e verifica delle strutture. Il sottosegretario Bertolaso ha dichiarato chiaramente che la metà delle scuole italiane è pericolosa e a rischio, se come crediamo, ha ragione e al massimo sbaglia per difetto, si deve provvedere concretamente e senza perdere tempo.
Tutti questi motivi devono portare di nuovo docenti e cittadini democratici per le strade a manifestare, insieme agli studenti che ancora venerdì scorso hanno manifestato numerosi in molte città, senza che purtroppo l’informazione ne desse le giusta rilevanza.
Le manifestazioni programmate per sabato 29 novembre e venerdì 12 dicembre, in questo caso con lo sciopero generale indetto dai sindacati di base e ci auguriamo confermato anche dalla Cgil, sono le occasioni perché il movimento faccia percepire alta, forte e chiara la propria voce. Noi del SISA ci saremo, in particolare a Roma e Milano, dentro i collettivi studenteschi e i comitati docenti – genitori nei quali siamo radicati il 29 novembre, con le nostre bandiere il 12 dicembre.
Ragazzi e docenti sono anche nelle piazze d’Europa, di Parigi, Berlino, Lisbona, Barcellona, contro i tagli, anche loro, e per una scuola e una università capaci di futuro. Anche delle lotte continentali, purtroppo le notizie diffuse dai media sono scarse e imprecise.
Per parte nostra faremo tutto il possibile perché il 12 dicembre diventi una giornata per la scuola e della scuola, dell’università e per l’università.
Don Milani ha scritto: “non posso dire ai miei ragazzi che l’unico modo di amare la legge è di obbedirla. Posso solo dire loro che dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste, ma quando vedranno che non sono giuste dovranno battersi perché siano cambiate.”
Il movimento, l’impetuosità dell’Onda, lontana da ogni risacca, ha chiaro l’insegnamento milaniano: le leggi ingiuste si combattono sino alla loro radicale revisione o soppressione.
24 novembre ’08
per il coordinamento
Davide Rossi
30 ottobre ’08 “Non è che un inizio!”
È un’onda di passione civile e impegno per la scuola e l’università
30 ottobre ’08. È un giorno che resterà nella storia democratica italiana. Il giorno dopo l’approvazione al Senato del decreto Gelmini due milioni di ragazzi, di donne e di uomini - uno a Roma e un altro in tante città - si sono ritrovati nelle strade della penisola, vincendo anche la paura generata il giorno precedente dalla gravissima aggressione dell’estrema destra in piazza Navona, che condanniamo e che ci auguriamo mai più venga permessa nei prossimi giorni, in nessun caso e in nessun luogo.
Come SISA, da Trieste, in difesa delle scuole slovene, a rischio per la loro assimilazione alle piccole scuole che l’avvocatessa Gelmini vuole sopprimere, alla Calabria, passando per Milano e Roma, siamo stati presenti, con passione civile, con determinazione.
30 ottobre ’08
il coordinamento
Manifestazioni e occupazioni continuano!
Il 30 ottobre in piazza in tutta Italia
Mentre il presidente del consiglio si smentisce e poi si contraddice attaccando di nuovo coloro che manifestano, prendiamo atto con soddisfazione, come SISA, che la società italiana riconosce negli studenti e nei docenti una forza portatrice di un progetto, di un pensiero, capace di agire per il bene e per il futuro dell’Italia, questo movimento di civiltà sprigiona ogni giorno nuove idee, nuove forme di lotta, aggrega e unisce. È chiaro che chi manifesta vuole studiare, ma in una scuola e in una università capace di futuro, non in un luogo destrutturato e deprivato di risorse e di intelligenze. Le manifestazioni e le occupazioni continuano e devono continuare, come SISA partecipiamo e siamo e saremo presenti, nelle piazze e nelle scuole.
Il ministro Gelmini sembra voler accantonare l’arroganza e aprire al dialogo, l’augurio è che comprenda che l’intero “pacchetto scuola – università” deve essere ritirato, quindi avviato un confronto, autentico e non formale, tra le parti.
Il movimento della scuola e dell’università non accetta sconti, né aggiustamenti di facciata, è nato per contrastare la sostanza dei provvedimenti, in nessun modo potrà accontentarsi di ritocchi marginali.
L’istruzione e i saperi, in un quadro di crisi e declino economico del sistema occidentale, rappresentano l’investimento più importante per il futuro, questa consapevolezza è ormai parte della protesta e diventa proposta.
Come Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente siamo e saremo nelle piazze, ogni giorno, e in particolare il 30 ottobre, che si presenta, con tutta forza ed evidenza, non come la giornata dello sciopero dei sindacati firmatari di contratto, ma come momento di lotta per il primato della cultura, della libertà d’insegnamento e della libertà di apprendimento, contro la barbarie della mercificazione dei saperi e l’asservimento, attraverso i tagli previsti dal governo, ad interessi di parte.
Il 30 ottobre sarà il giorno della scuola italiana, nata dalla Costituzione, sarà un grande giorno di libertà, come lo è stato il 17 ottobre. Le bandiere del SISA saranno presenti in diverse città, in particolare a Milano e Roma. Come sindacato promuoviamo due assemblee il giorno precedente, 29 ottobre, a Milano e all’università di Cassino.
Insieme quindi, ovunque possibile, perché le nostre ragioni non si lasciano intimorire, ma crescono nel confronto, nel dialogo, nella lotta.
24 ottobre ’08
il coordinamento
Nessuno ci tocchi!
Disarmiamo le minacce con la forza delle nostre ragioni
Il SISA ha ricevuto in poche ore oltre duecento mail e non si contano le telefonate. Solidarietà, data e richiesta, preoccupazione, entusiasmo, pre – occupazione, ovvero scuole e collettivi che chiedono la nostra partecipazione per dibattiti, incontri, spesso in visto delle occupazioni e delle autogestioni delle scuole superiori che, quando non sono già iniziate, prenderanno avvio lunedì 27 ottobre, presenza in piazza, in tante piazze, da Trieste a Palermo. Ringraziamo tutte e tutti, faremo il possibile, ma evidentemente le nostre piccole, ragionevoli e combattive forze non potranno raggiungere tante amiche e amici, giovani e docenti, genitori e cittadini, che ci chiamano, a tutte e tutti sempre e comunque la nostra solidarietà, il nostro supporto alla lotta e all’elaborazione, ovunque possibile la nostra presenza.
Lo avevamo detto, con chiarezza, a metà settembre, sarà un movimento di civiltà. Chi occupa, chi autogestisce, chi si riappropria delle piazze è cittadino responsabile, è studente, docente, genitore, consapevole dell’importanza e del valore della scuola e dell’università per il futuro dell’Italia.
Invece del dialogo con questo universo che si ritrova e si riconosce nelle strade e nelle scuole il governo per bocca del presidente del consiglio minaccia l’intervento armato, la violenza brutale, la mano feroce della repressione.
Dice bene “il Manifesto” di oggi 23 ottobre: “Silvio Berlusconi ha perso la calma e anche la ragione. Il sorriso si trasforma in ghigno. Accade di fronte al dilagare di una nuova soggettività politica, di un tumultuoso movimento che in tutta Italia trascina centinaia di migliaia di persone. Un movimento tutt'altro che ideologico, attento, fin nel dettaglio, al merito delle questioni, determinato, giovane. Qualcosa che rompe con la schermaglia di alterne blandizie e villanie che occupa la scena politica italiana. È un fenomeno che il governo cerca penosamente di ricondurre all'estrema sinistra e ai centri sociali, del tutto incapace di comprendere quanto enormemente ecceda queste realtà.”
Condividiamo ogni parola. Peggio si comporta l’avvocatessa Gelmini, mossa da un disprezzo verso chiunque non si assoggetti al suo pensiero degno dell’arroganza dei satrapi dell’antica Persia. Il ministro villaneggia chi cita cifre e offre alternative, assalta l’università con parole fuori da ogni ragionevolezza, con le quali stabilisce che studiare letteratura albanese o storia dell’impero ottomano sia una perdita di tempo e di soldi. A Londra, a Berlino, a Parigi, neppure un ministro di un ipotetico governo di estrema destra utilizzerebbe un simile linguaggio, la usavano purtroppo i generali cileni che diffamavano Unidad Popolar dopo il golpe contro Allende. E proprio tra le mail ricevute, alcune con rabbia, altre con timore, ci chiedono se siamo arrivati ad clima “cileno”, non come dice la Gelmini, perché quelle università - che lei stima mediocri - sarebbero migliori delle nostre, al proposito noi possiamo affermare che non è così, perché dell’Università del Cile siamo stati ospiti anni fa e abbiamo apprezzato qualità e impegno, nonostante il disastro privatizzatore di 17 anni di dittatura che ha imposto un metodo di deregolamentazione commerciale dei saperi non molto diverso da quello proposto dalla Gelmini stessa, la domanda che ci pongono le mail è: “cileno” nel senso della repressione.
Come SISA ci auguriamo che non sia assolutamente così, uniamo il nostro al grido che questa mattina si sta alzando da ogni scuola:”Nessuno ci tocchi!”, il movimento che da oltre un mese attraversa l’Italia è pacifico, responsabile, sincero, consapevole. Lo sarà ancora oggi e domani, per questo tutti i cittadini che ne riconoscono le ragioni devono, assolutamente devono, oggi ancora più di ieri, scendere in piazza e manifestare in ogni modo possibile solidarietà. Le minacce violente e armate del governo devono essere disarmate dalla forza della ragione, delle mille ragioni che sono dalla nostra parte. Il SISA c’è, è presente! Grazie a tutte e tutti coloro che portano la nostra voce nel mare impetuoso di una rivolta morale che non ha precedenti, nelle forme e nei modi attraverso cui si sta sviluppando, nella storia dell’Italia repubblicana.
23 ottobre ’08
Davide Rossi
Occupazioni fino alle dimissioni!
il SISA dà il suo contributo
Il movimento di civiltà che abbiamo immaginato ai primi di settembre si è rivelato vero, concreto, reale, impetuoso oltre ogni possibile considerazione.
Quest’oggi 21 ottobre studenti in tutte le città, Palermo, Firenze, Bologna, Milano. A Milano inqualificabili aggressioni agli studenti, le condanniamo e ci auguriamo non voglia essere un metodo per intimorire e spaventare gli studenti, i docenti e tutti i cittadini, che domani e nei prossimi giorni vorranno tornare in manifestazione.
Da piazza del Duomo a Milano il 17 ottobre il SISA ha chiesto occupazioni fino alle dimissioni del ministro, perché chi occupa dimostra che si preoccupa, si riconosce nelle parole di Gramsci: “istruiamoci perché abbiamo bisogno di tutta la nostra intelligenza”.
L’aggressione messa in campo dal ministro Gelmini, meno ore, meno scuole, meno prof e maestri, meno soldi, ha convinto intere generazioni che soltanto scendendo in piazza, soltanto occupando scuole, piazze e università è possibile affermare il diritto ad una istruzione libera, multiculturale, aperta al mondo, capace di futuro.
Già lunedì 20 è stato giorno di licei, piazze, atenei in lotta. Da Trieste, con l’occupazione del liceo di lingua slovena Preseren, a cui va un caloroso saluto ai tanti amici, docenti e studenti, che conosciamo e stimiamo, alla Sicilia.
È una lotta permanente che coinvolge genitori, figli, studenti, docenti, cittadini, consapevoli che distruggere la scuola significa distruggere l’Italia.
Per queste e mille altre ragioni in ogni scuola occupata il SISA è disponibile a intervenire. In ogni scuola occupata il SISA è disponibile a portare la voce di quanti sognano, credono e lottano per una scuola capace di futuro, non asservita a interessi di parte.
Ricordiamo che il segretario generale Davide Rossi è anche tra i responsabili del Centro di Formazione don Lorenzo Milani e Scuola di Barbiana, direttore del giornale on line aurorarivista.it e direttore del centro di ricerca e documentazione storica e letteraria Anna Seghers, ed è quindi disponibile a partecipare a giornate autogestite e dibattiti nelle scuole occupate dedicate al tema della contro – riforma devastatrice del ministro Gelmini, ma anche per approfondire temi inerenti i campi di sua competenza, Arianna Marchegiani è disponibile per discutere delle tematiche legate all’ambiente, Laura Canella, coordinatrice studentesca, per portare la voce degli studenti SISA. A Roma vi è anche la disponibilità di Barbara Bernardi dell’ADPNA - SISA, come a Cassino di Grazia Bovio, sempre dell’ADPNA - SISA. Potete contattarci per organizzare la presenza del SISA
scrivendo a sisascuola@libero.it
Barbara Bernardi sarà tra l’altro presente a nome del SISA – ADPNA alla giornata di lotta “I nostri MAESTRI SONO già UNICI - Diamo voce alle nostre scuole dai nostri quartieri per i nostri figli e per il futuro del Paese”, indetta per giovedì 23 ottobre ’08 alle ore 17 presso piazza Cinecittà – X Municipio. Siamo parte di un grande movimento di civiltà, ne siamo orgogliosi, siamo presenti.
21 ottobre ’08
Emilio Sabatino
Segretario nazionale
SISA in difesa delle scuole slovene della Repubblica italiana
Riceviamo da Marta Ivasic, professoressa di storia e filosofia presso il liceo sloveno Preseren di Trieste, la comunicazione che le scuole slovene (statali, dove si studiano tutte due le lingue, le due storie, le due letterature in un contesto Europeo non da ora) delle province di Gorizia e Trieste potrebbero essere assimilate alle piccole scuole che il ministro Gelmini vuole chiudere. C’è molta preoccupazione e si attendono assicurazioni positive anche dalla Regione.
Il fatto è gravissimo ed è condannato dal SISA che da sempre si batte per la valorizzazione delle differenti culture, a partire dalla comunità slovena della Venezia Giulia.
Le scuole slovene spesso hanno pochi alunni, ma pagano la drammatica storia di un ventennio di proibizioni e repressione sotto il fascismo (con la riforma Gentile del 1923 400 scuole slovene e croate furono soppresse) e i seguenti tanti decenni di emarginazione e pressioni: ora si vuol anche far pagare il conto di tutto ciò, dunque una doppia usurpazione!
Marta Ivasic ci informa anche che tutte e quattro le scuole superiori slovene di Trieste sono occupate e che il quotidiano locale di lingua italiana ha operato una spiacevole disinformazione annunciando lo sgombero da parte delle forze dell’ordine.
Anche i consigli d’istituto hanno espresso la loro preoccupazione. L’occupazione studentesca coinvolge anche quasi tutti gli istituti superiori di lingua italiana del capoluogo giuliano. Studenti medi e universitari hanno indetto una manifestazione con corteo per sabato mattina.
L’amica Marta saluta calorosamente e in forma bilingue:
Un saluto da Trieste, lep pozdrav iz Trsta!
21 ottobre ’08
Entusiasmo e determinazione nel continuare l’impegno per il rispetto della scuola della Repubblica sono il segnale più importante della giornata di lotta
Immersi, noi del SISA, dentro lo straordinario movimento che ha trasformato le manifestazioni di Roma e Milano in una doppia marea umana che ha rivendicato tutela per tutti i diritti e soprattutto un impegno per la scuola e l’università, possiamo confermare di avere vissuto una grande giornata.
A Roma sotto la pioggia i precari dell’ADPNA – SISA insieme al movimento del X Municipio hanno portato la voce delle nostre ragioni.
A Milano in piazza del Duomo, alla fine della manifestazione unitaria, intervento del SISA per rivendicare il diritto ad occupare le scuole e le università per dimostrare, nel solco di don Milani, che “la selezione è contro la cultura” e che l’occupazione, la riappropriazione dei luoghi di cultura da parte dei cittadini, è l’esatto contrario del pensiero dell’avvocatessa Gelmini, vogliamo – come diceva Gramsci – istruirci, perché abbiamo bisogno di tutta la nostra intelligenza.
Mentre il vicesindaco di Milano De Corato, attacca le manifestazioni e gli studenti, che noi difendiamo coi loro diritti e la libertà di scendere in piazza tutte le settimane, mentre il ministro Sacconi intende “regolamentare” ovvero impedire il diritto di sciopero, appare chiaro che il movimento di civiltà intrapreso da quanti scendono nelle strade non si arresta e continua.
Come SISA valuteremo nei prossimi giorni le scelte da compiere, ma è certo che continueremo a portare il nostro contributo di idee, entusiasmo e determinazione, perché la battaglia di civiltà, che da settembre ogni giorno si rafforza, potrà terminare solo con le dimissioni del ministro Gelmini e il ritiro del decreto che attacca ogni ordine di scuola e il sistema universitario.
17 ottobre 2008
il coordinamento
Ecco di seguito i due messaggi che il segretario generale Davide Rossi ha inoltrato al capo dello stato, Presidente Giorgio Napolitano, a nome del sindacato
Stimatissimo Presidente della Repubblica, il SISA dice sì
Stimatissimo Presidente della Repubblica,
nella mia qualità di segretario generale del SISA – Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente, sindacato di docenti, di studenti e di cittadini democratici, mi vedo in obbligo, dopo la missiva nostra della scorsa settimana, di scriverle nuovamente, assecondando le richieste di tanti dei nostri aderenti che la stimano e tuttavia sono spiaciuti di essere stati considerati persone che dicono “no”. Teniamo a informarla che noi vogliamo e crediamo nel miglioramento della scuola e dell’università, ma riteniamo gravissimo e volto in senso assolutamente contrario il progetto Gelmini.
Presidente, il nostro sindacato è disponibile a chiarirle nelle forme che potranno vederla interessata, le nostre posizioni e proposte, teniamo a riaffermare che crediamo in una scuola fondata sulla libertà d’insegnamento dei docenti e di apprendimento degli studenti, una scuola che costruisca i saperi, che non sia mero luogo di trasmissione di conoscenze. Tutti noi - nessuno è distaccato - entriamo quotidianamente nella scuola, la viviamo, la amiamo.
Per queste e per molte altre ragioni la preghiamo di considerarci, noi e quanti in ogni piazza d’Italia scendono a manifestare e occupare, animati da un progetto positivo, costruttivo, mossi dalla volontà di pensare possibile il futuro attraverso una istruzione libera, europea, multiculturale. Siamo donne e uomini che manifestano proprio perché alla scuola diciamo: “Sì!”
Davide Rossi
Segretario generale
SISA
www.sisascuola.it
21 ottobre ’08
Presidente, la preghiamo, non firmi il decreto Gelmini
Stimatissimo Presidente della Repubblica,
nella mia qualità di segretario generale del SISA – Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente, un sindacato di docenti, di studenti e di cittadini democratici, nato nell’ottobre del 2007, radicato in Europa oltre che in Italia ed ispirato ai valori della libertà d’insegnamento e della libertà di apprendimento, nel solco dei pensieri di don Lorenzo Milani e Gianni Rodari, le chiedo anche a nome del movimento dei precari a noi federato, ADPNA, Associazione Docenti Precari Non Abilitati, di non firmare il decreto Gelmini.
So bene, stimato Presidente, che la Costituzione nata dalla Resistenza non le permette un atto d’imperio rispetto al governo eletto e in carica, pur tuttavia io e tutti coloro che con noi ogni giorno agiscono per il bene della scuola, costruendola con un quotidiano lavoro fatto di passione e responsabilità, le chiediamo, pregandola sinceramente, di non firmare il decreto e di rinviarlo alle Camere, di compiere così un gesto di alta civiltà, un segno di democrazia.
Riteniamo che Ella possa appellarsi a quella scuola pubblica e gratuita sancita dalla Costituzione e che il decreto pregiudica gravemente. Crediamo quindi che, in quanto Presidente della Repubblica e garante della Costituzione, lei possa, anzi abbia pieno diritto e debba salvaguardare la scuola pubblica dall’opera del ministro Gelmini.
Rinnovandole per intero la nostra stima e il vivo apprezzamento per l’alto compito a cui la comunità nazionale l’ha chiamata, porgiamo distinti saluti.
Davide Rossi
Segretario generale
SISA
www.sisascuola.it
15 ottobre ’08
Il SISA
Sindacato Indipendente Scuola Ambiente
in piazza domani 17 ottobre ’08 a Milano
alle ore 9,30 da largo Cairoli verso piazza del Duomo
con una richiesta chiara:
dimissioni immediate del ministro Gelmini.
A conclusione intervento di Davide Rossi in piazza del Duomo
A Roma i precari legati al SISA, l’Associazione Docenti Precari Non Abilitati, garantiscono la presenza in piazza Esedra ore 9,30. A Milano il SISA, nel quadro unitario dello sciopero generale del sindacalismo di base, sarà presente con docenti, studenti e cittadini democratici, in largo Cairoli dalle ore 9,30 e a conclusione della manifestazione Davide Rossi, segretario generale del sindacato, interverrà in piazza Duomo. Il coordinamento del SISA giudica fondamentale l’unità dei cittadini e dei lavoratori nella giornata di lotta, esprime un giudizio del tutto negativo rispetto a quanti, invece di porre il tema della scuola e del futuro della società al centro della giornata di lotta, hanno chiamato alla presenza in un’altra piazza milanese. Questa divisione è fuori luogo perché non già i funzionari locali dell’amministrazione dell’istruzione devono essere l’obiettivo della protesta, ma il governo e in particolare il ministro Gemini, di cui chiediamo immediate dimissioni.
Il movimento di civiltà, prima ancora che di ribellione, che sta restituendo al suo necessario protagonismo la società civile, che vede occupare scuole e università, è la risposta chiara della volontà popolare di garantire ai ragazzi, oggi e nel futuro, una scuola libera, capace di costruire i saperi, plurale, aperta, europea. Senza ghetti per stranieri, senza barriere contro i diversamente abili, senza selezioni che, come scriveva don Milani, sono contro la cultura.
La scuola quindi a Milano sarà con i docenti e gli studenti del SISA in largo Cairoli. Il Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente, nato solo da un anno, il primo che unisce docenti e studenti ed è presente in alcuni paesi europei, non solo in Italia, porterà in manifestazione la voce di una scuola che si riconosce nella libertà di insegnamento e nella libertà di apprendimento dei ragazzi.
Studenti di diversi licei e di molti istituti tecnici e professionali, stanno preparando striscioni tra i quali possiamo già anticipare “l’obbedienza nn è + 1 virtù!” nel solco del pensiero di don Milani e “occupazioni fino alle dimissioni”.
Questa infatti l’invito del SISA, ad occupare, a riappropriarsi delle scuole che il ministro Gelmini vuole devastare, non solo alle elementari, ma anche alle medie e alle superiori, attraverso l’aumento degli alunni per classe e il taglio degli orari, nonché la chiusura di migliaia di scuole di montagna, che rappresentano, soprattutto al Sud un presidio di legalità contro le forme di criminalità organizzata.
L’occupazione delle scuole deve dimostrare che sappiamo fare scuola, che la scuola che gli italiani vogliono non è quella di mezzo secolo fa, propagandata con isteria contumeliosa dalla Gelmini, ma quella richiesta e sancita dalla Costituzione, i cui estensori ben conoscevano l’insegnamento gramsciano nel quale si riconoscono i docenti e gli studenti del SISA: “istruiamoci perché abbiamo bisogno di tutta la nostra intelligenza.”
Possiamo già affermare che sarà una grande giornata, una giornata di lotta, una giornata di civiltà.
16 ottobre ’08
il Coordinamento del SISA
“L’obbedienza nn è + 1 virtù!”
La scuola in lotta in tutta Europa
SISA
in manifestazione il 17 ottobre ’08
a Milano e a Roma
di Davide Rossi
segretario generale
Come avevamo previsto il movimento iniziato a settembre contro il progetto devastatore dell’avvocatessa Gelmini cresce di giorno in giorno, ottobre si annuncia come il mese decisivo, scioperi e manifestazioni studentesche hanno aperto il mese e lo sciopero della scuola del 17 ottobre giungerà nei giorni della discussione in parlamento del decreto “affosa-scuola”, le mobilitazioni che lo precedono, i cortei, le notti bianche nelle scuole autogestite, il ritrovarsi di cittadini, studenti, docenti e genitori, è il segnale che il metodo sprezzante del governo è lontano dalla realtà e da un ritrovato movimento di civiltà della società italiana, consapevole che 8 miliardi di tagli e 140mila cattedre e lavoratori ATA soppressi non sono un rinnovamento, ma una evidente operazione di distruzione della scuola pubblica, in ogni ordine e grado. Per altro il ministro Gelmini agisce, seppure con una furia forsennata tutta originale, in un quadro ben più largo di mercificazione dei saperi e di attacco alla scuola pubblica. In Belgio i docenti e gli studenti scioperano il 6 ottobre, in Francia il 7 ottobre, chiamati tra gli altri dal sindacato CNT; anche in questi paesi tagli dissennati, classi formate con trenta ragazzi, con l’obiettivo evidente di negare il tempo della relazione educativa. In Svizzera, in Ticino in particolare, a fronte delle stesse logiche, ancora una volta sono gli studenti a porre con forza in campo le loro energie e le loro intelligenze, guidati dal SISA Svizzera (Sindacato Indipendente Studenti Apprendisti) che chiama allo sciopero il 15 ottobre a Bellinzona. In Italia la situazione sociale è peggiorata dal desiderio di rendere inaccessibile la sanità, dall’attacco mosso contro l’università, dal crescente e violento razzismo che dilaga nelle strade, un quadro complessivo che moltiplica le ragioni dello sciopero generale del sindacalismo di base del 17 ottobre, a partire dalla centralità della battaglia per la scuola.
Per queste e per molte altre ragioni abbiamo sostenuto e siamo stati presenti in molti dei momenti di lotta di queste settimane e lo saremo nei prossimi giorni a partire dal 17 ottobre, quando le bandiere del SISA saranno in piazza a Milano con studenti e docenti e a Roma con i precari dell’ADPNA (Associazione Docenti Precari Non Abilitati) che con coraggio ed entusiasmo stanno difendendo il loro futuro e le ragioni del nostro comune impegno.
In questi giorni, il 4 ottobre, il SISA compie il suo primo anno, un anno intenso, ricco di lavoro, di incontri, in cui siamo cresciuti, abbiamo costruito relazioni nuove e importanti e ne abbiamo viste rafforzate di antiche. Il movimento di lotta italiano ed europeo cresce sapendo che l’attacco alla scuola e alla cultura ha come obiettivo una società con meno strumenti critici, meno saperi, una società più fragile e più controllabile. Il nostro quotidiano lavoro, la nostra rivolta etica ad ogni cultura di sopraffazione, è in Italia un contributo per il riscatto della scuola, l’esatto opposto del metodo Gemini.
Come scrivono le ragazze e i ragazzi del SISA, ricordando don Milani, “l’obbedienza nn è + 1 virtù!”.
4 ottobre ’08