Per motivi tecnici l'archivio da maggio 2008 a ottobre 2008 non è disponibile, provvederemo al più presto a ripristinarlo.
Grazie
Di seguito trovate l'archivio dei documenti, interventi e comunicati del SISA, dalla nascita del sindacato nell'ottobre 2007 fino al documento contro il ministro Brunetta del 13 settembre 2008
OTTOBRE 2007
Una prima desolante constatazione in merito al contratto
Tutti dichiarano, stampa e televisioni, che i docenti riceveranno 140 euro in più al mese, la realtà è un’altra, 50 euro e poco più per i colleghi a inizio carriera, dalle elementari alle superiori, fino ad un’anzianità di una quindicina di anni di servizio, poi a salire sino ad un massimo di 80 euro per i colleghi con 35 anni di lavoro.
Questo per il 2008, per il 2006 e 2007 un bonus forfetario, dai 500 agli 800 euro, sempre secondo l’anzianità, per ciascun dei due anni.
Non mettiamo in dubbio che sia difficile reperire maggiori e più consistenti risorse in questa situazione di generale crisi del sistema produttivo occidentale, tuttavia si riafferma uno dei motivi fondamentali della nascita del nostro sindacato. La scuola e la retribuzione dei docenti e di tutti i lavoratori della scuola, che per altro da questo rinnovo hanno ottenuto ancora meno dei docenti, non può in nessun modo essere relegata ad una semplice voce del bilancio statale o della pubblica amministrazione.
Occorre che si riapra un confronto tra tutti i cittadini, sulla scuola e l’università, sul ruolo e la considerazione che debbono avere nella società. Occorre coinvolgere gli studenti in un percorso che restituisca valore e centralità ai saperi e alle istituzioni che li promuovono.
Nello svolgere quindi questa prima constatazione sul contratto, che analizzeremo maggiormente nel dettaglio nei prossimi giorni, i sentimenti di desolazione sono prevalenti per un approccio al tema scuola che resta mortificante e ad un aumento salariale che insegue, senza troppi margini di successo, il crescente costo della vita.
12 ottobre ’07
per il coordinamento del SISA
Emilio Sabatino e Davide Rossi
Contratto e Finanziaria: poche luci, molte e pesanti ombre sulla scuola italiana
Preoccupa al contrario l’intenzione di contingentare e ridurre il personale in servizio sul sostegno, troppi dolorosi tagli si sono susseguiti in questi anni, è tempo che il ministero riconosca il pieno diritto alla scuola dei ragazzi disabili, ovvero il contrario di quanto previsto dalla Finanziaria.
Nel contratto, a fronte di un miglioramento delle tutele giuridiche e del diritto alla fruizione dei permessi, tanto per il personale di ruolo quanto supplente, si agitano pesanti ombre relative alla “clausola di salvaguardia” prevista dall’articolo 149 che autorizza il governo, di fronte a “maggiori oneri rispetto a quelli previsti”, ad incontrare i sindacati firmatari per “concordare la proroga dell’efficacia temporale del contratto, ovvero la sospensione totale o parziale dello stesso”. Questa è una vera e propria novità, decisamente inquietante e incredibilmente sottoscritta dai sindacati confederali, perché permette, per ragioni di cassa, di rendere inutile il contratto stesso, sino al punto di sospenderlo, ovvero sopprimerlo.
Per altro temiamo si celino, dietro queste formulazioni, due pericolose possibilità: la prima è un taglio scriteriato del personale docente ed ATA, con un risultato evidentemente drammatico per la scuola, il secondo è un congelamento pluriennale, senza limiti, degli stipendi, che per altro ricevono un aumento medio di 50 euro, ben lontano dalla favola dei 140 euro propagandati dai media (una cifra lorda per un docente delle superiori con 35 anni di servizio).
Il blocco dei salari, nel momento in cui lo stesso presidente della Banca d’Italia, in un barlume di lucidità, ammette essere molto al di sotto del costo della vita, rappresenta una fonte di preoccupazione per tutto il mondo della scuola.
Come SISA siamo consapevoli della generale situazione di crisi del sistema economico occidentale e del suo declino per molti aspetti irreversibile, tuttavia riteniamo che tale crisi vada affrontata – in Italia - non certo iniziando da un contenimento forzoso degli stipendi dei lavoratori della scuola e dei lavoratori dipendenti in generale, ma da un ripensamento ad esempio delle scelte internazionali che al momento si concretizzano in un aumento delle spese militari e dei costi delle missioni armate all’estero.
Come SISA riteniamo che progetti di cooperazione e di sviluppo eco - sostenibile potrebbero risultare molto meno costosi e decisamente volti ad un taglio delle spese militari, i cui risparmi potrebbero essere stornati nei campi della cultura, della scuola e dell’università.
Milano, 31 ottobre 2007
SCIOPERO 9 NOVEMBRE 2007
Dopo ampia riflessione, il coordinamento del SISA, consultati gli iscritti e i gruppi locali, studenteschi, di docenti, di cittadini democratici che partecipano al nostro progetto, ha deciso di aderire alla giornata di sciopero nazionale indetta dal sindacalismo di base e alternativo, venerdì 9 novembre 2007.
Molti i motivi che ci inducono a rifiutare la data del 26 ottobre ’07. I sindacati confederali sono da anni responsabili del peggioramento delle condizioni di lavoro in ogni settore, pubblico e privato.
A livello europeo essi sono, attraverso la CES, la Confederazione Europea dei Sindacati, i massimi responsabili della totale mercificazione della vita dei cittadini del continente, l’Accordo Generale sul Commercio dei Servizi, che riduce scuola, istruzione e sanità a variabili economiche - e non a patrimonio sociale di piena cittadinanza - si deve a loro, in quanto hanno avvallato la sua esistenza senza contestarne il pensiero radicalmente contrario alla tradizione solidale della storia d’Europa.
Sempre i sindacati confederali italiani, maggioritari dentro la CES, hanno condotto una battaglia anomala contro la direttiva Bolkentein, che voleva introdurre il salario di origine per i lavoratori, ovvero se sei polacco e vivi in Francia percepisci uno stipendio equiparato al tenore di vita polacco e le norme di lavoro sono quelle del paese di origine, ma hanno accettato l’introduzione della contrattazione individuale dei lavoratori, di fatto mettendo i lavoratori stessi in una evidente difficilissima condizione.
In più riteniamo fuori luogo riflettere solo come pubblico impiego, al quale per altro - come SISA – chiediamo un dialogo nella diversità, perché per noi scuola e università sono istituzioni che promuovono cultura e non servizi amministrativi.
Nell’aderire e partecipare alla giornata del 9 novembre 2007 ci auguriamo che la giornata di lotta e di manifestazione possa servire per riaffermare quei temi che riteniamo opportuno porre al centro del dibattito e del confronto tra le parti sociali e la società.
Non riteniamo la giornata di sciopero “contro” il governo, anzi riteniamo che far prevalere il senso politico a quello sociale dello sciopero sia scorretto e improprio, una modalità di proporre la giornata del 9 novembre che stravolge in parte il suo senso.
Per parte nostra chiamiamo giovani e lavoratori, studenti e cittadini a scendere in piazza per riaffermare il diritto ad una società diversa, giusta, equa e solidale.
Il SISA, quindi, scende in piazza “per” più che “contro”, riteniamo infatti che una cultura propositiva sia migliore di una semplice contestazione.
Come SISA chiediamo tutela dei salari, aggancio degli stipendi all’inflazione reale e non a quella immaginaria, seppur propagandata come reale, chiediamo alternative durevoli alla precarietà diffusa, una nuova politica per la scuola e la università volta a valorizzare le intelligenze e non a mortificarle, per tutte queste ragioni e per molte altre, con la convinzione e l’entusiasmo che il 9 novembre possa rappresentare una giornata di forte, chiara, mobilitazione sociale, aderiamo allo sciopero e invitiamo tutte e tutti, giovani, studenti, lavoratori, a partecipare, per portare, ciascuno, le ragioni di una cittadinanza attiva e costruttiva.
Le italiane e gli italiani, di ogni età, che scenderanno in piazza il 9 novembre ’07 rappresentano quel paese reale che chiede e attende risposte.
Con esso e in esso ci riconosciamo e come sindacato siamo decisi a impegnarci per contribuire a costruire quelle risposte, per una diversa società, in Italia e in Europa.
Per il coordinamento
Il segretario generale
Davide Rossi
NOVEMBRE 2007
9 novembre 2007
manifestazione a
Trieste
ore 9.00
Piazza della Borsa
nel pomeriggio
ore 15.30 – 17.30 assemblea
presso la scuola Oton Zupancic
via Caravaggio 4 Trieste
Il coordinamento del SISA, consultati gli aderenti e i gruppi locali, studenteschi, di docenti, di cittadini democratici che partecipano al nostro progetto, ha deciso di aderire alla giornata di sciopero nazionale indetta dal sindacalismo di base e alternativo, venerdì 9 novembre 2007 partecipando nelle diverse città secondo le modalità proposte dai gruppi locali del sindacato.
Il segretario generale Davide Rossi parteciperà alla manifestazione di Trieste che parte alle ore 9.00 da piazza della Borsa. Nel pomeriggio, sempre a Trieste, assemblea presso la scuola Oton Zupancic in via Caravaggio 4 a partire dalle 15.30. A Milano appuntamento in piazza Cairoli alle ore 9.30 con il segretario nazionale Emilio Sabatino.
Il SISA riconosce nei sindacati confederali la responsabilità del peggioramento delle condizioni di lavoro in ogni settore, pubblico e privato. In particolare per la scuola essi sono responsabili della sottoscrizione di un contratto e di un accordo rispetto alla legge finanziaria che penalizzano e mortificano, ancora una volta, la scuola e quanti con entusiasmo ne varcano il portone ogni giorno, studenti e docenti.
A livello europeo i sindacati confederali sono, attraverso la CES, la Confederazione Europea dei Sindacati, i massimi responsabili della totale mercificazione della vita dei cittadini del continente. L’Accordo Generale sul Commercio dei Servizi (AGCS - GATS), che riduce scuola, università e sanità a variabili economiche e non a patrimonio sociale di piena cittadinanza è stato da loro avvallato senza contestarne il pensiero radicalmente contrario alla tradizione solidale della storia d’Europa.
Nell’aderire e partecipare alla giornata del 9 novembre 2007 ci auguriamo che la giornata di lotta e di manifestazione possa servire per riaffermare quei temi e quei valori nei quali ci riconosciamo. Per parte nostra chiamiamo giovani e lavoratori, studenti e cittadini a scendere in piazza per riaffermare il diritto ad una società diversa, giusta, attenta ai temi sociali e ambientali, equa e solidale. Il SISA scende in piazza “per” più che “contro”, chiare e precise le nostre richieste. Chiediamo tutela dei salari, aggancio degli stipendi all’inflazione effettiva e non a quella immaginaria, seppur propagandata come reale, chiediamo alternative durevoli e concrete alla precarietà diffusa, una nuova politica per la scuola e la università volta a valorizzare le intelligenze e la libera ricerca e la costruzione dei saperi, per un futuro eco - sostenibile ed eco – compatibile, per tutte queste ragioni e per molte altre, con la convinzione e l’entusiasmo che il 9 novembre possa rappresentare una giornata di forte, chiara, mobilitazione sociale, aderiamo allo sciopero e invitiamo tutte e tutti, giovani, studenti, lavoratori, a partecipare, per portare, ciascuno, le ragioni di una cittadinanza attiva.
Donne e uomini, ragazze e ragazzi, di ogni età, che scenderanno in piazza il 9 novembre ’07 rappresentano quel paese reale che chiede e attende risposte. Con esso e in esso ci riconosciamo e come sindacato siamo decisi a impegnarci per contribuire a costruire quelle risposte, per una diversa società, in Italia e in Europa.
26 ottobre ’07
per il coordinamento SISA
Cristina Cairone
Coordinatrice studentesca
DICEMBRE 2007
Contratto e non solo: avanti adagio, quasi indietro, a due passi dal baratro
Confindustria nel 2006 preme per la totale triennalizzazione di tutti i contratti di lavoro e il governo (allora Belusconi) acconsente, i sindacati confederali si adeguano.
Nel 2007 molte categorie protestano, a partire dai metalmeccanici, allora i sindacati (sempre loro, i confederali) chiedono al governo (questa volta Prodi) di aiutarli.
Ma… i soldi in bilancio non ci sono, c’è il solito debito pubblico peggiorato con nuove voragini lasciate da Berlusconi, Bossi, Fini e Casini, non avanza più nulla.
Che si fa? I rappresentanti sindacal - governativo – confindustriali rispondono che non sanno proprio cosa fare, salvo, in effetti, confindustria, che invita a non pagar nessuno, tanto a Montezemolo, che guida la Ferrari, dei dipendenti pubblici e privati non importa nulla.
Per la scuola i confederali chiedono almeno gli arretrati 2006 e 2007, ma sono tanto sprovveduti da non ricordarsi che nella finanziaria 2007 (votata l’autunno 2006) non avevano preteso tale somma, né il governo e né il ministero dell’istruzione ci avevano pensato, quindi quei soldi non ci sono.
Neppure si possono mettere nella finanziaria 2008 (al voto nel novembre 2007), quindi si deve inventare un decreto specifico, il D.L. 159/07 che ha come obiettivo “interventi urgenti in materia economica e finanziaria”, i conti si fanno a occhio, ovvero mille euro circa, per un milione di dipendenti circa, fanno un miliardo di euro. Cifra del tutto non corrispondente agli arretrati e alla vacanza contrattuale che spetterebbero a tutti i lavoratori della scuola, secondo gli accordi presi dagli stessi confederali, mille euro che in nessun modo vanno a coprire l’inflazione e l’aumento salariale programmato, visto che mille euro diviso 26 mensilità (2006 e 2007), ovvero due anni, fanno 38 euro mensili lordi, non netti ovvio, che poi 38 miseri euro medi lordi facciano un miliardo di euro tocca tenerlo a mente, altrimenti di fronte a queste cifre, sbandierate da certa stampa o da certi personaggi con eccessiva leggerezza, si immagina che i lavoratori della scuola abbiano pretese da nababbi, invece ribadiamolo e ripetiamolo, mille euro a testa di conguaglio fanno 38 euro lordi al mese, ovvero più o meno 25 netti al mese.
Tanto comunque viene alla fine stanziato, ma…
Ma … polizia, forze armate, ministeriali, altri enti pubblici, sono alla tornata di chiusura del contratto e chiedono, come ovvio e ragionevole, aumenti congrui, il governo deve reperire all’ultimo momento altri 596 milioni di euro per circa 700mila lavoratori. Sono circa 851 euro in più, lordi e a testa, che questi lavoratori rivendicano e ottengono, per arretrati e altre questioni più che comprensibili.
A questo punto Padoa Schioppa salta sulla sedia e dice: “Dove li prendiamo?”
Scontata alla fine la scelta, li si storna dal D.L. 159, sul quale restano 404 milioni di euro, che fanno 15,5 euro lordi a testa mensili per 26 mensilità, netti forse 10 euro.
Ora i confederali e il governo stanno studiando il modo per dirlo ai lavoratori della scuola, francamente non sappiamo che cosa si possano inventare, per spiegare come, pur con belle parole, due anni di vacanza contrattuale si riducano a 10 euro al mese.
Noi per parte nostra non ci inventiamo nulla, questi sono i dati reperibili sui siti del governo, con un poco di pazienza nell’utilizzare internet, questi offriamo alla riflessione dei nostri iscritti e dei lavoratori tutti della scuola.
Ci inventeranno, crediamo, Cgil, Cisl, Uil, che ci si è accordati per un riconoscimento “parziale” degli arretrati e della vacanza contrattuale. Siamo nel contempo sconfortati e comunque interessati a vedere quali scuse troveranno, per giustificare 15,5 euro lordi medi a testa.
Ma … le notizie non sono finite, perché a leggere la finanziaria si scopre che per il rinnovo definitivamente triennale (i bienni i confederali li hanno sepolti), parte economica, ovvero per gli stipendi 2008 – 2009 – 2010, il governo ha messo e votato nella legge finanziaria, per gli anni 2008 e 2009 solo e soltanto la vacanza contrattuale. Pochi euro a testa insomma, non un centesimo di più.
Questo significa che, ammesso che la Corte dei conti approvi il contratto sottoscritto da confederali e governo, questo diverrà operativo nel mese di dicembre e gli aumenti e quello che resta degli arretrati e della vacanza contrattuale 2006 e 2007, ben lungi da quanto sbandieravano in questi giorni nei corridoi di alcune scuole italiane i delegati sindacali confederali, certo non si vedranno a dicembre, ma a febbraio, forse, oppure in marzo o aprile, visto il probabile nuovo conteggio delle cifre spettanti a ciascun lavoratore.
Poi, grazie alla finanziaria sappiamo che il nuovo stipendio resterà invariato per due anni, che nel 2011, o al massimo nel dicembre 2010 otterremo l’indennità di vacanza contrattuale degli anni 2008 e 2009, per i quali anni – ribadiamolo - non è previsto nessun tipo di aumento possibile, quindi dal 2011 gli aumenti relativi all’anno 2010, con la speranza che non siano un mero recupero dell’inflazione dichiarata, ma un reale recupero di quella realmente riscontrabile quando si va a fare la spesa.
Quindi che sia chiaro per tutti, lo stipendio aggiornato con il prossimo aumento è bloccato per tutto il 2008 e tutto il 2009, gli eventuali aumenti del 2010 arriveranno nello stipendio a partire dal 2011.
Nel contratto in oltre, come già detto in altre circostanze, è prevista la clausola di salvaguardia ovvero, la revoca o l’annullamento non solo dei termini giuridici, ma anche economici di parte del contratto stesso in caso di necessità, ovviamente con il consenso degli altri soggetti sociali, ovvero, sindacati e confindustria.
Questa clausola inserita con apposito articolo (il n. 149) ci preoccupa oltre modo perché rende fragile ogni ragionamento, rendendo retroattivamente ridiscutibile il già discusso e concordato. Ovviamente solo in forma peggiorativa.
Ma… a tutto ciò si aggiunge il miliardo di debiti che il Ministero ha accumulato con i comuni per mense e tasse dell’immondizia, con i precari non pagati, …, le banche protestano e chiedono il pignoramento dei conti delle scuole, dirigenti scolastici e direttori amministrativi chiedono il rinvio dell’approvazione dei bilanci e garanzie da Roma, al ministero non sanno che fare, Fioroni invoca tagli ed economie… quali e dove, impossibile saperlo, forse neppure immaginarlo.
Sentiamo con forza – come SISA - tutta la preoccupazione di quanti, docenti, ATA e studenti, ogni giorno varcano il portone della propria scuola con l’incubo che qualcuno entri a pignorare sedie e banchi, mentre gli stipendi arrancano verso un natale povero, premessa di anni difficili.
Da sempre invochiamo la centralità della scuola, al contrario stiamo assistendo al suo precipitare verso un baratro.
4 dicembre ’07
Davide Rossi
Segretario generale SISA
THYSSEN KRUPP: La tragedia di Torino e il diritto al pane
Il Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente si associa al dolore, al cordoglio, alla rabbia, alla disperazione, che oggi coglie tutto il mondo del lavoro e tutti cittadini responsabili, tutti
coloro che sentono per intero il peso della violenza omicida che si scatena contro chi lavora per il pane, solo perché troppo spesso e troppe volte le norme di sicurezza e il rispetto del contratto
vengono violati dalla brama feroce, da parte dei datori di lavoro, di piegare gli esseri umani, trasformandoli in mani senza volto della produzione e dei profitti.
Ma gli esseri umani hanno sempre un volto, persone che purtroppo, nelle fabbriche, sono ridotte quasi sempre a braccia senza nome.
In una società in cui nomi futili di pseudo - personaggi riempiono trasmissioni televisive senza senso, nessun palinsesto televisivo organizza uno speciale in prima serata dedicato alla fatica del vivere con poco più di mille euro al mese, in fabbrica come a scuola. Tre operai di Torino sono morti, altri tre della stessa fabbrica si dibattono tra la vita e la morte, e in queste stesse ore un operaio edile è morto ad Avellino, un meccanico alla Fiat di Cassino è morto riparando un automezzo. Una strage continua e senza fine, una strage che grida l’ingiustizia di una Costituzione italiana disattesa. Perché se morire in cambio del pane diventa così terribilmente semplice, la dignità e il rispetto della vita umana ne escono totalmente distrutti, soffocati, uccisi. La morte di questi lavoratori, per i quali ci sentiamo in lutto a fianco delle loro famiglie, denuncia un tragedia a cui porre rimedio è necessario al più presto, perché per quanto rapidamente e finalmente si intervenga, sarà sempre e comunque troppo tardi. 7 dicembre ’07 Davide Rossi, segretario generale SISA Riportiamo di seguito una prima ricostruzione della tragedia di Torino Tutto inizia per una perdita di olio idraulico da un tubo della linea 5 dell'impianto di trattamento termico (dove i laminati di acciaio vengono portati ad alta temperatura e poi raffreddati in bagni d'olio per temperarli). Gli esperti fanno notare che l'indagine è particolarmente complicata anche in virtù del fatto che il macchinario della linea 5 al centro dell'inchiesta è di dimensioni enormi: si tratta di una sorta di «treno» a due piani lungo un centinaio di metri e largo poco meno di dieci. Da un lato arriva la bobina grezza arrotolata, che pesa circa 27 tonnellate ed ha un diametro di 1,60-1,80 metri e che va poi nel forno per essere depurata a temperature intorno ai 1000-1100 gradi. Ne esce pulita come una lamina srotolata che viene immersa nell'olio per essere raffreddata e poi nuovamente riarrotolata. Un gruppetto di operai stava controllando la macchina dietro una vetrata di protezione quando ha notato le scintille ed il principio d'incendio. Antonio Schiavone, il più vicino alla macchina, è stato il primo ad essere avvolto dal fuoco. Il cadavere è stato trovato dai vigili del fuoco tra un muletto e due carrelli. La fabbrica Thyssen Krupp di corso Regina Margherita a Torino meno di 5 anni fa era bruciata per quasi tre giorni, per l'incendio di una vasca d'olio che allora, però, fortunatamente, non aveva coinvolto nessuno. Anche questa notte è stato dell'olio idraulico, quello contenuto in un flessibile ad alta pressione che si è danneggiato, a far scattare la tragedia. «Sono andato all'inferno, ho visto i ragazzi carbonizzati, tre in piedi e due a terra e sento ancora Antonio che grida 'aiuto, tirami fuori'», racconta Giovanni Pignalosa che ricorda quei momenti in cui ha tentato disperatamente di aiutare gli amici dopo che Antonio Boccuzzi, con la bicicletta e il volto bruciato dalle fiamme, era corso a cercare aiuto dopo aver cercato disperatamente e inutilmente di spegnere il fuoco che aveva avvolto i suoi compagni. "C'è stato un piccolo incendio, olio che bruciava. Pensavamo di riuscire a spegnerlo e abbiamo preso gli estintori, ma le fiamme si sono velocemente allargate e alzate, poi ci sono state delle esplosioni. Se chiudo gli occhi vedo ancora le facce dei miei colleghi. Erano torce di fuoco. Ho cercato di aiutarli, strappavo loro i capelli bruciati, pezzi di vestiti". E' questa la testimonianza di Antonio Michele Boccuzzi, operaio di 34 anni, che nell'incendio all'acciaieria ha subito ustioni di secondo grado al viso e alla mano destra. «Gli estintori non funzionavano, tre su cinque erano praticamente vuoti» hanno raccontato alcuni degli operai che sono intervenuti per primi, poco prima dell'arrivo di 17 squadre dei vigili del fuoco. Centro di Formazione don Lorenzo Milani e Scuola di Barbiana
Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente
Patto di mutua collaborazione
Il Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente e il Centro di Formazione don Lorenzo Milani e Scuola di Barbiana di Vicchio (Firenze) sottoscrivono un patto di mutua collaborazione, riconoscendosi nel pensiero sempre attuale e ispiratore di don Lorenzo Milani. Il SISA è onorato e sente per intero la responsabilità di una azione sindacale per i lavoratori della scuola e dell’università e a difesa degli studenti, che è idealmente chiamata a conformarsi ad un insegnamento le cui parole risuonano costantemente in noi: “Una scuola che seleziona distrugge la cultura.” … “Non vi è niente di più ingiusto che fare parti eguali tra diseguali” … “Ragazzi alla vostra età si deve andare al sindacato.” … "Se avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora io reclamo il diritto di dividerlo in diseredati e oppressi, privilegiati e oppressori. Gli uni sono la mia patria, gli altri i miei stranieri." Queste parole di don Lorenzo Milani sono per noi un richiamo concreto al presente. Il SISA si impegna, nella collaborazione con il Centro di Formazione, a promuovere una cultura del dialogo, del rispetto, della tolleranza, dentro e fuori le scuole e le università, perché solo riconoscendo i diritti di ogni persona che incontriamo, solo agendo con un progetto sociale per l’intera società, solo rispondendo con un cammino nel solco dei diritti sanciti in forma inviolabile, eppure troppo spesso violata, dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, solo con un progetto capace di futuro, fondato sull’accoglienza, il rispetto, la pace, la salvaguardia dell’ambiente, è possibile un domani migliore e più giusto. SISA e Centro di Formazione – pur nella rispettiva e inalienabile autonomia e indipendenza - assumono il reciproco impegna a promuovere presso tutti gli interlocutori di ciascuna delle due organizzazioni la conoscenza del sindacato e del Centro, al fine di accrescere per entrambi la presenza, il radicamento e l’azione sul territorio nazionale ed europeo. Nel solco degli impegni statuari delle due organizzazioni si provvederà a promuovere momenti congiunti di formazione e di valorizzazione delle esperienze maturate e in costruzione.
Bruxelles – Vicchio 15 novembre ’07
Il Presidente del Centro di Formazione don Lorenzo Milani e Scuola di Barbiana Giovanni Banchi
Il segretario generale del SISA Davide Rossi
Dopo la sottoscrizione del Patto di mutua collaborazione il segretario generale del SISA Davide Rossi ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“È per noi del SISA una grande emozione, un momento particolarmente significativo, una grande responsabilità, sottoscrivere un Patto di mutua collaborazione con gli amici del Centro di Formazione di Vicchio che rappresentato il più vivo, costante, autentico riferimento a quella che riteniamo, noi tutti del SISA, docenti e studenti, la più straordinaria e rivoluzionaria esperienza pedagogica italiana del Novecento. Barbiana è il punto più alto di una scuola, di un “essere scuola insieme” non certo di un “fare scuola”, che ha come obiettivo il mutuo ascolto e il reciproco rispetto nella costruzione dei saperi. Barbiana rappresenta l’esempio che il diritto ad imparare, il diritto a pari opportunità, il diritto all’inclusione e non alla selezione, che è sempre esclusione, sono possibili, anzi sono la sola via percorribile per restituire alle istituzioni scolastiche e universitarie la possibilità di tornare ad essere promotrici di cultura, la sola possibilità per costruire una diversa società che si riconosce nella pluralità e vince le paure attraverso il dialogo e il rispetto. Barbiana è per noi il richiamo a riconoscere in ogni straniero che varca il confine italiano un fratello, Barbiana è l’inderogabile impegno per un mondo senza frontiere e senza guerre, nel quale i diritti di cittadinanza non siano solo un privilegio dell’Occidente, ma un bene comune, di tutta l’umanità, come le risorse energetiche e alimentari, ambientali e naturali, a partire dalla terra e dall’acqua. Barbiana è per noi lo stimolo ad essere un sindacato moderno, dinamico, ma con radici profonde, antiche, che si riconoscono in un lavoro militante e di base. Il sindacalista è sempre stata la professione più stimata a Barbiana, ne siamo consapevoli e ne sentiamo nello stesso tempo tutta le responsabilità. Barbiana e don Lorenzo Milani sono parte essenziale e imprescindibile del nostro Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente, infatti dal momento in cui siamo nati il richiamo e l’esempio di Barbiana hanno mosso la nostra azione, ci hanno incoraggiato nei momenti difficili, ci hanno confortato nei dubbi indicandoci la possibilità di perseverare in un cammino. La sottoscrizione di questo patto ci riempie di orgoglio e ne sentiamo – lo ripetiamo - per intero la responsabilità, sappiamo che quella piccola canonica di campagna fattasi scuola è un esempio e per parte nostra cerchiamo e cercheremo nella quotidiana azione culturale e sindacale di essere coerenti e all’altezza. Questo patto di mutua collaborazione ci offre una certezza, che gli amici di Vicchio sono e saranno al nostro fianco, incoraggiandoci aiutandoci consigliandoci. Il nostro cammino è quindi da oggi più forte, più impegnativo, ma anche più gioioso e più sereno.” Pochi giorni di vita e già grandi soddisfazioni per il nostro
sindacato
Da poco più di due mesi abbiamo iniziato questa avventura folle e allegra di un sindacato totalmente nuovo, ecologista,
fatto di studenti e di docenti che lottano insieme in Italia e in Europa...
Un percorso in Italia e in Europa nel solco di un impegno per un’altra scuola, un’altra università, un’altra società. Da poco più di due mesi abbiamo iniziato questa avventura
folle e allegra di un sindacato totalmente nuovo, ecologista, fatto di studenti e di docenti che lottano insieme, aggrappati con entusiasmo alla collina di Barbiana, con tutta la sete di uguaglianza
e di giustizia che scaturisce dalle parole di don Lorenzo Milani. Difficile raccontare questi giorni, in cui il sorriso è sempre stato più grande della stanchezza, la determinazione rispetto alle
difficoltà, la volontà delle avversità. Abbiamo incominciato un cammino, siamo solo ai primi passi.
Abbiamo manifestato a Trieste il 9 novembre con i sindacati alternativi e a Milano il 17 novembre con i giovani nella giornata mondiale delle loro giustissime rivendicazioni, perché una scuola che non ascolta e non dà spazio ai ragazzi è una scuola condannata inevitabilmente ad un rapido declino. Abbiamo tenuto un interessante incontro il 9 novembre alla scuola Zupancic di Trieste, discutendo, immaginando proposte, come la richiesta di traduzione in lingua italiana dei libri integrativi di storia e geografia sloveni, perché nella Venezia Giulia il percorso di comprensione reciproca è sempre un’impresa ardua, ma piena di significato. Siamo stati in piazza Farnese a Roma il 10 novembre per ribadire il nostro sostegno ad un mondo e un’Italia eco - sostenibili e senza nucleare, ma con tanta energia pulita grazie al sole e al vento, abbiamo partecipato nella mattina della stessa giornata ad un interessante confronto tra tecnici ed esperti dell’energia verde, presso la sala conferenze di Monte Citorio. Segnali anche da alcune regioni italiane, Sonia Rolt, di cui apprezziamo da anni passione e serietà, docente infaticabile lungo le strade dell’Appennino emiliano ha deciso di diventare referente del SISA per le province di Parma e Reggio, Arianna Marchegiani, giovane precaria e determinata ambientalista ha deciso di regalarci un po’ del suo entusiasmo accettando di diventare responsabile per le Marche e responsabile nazionale per la promozione didattica eco-sostenibile. Abbiamo denunciato la triste situazione relativa al rinnovo del contratto, abbiamo lanciato una proposta di reclutamento dei docenti italiani che sta sollevando consensi e critiche, ma che in ogni caso sta riproponendo al centro dell’attenzione il temi forte della formazione dei docenti. Abbiamo siglato due patti di mutua collaborazione, con il Centro di Formazione don Lorenzo Milani e con il SISA (Sindacato Indipendente Studenti e Apprendisti) svizzero, nel primo caso con tutta l’emozione di riconoscerci nello stesso solco di idee, pensieri e azioni con amici che conosciamo da anni e stimiamo, a partire da Giovanni Banchi e Manrico Casini Velcha, nel secondo caso in un abbraccio, tra i castelli di Bellinzona e il lago di Locarno, con compagni straordinari, a partire da Massimiliano Ay e dai due nuovi coordinatori Giulio Micheli Mattia Tagliaferri, ragazze e ragazzi, quelli del SISA svizzero, che rappresentano un esempio per qualunque progetto di aggregazione studentesca. Un percorso questo del nostro sindacato, in Italia e ugualmente in Europa, che ci regala soddisfazioni, a volte inaspettate. In Belgio alcuni docenti francofoni hanno aderito al SISA, dalla Russia alcuni studenti ci hanno domandato materiali e informazioni. A Valona in Albania i docenti che lottano contro il rigassificatore dal terribile impatto ambientale, che si vuole costruire a danno della loro comunità, ci hanno chiesto sostegno e solidarietà, che abbiamo immediatamente espresso. A Parigi il filosofo Giancarlo Pizzi ha scelto la nostra bandiera per una rinnovato impegno personale e una nuova battaglia di civiltà che abbia il suo cuore nell’Europa e nella solidarietà internazionale. Con Giancarlo Pizzi, nostro responsabile per Parigi, ci incontreremo nella capitale francese il 20 gennaio per una riunione che faccia il punto sulle lotte per il cambiamento che scuotono le piazze e le strade francesi, riconquistate da scioperanti, lavoratori e studenti, che rispondono con una professione di cittadinanza attiva alla barbarie del “tutti contro tutti e niente più per nessuno” del presidente maldestramente autoritario Sarkozy. Chiara la nostra posizione a favore degli studenti francesi che hanno iniziato a metà novembre una serie di occupazioni delle università e delle scuole superiori, che continuano in questi giorni, per il diritto allo studio e il rifiuto di un progetto governativo dequalificatore. Abbiamo insomma alle spalle una manciata di giorni e già possiamo guardare con determinazione e con la libertà di sognare ai giorni che verranno, al 2008 e oltre. Un grazie grandissimo va a tutte e tutti, giovani e grandi, a partire dal segretario nazionale Emilio Sabatino, che in questo luogo di incontro e di progetto che è il Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente hanno deciso di impegnarsi, con slancio e in prima persona. Continuiamo quindi, senza smettere di lavorare e di sognare. Grazie quindi, grazie davvero, a tutte e a tutti. Binche (Belgio) – 20 dicembre ’07 Davide Rossi Segretario Generale GENNAIO 2008
Memoria e Costituzione, con piena e consapevole responsabilità - 27 gennaio,
Giornata della memoria
Nel cielo limpido e azzurro, attraversato da una luce e da un lieve vento che annunciano primavera e ne portano il
profumo, si è svolta, nel pomeriggio di domenica 27 gennaio ’08 a Milano, la manifestazione per la giornata della memoria. Memoria di una liberazione che tra le nevi di Auschwitz ha visto spalancare
le prime porte di un campo di sterminio 63 anni fa.
Primo Levi nel suo libro più bello, nel suo assoluto capolavoro che resta “La tregua”, capace di oltrepassare il dolore di “Se questo è un uomo”, descrive l’apparizione, in quel giorno, di
quattro giovani soldati a cavallo con un berretto con la stella rossa, “fra il grigio della neve e il grigio del cielo, immobili sotto le folate di vento umido minaccioso di disgelo”, continuando di
seguito con alcune tra le più belle pagine della letteratura italiana e della storia del Novecento.
Nel ’45 l’Armata Rossa avanza e libera, libera ebrei e uomini di buona volontà di tante differenti fedi, zingari, politici antifascisti in numero grandissimo, a partire dai comunisti e dai sindacalisti, libera omosessuali e disabili, donne e uomini, bambini, ragazze e ragazzi, avanzando sino a Berlino, ponendo fine alla guerra e portando la pace dopo anni di sangue. Ricordando quel primo cancello abbattuto dall’esercito sovietico, ci ritroviamo nel cuore di una città che osserva stupita eppure attenta il dispiegarsi delle bandiere delle forze politiche della sinistra, della comunità ebraica, il meraviglioso striscione che riproduce la bandiera zingara: la ruota di un carro tra il verde della terra e l’azzurro degli orizzonti più lontani. Davanti i gonfaloni dei comuni, le bandiere tricolori con la stella dell’ANPI, i partigiani. Rom e sinti attaccano con violini e trombe, canti e melodie, universalmente belle, sia quando risuonano le note della loro tradizione, sia quando intonano “Bella ciao!”. Presenti sia il Centro Studi “Anna Seghers”, sia il SISA - Sindacato Indipendente Scuola Ambiente, perché impegno civile e riscossa etica della società sono auspicabili, ma possono solo sorgere e scaturire da una riflessione serena e pacata che trovi irrinunciabile fondamento nelle radici della memoria e nel solco della Costituzione, che proprio in questi giorni compie il suo 60° anniversario, quella Carta fondamentale che rende l’Italia una “Repubblica democratica fondata sul lavoro”, nata nel solco della Resistenza e della lotta antifascista. Un impegno che come sindacato e centro studi assumiamo con piena e consapevole responsabilità. Milano, 27 gennaio ’08 FEBBRAIO 2008
Massimo Piermarini aderisce al SISA
Massimo Piermarini, docente presso il liceo di Civitavecchia, filosofo, ha deciso di aderire al SISA. Riportiamo di
seguito la lettera che ha indirizzato al sindacato e la risposta, a nome dell’organizzazione, di Davide Rossi. Massimo Piermarini è stato nominato responsabile SISA del Lazio dal
coordinamento.
Quando un’organizzazione non riesce a contribuire alla crescita della sua dimensione sociale, si chiude in se stessa, spegne le potenzialità degli iscritti, si isola dalle situazioni di lotta, si cristallizza nel coltivare le memorie del suo glorioso passato, radicalizza il suo esclusivismo, la boria della sua identità, la sua autoreferenzialità, comincia a spacciare la sua povertà per ricchezza. Ma le organizzazioni servono gli uomini, non viceversa. È stato sempre così nella storia del movimento operaio e popolare. È alla prassi umana che debbono contribuire, attraverso la costruzione comune. Se si chiudono in se stesse sostituiscono alla loro Anima genuina (alla collettività in fusione) una protesi ideologica. A maggior ragione quando sbandierano la loro apartiticità e apoliticità dovrebbero astenersi dal sacrificare le loro energie migliori al trionfo di una qualsivoglia ideologia. Anche le ideologie sono dei mezzi. Indicano degli scopi ma ne ancorano la realizzazione ai metodi compatibili con la loro struttura concettuale. Funzionano come farmacie cinesi; tutto al suo posto, ma lontano dall’esperienza e dalla vita. I loro sostenitori stendono i loro vocabolari ideologici e smarriscono l’universalità, che è un orizzonte di valori, non di dottrine e sistemi chiusi di concetti. L’isterilimento del ruolo specifico, rilevabile con evidenza che balza agli occhi, produce un accecamento dell’intelligenza critica e della capacità di interpretare il presente, la società e le tendenze internazionali. La loro pratica diventa soltanto la testimonianza (minoritaria) di un’ideologia (minoritaria). Settarismo e meccanicismo irrompono. Si sacrificano le esperienze migliori e le più belle stagioni di lotte sull’altare di un Moloch ideologico. All’idolatria di questo passaggio, con Adorno e Benjamin, ci ribelliamo. Tutti i processi sono filtrati e deformati dall’illusione “ideologica” (nell’accezione marxiana), spacciata per vera teoria dell’emancipazione, valida ovviamente ora e sempre nei secoli dei secoli. L’isolamento è inevitabile, la perdita di influenza tra le masse e il crescente isolamento sono “razionalizzati” con le oscure manovre degli avversari e dei concorrenti o per la permanenza dei vizi ideologici ed errori negli iscritti (dai quali, ovviamente, i “dirigenti” sono dalla nascita esenti). La realtà e la possibilità del sindacalismo scolastico di base merita un approccio diverso, una linea di condotta che rifletta valori e teorie frutto di un reale confronto intersoggettivo e si fondi sulla partecipazione di tutti alle lotte e alle speranze, traducibili in prassi, per tutti. Per questi motivi ho deciso di aderire al progetto del SISA e di contribuire ad esso col “valore aggiunto” di una passione durevole per la giustizia e l’uguaglianza, la stessa che ci illumina negli scritti e nell’opera di don Milani. Civitavecchia, 12 febbraio ’08 Incontri romani
Nei giorni 7 e 8 febbraio come segretari del SISA abbiamo avuto una serie di importanti incontri. Il giorno 7 con Pierpaolo Leonardi, segretario RDB. Nello scambio di riflessioni e analisi si è convenuto sulla difficoltà della situazione presente e per il mondo del lavoro in particolare, in Italia e ugualmente in Europa. Tanto il SISA, quanto RDB concordano nel ritenere necessario promuovere una maggiore collaborazione a livello europeo tra quelle realtà sindacali che lottano e si muovono in forma dichiaratamente alternativa alla CES. Sempre il giorno 7 febbraio una calorosa e ampia conversazione con Massimo Piermarini, filosofo e professore presso il liceo di Civitavecchia, ci ha portato a conoscenza della sua intenzione di aderire e partecipare al SISA, per parte nostra lo abbiamo ringraziato, confermandogli la nostra stima e la grande soddisfazione nel vederlo impegnato sotto le nostre bandiere. L’8 febbraio abbiamo presentato il SISA nelle sedi istituzionali, abbiamo infatti incontrato il ministro dell’ambiente Alfonso Pecoraio Scanio, il sottosegretario all’università Nando dalla Chiesa e Giuseppe Bonelli collaboratore del ministro della pubblica istruzione Giuseppe Fioroni. In tutte e tre le occasioni si è sviluppato un cordiale scambio di informazioni. Per parte del SISA abbiamo chiarito come il nostro sindacato, che stia compiendo i primi passi e intenda operare seguendo alcune linee guida: • mutua collaborazione docenti – studenti con uguali responsabilità all’interno dell’organizzazione • impegno transnazionale ed europeo • valorizzazione delle culture a partire da quella slovena della Venezia Giulia • impegno per una didattica che affronti i temi dell’eco-sostenibilità e del rispetto dell’ambiente • didattica fondata sulla libertà d’insegnamento dei docenti e la libertà di apprendimento degli studenti Per iniziativa del deputato della sinistra arcobaleno Camillo Piazza si svolto inoltre un incontro con la responsabile scuola dei verdi, preside Anna Sanchi, con il coordinatore nazionale dei giovani verdi Rafi Korn, presente insieme a Monia Franceschini, coordinatrice per l’Italia centrale e Lorenzo Senni, anch’egli dell’ufficio nazionale di coordinamento. Molto proficuo lo scambio di idee, il comune riconoscimento della necessità d’aprire le scuole ad un maggiore impegno e sensibilità verso i temi ambientali, il loro ineludibile valore interdisciplinare. Milano, 10 febbraio ’08 Emilio Sabatino e Davide Rossi Restituire voce a docenti e studenti, recuperare la relazione
educativa
Le incipienti elezioni parlamentari sventagliano un numero ragguardevole di dichiarazioni politiche, raramente dedicate
alla scuola. Osserviamo a maggior dispiacere quanto spesso queste risultino a sproposito. Francesco Rutelli chiede vacanze doppie a pasqua e prolungamento delle lezioni a giugno, il che
permetterebbe alle elementari e alle medie di chiudere le attività comunque il 30 giugno, ma porterebbe a slittare di una settimana il lavoro alle superiori. Gli esperti scuola della destra
berlusconiana Aprea e Valditara si sperticano contro la burocratizzazione della scuola, e fin qui potremmo essere d’accordo, per poi inneggiare ai tagli, di ogni tipo, da quello dei docenti a quello
delle ore di scuola, un ragionamento ragionieristico che nulla ha a che vedere con la scuola e il suo compito di promozione e costruzione dei saperi. Da tante considerazioni e altre ancora che stiamo
ascoltando, ne emerge comunque un quadro sconfortante. La scuola, di ogni ordine e grado, è oggi vittima di una mancanza di relazione educativa, venuta meno per colpa della precarietà dei docenti,
precarietà sia dei precari che sono costretti a cambiare scuola ogni anno, sia dell’intera categoria, precarizzata dalla perdita di valore e di senso, oltre che economica, dell’essere insegnanti nel
contesto sociale attuale. Una scuola penalizzata inoltre da un moltiplicarsi degli adempimenti burocratici, avvenuto in questi ultimi quattordici anni (1994 - 2008), quelli dell’alternanza destra /
sinistra della così detta “seconda Repubblica”, con sette anni di governo per parte. Può sembrare strano e forse è solo colpa della leggerezza con cui si sono affrontati questi argomenti nel
succedersi dei governi, ma ogni “semplificazione” burocratica si è trasformata in una “complicazione”. Questo è accaduto “de facto” e senza ombra di dubbio, non per neghittosità o spirito di
resistenza conservatrice dei docenti. È proprio accaduto, il perché è probabilmente imputabile a molte cause, ma il risultato è assolutamente tragico, triste, deprimente, mortificante.Una collega di
Milano, qualche giorno fa, sortendo dal girone infernale delle valutazioni quadrimestrali e pronta, o quasi, a immergersi, nella bolgia ugualmente dantesca del recupero dei debiti, constatava, più
rassegnata che disperata, che oramai a scuola si parla di tutto, di verifiche omogenee per classi parallele, di livelli, di criteri, di metodi, di tutto, ma non dei ragazzi, neppure c’è più il tempo
di riflettere sui ragazzi, sui loro problemi, sulle loro aspettative. Ne valutiamo e cerchiamo di tamponare i debiti, ma le domande che ci poniamo sul fatto che si creano i debiti esulano, nei
discorsi, dai ragazzi, sono astratte e le risposte che rappezziamo sono astruse e inefficaci.Questa situazione ci preoccupa, perché la scuola non può finire vittima di un’autonomia scolastica che,
invece di liberare energie positive, ingabbia e obbliga a fare tutto quello che si faceva prima e di più con sempre meno fondi, né di un rimpallo tra aderenza alle discutibili indagini Pisa, che non
riconoscono le competenze orali e scritte, ma riducono a quiz i saperi, e modalità di lezione e criteri di valutazione che hanno come reale risultato la negazione della libertà d’insegnamento dei
docenti e della libertà di apprendimento degli studenti.Come SISA, proponiamo, ancora una volta, di ripartire da un progetto serio, non dai tagli, ma dalla regolarizzazione dei docenti, con la
drastica riduzione del numero dei precari, l’assunzione e la creazione di organici stabili.Chiediamo che venga dato spazio ai progetti educativi di scuola, non per una omologazione interna al
ribasso, ma perché si riaffermi la pluralità di pensieri, il rispetto della diversità e della ricchezza dei metodi e degli approcci didattici.Nelle scuole di ogni ordine e grado, ma in particolare
alle medie e alle superiori, è opportuno aprire un dibattito, che serpeggia depresso lungo i corridoi e negli intervalli, ma che deve acquisire la dignità di un confronto nazionale sulla costruzione
dei saperi per il futuro e per il domani.Le studentesse e gli studenti devono essere coinvolti, ascoltati, non è certo con un atteggiamento neo – autoritario che si indurranno le nuove generazioni a
studiare di più, occorre recuperare il senso dello stare a scuola, il senso di una comunità di docenti e studenti che hanno il piacere di ricercare, capire, conoscere, imparare, reciprocamente.I
ragazzi trovano sempre meno senso nella scuola e questa perdita di senso non è certo invertibile con le strade percorse, anche in buona fede, sinora.Come Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente
immaginiamo un grande cantiere aperto, che, scuola per scuola, lavori, nel corso dei prossimi mesi, stimolando l’emergere di idee, pensieri, stati d’animo, critiche, proposte. Un percorso in cui
docenti e studenti abbiano piena, voce, senza vincoli.Un percorso che deve partire dalle scuole, da ciascuna scuola, e i cui risultati non sono programmati né programmabili, ma semplicemente
auspicabili, una discussione ampia sul senso della scuola e la sua importanza, che provi almeno a porre i saperi e la loro costruzione al centro della società e la relazione educativa come elemento
fondante per provare ad offrire alla scuola stessa un possibilità di futuro.
22 febbraio 2008
Davide Rossi, segretario generale
MARZO 2008
Prossimi progetti di tagli? Solo la relazione educativa e una rinnovata collaborazione tra docenti e studenti
possono cambiare la scuola
Sette studenti delle superiori su dieci hanno debiti scolastici. Questo non significa certo essere “asini”, neppure in passato un’insufficienza in pagella ci rendeva “asini” ed eravamo in tanti
ad averla, anche se su questo presunto dato statistico, con la solita inopinata superficialità, i quotidiani e le televisioni ci hanno ricamato la solita notizia “usa e getta”, per mettere un po’ di
colore, tra la strage del momento e il suo relativo processo mediatico e l’ultima sconfortante e inutile dichiarazione politica sulle liste elettorali auto - prodotte.
Intervistato all’alba con lo stile della televisione di oggi, ovvero una domanda vacua: “colpa degli studenti o dei professori?”, e apostrofato come già ministro della pubblica “amministrazione”
invece che istruzione, il linguista Tullio De Mauro, che nel suo anno in via Trastevere certo non ha voluto o potuto molto operare, offre una risposta più seria e intelligente della questione mal
postagli. Chiaro chiaro afferma: “è un miracolo compiuto da professori e studenti, poiché la società è analfabeta di ritorno nel numero di 8 italiani su 10 e, in questa condizione, la scuola riesce a
fare meglio.” È certamente una posizione seccata e polemica, ma da condividere. In una società ricoperta di immondizie, per le strade, ma anche assurte a modello sociale, dalla tele-spazzatura alla
monnezza relazionale, gettare allegramente sui ragazzi e sugli insegnanti le colpe di una società fragile e sempre più in declino sembra uno sport degno di questo anno olimpico. Chi come noi, docenti
e studenti che ogni giorno entrano a scuola e non solo leggono e studiano, ma partecipano al SISA, cercando di costruire un'altra scuola per un’altra società, fondata sul rispetto dei diritti
inviolabili dell’uomo, sulla forza delle culture, umanistiche e scientifiche, quale strumento per un migliore domani, sulla ricerca e la costruzione dei saperi e non la loro mera trasmissione, questa
polemica sull’asineria di cui saremmo vittime, insieme, docenti e studenti, pare la solita occasione, per altro riuscita, per gettare tra uno spot e l’altro, un po’ di discredito sul sistema
formativo italiano. Magari per preparare il campo a progetti bipartisan di prossimi governi volti alla riduzione del personale, delle risorse, del riconoscimento sociale della scuola e
dell’università sempre meno centrali e sempre più marginali nell’Italia dell’anno di (dis)grazia 2008. Noi, come coordinamento del SISA e a nome di tutta la nostra organizzazione, respingiamo questo
approccio che distorce il senso di un lavoro che ogni giorno con passione ci vede costruire l’esatto opposto di un presunto “analfabetismo di massa”. I ragazzi pongono domande e cercano risposte, a
patto di ascoltarli, rispettarli, coinvolgerli. Sentono che hanno poco da imparare da una società adulta che di adulto ha solo la maschera di un atteggiamento, dietro cui spesso si cela la miseria
dell’ipocrisia. Noi siamo ogni giorno impegnati, docenti e studenti del SISA, in un dialogo che almeno prova a costruire, oltre le difficoltà,un domani capace di futuro, partendo dal nostro
entusiasmo di docenti, unito a quello per la vita e ai sogni, piccoli e grandi, ai desideri e alle domande, vere e profonde, delle ragazze e dei ragazzi che ascoltiamo e con cui ci confrontiamo tutti
i giorni.
11 marzo 2008
Davide Rossi
APRILE 2008
Daniele Alberi, responsabile del SISA in Liguria
La presenza del SISA in Liguria nasce dalla collaborazione con Daniele Alberi, professore di filosofia a Savona e, come
molti giovani, precario.
Un’amicizia più che ventennale ci lega e insieme ad essa la consapevolezza che solo in un rinnovato riscatto culturale risiede la possibilità di un riscatto sociale. Il suo contributo, il suo pensiero, la sua azione sono e saranno per tutto il SISA l’occasione per procedere con decisione nel solco delle idee di uguaglianza, di rispetto e di impegno per una diversa scuola per una diversa società, sancite dal nostro manifesto costitutivo e sempre presenti nel nostro agire. Caro Daniele, grazie e buon lavoro. 10 aprile 2008
Davide Rossi, segretario generale
25 aprile: giorno della liberazione, Milano
Il Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente - Neodvisni sindikat šole in okolja partecipa alla
manifestazione del 25 aprile di Milano con partenza alle ore 14.00 da Palestro.
Le ragioni di questa giornata che segna l’affermazione della libertà e che in altri paesi europei viene ricordata in altre
date, ad esempio in Francia e Belgio l’8 maggio, in Russia il 9 maggio come “Giorno della vittoria”, hanno origine nelle radici antifasciste della lotta partigiana. La democrazia e la partecipazione
di cui oggi si sente sempre più bisogno, a fronte di un declino economico e a svolte fortemente personalistiche della rappresentanza politica, impongono a un sindacato come il nostro di manifestare
nel solco di una memoria che è richiamo per il futuro.
Allora donne e uomini, ragazze e ragazzi, hanno scelto di lottare per amore della libertà e della giustizia, per costruire, a partire dall’Italia e dall’Europa, un mondo fondato sul rispetto,
sull’uguaglianza.
Un mondo capace di rispondere alla barbarie del nazismo e del fascismo con le ragioni della civiltà, del dialogo, del progresso. Per queste e per molte altre ragioni il 25 aprile le nostre bandiere seguiranno quelle delle associazioni partigiane e le insegne delle associazioni degli ex deportati nei campi di sterminio, con la determinazione di chi è convinto che una cultura di accoglienza e di rispetto possa renderci solidali verso coloro che ieri come oggi spesso vengono discriminati per le loro origini e le loro idee, zingari ed ebrei, sindacalisti e comunisti, persone che compiono libere scelte sessuali, immigrati. I diritti del lavoro quindi, ma anche quelli che la nostra Costituzione riconosce ad ogni cittadino, senza alcuna discriminazione, italiano o proveniente da qualunque parte del mondo. 25 aprile quindi, per una rinnovata liberazione. Prima assemblea generale del SISA
Dopo l’assemblea generale costituente e fondativa di ottobre 2007, il SISA è alla sua seconda assemblea per l’a.s. e
l’a.a. 2007/2008, la quale assume valore di prima assemblea generale ordinaria. L’assemblea è convocata in data primo maggio 2008 a Milano in vicolo Calusca 1 alle ore 11.00. L’assemblea è
aperta, come da statuto, a tutte e tutti coloro che vorranno portare un contributo fattivo e costruttivo per la crescita del SISA. Si ricorda in ogni caso che diritto di voto, sempre a norma di
statuto, è riconosciuto solo a coloro che sono in regola con le quote di adesione. Si invitano i risposabili locali di annunciare con anticipo la loro partecipazione, laddove occorra organizzare
l’ospitalità. È confermata la presenza di un rappresentante del SISA Svizzera, che porterà un saluto e parteciperà ai lavori.
Ordine del Giorno
1. Relazione del segretario generale sull’attività svolta, sulle iniziative in corso e già in programma, sulle prospettive dell’organizzazione 2. Dibattito sulla situazione generale della scuola e dell’università in Italia e in Europa e sulla relazione con i movimenti dei precari 3. Informazione sulla situazione dei gruppi SISA in Italia e in Europa, sviluppi e iniziative, collaborazioni in Italia, in Europa e a livello internazionale. 4. Proposta di calendario per le assemblee generali del prossimo a.s. e a.a. 2008/2009 5. Quadro delle adesioni nell’a.s. e nell’a.a. 2007 – 2008 e prospettive per l’a.s. e l’a.a. 2008 – 2009 6. definizione delle modalità di adesione per coloro che non sono dipendenti del Ministero dell’Istruzione 7. Proposte d’azione e campagne del sindacato a partire dall’elaborazione di una proposta di riforma degli organi collegiali 8. Organizzazione dell’incontro con Grazia Morra a Milano (10/11 maggio 2008) sulle questioni di genere e le pari opportunità 9. Informazione rispetto ai patti di mutua collaborazione sottoscritti nel corso dell’a.s. e a.a. 2007/2008: SISA Svizzera, Centro don MIlani, Lotta Operaia R. D. Congo, Si Può Università. 10. Mandato di rappresentanza del sindacato per Anna Ballarin e Raffaella Cavelli alla giornata commemorativa del 25° della scomparsa di Anna Seghers in programma a Berlino il 1 giugno 2008 ed eventuale partecipazione studentesca 11. Organizzazione per la partecipazione di una delegazione SISA al contro – forum euro – mediterraneo di Parigi promosso dalla CNT nei giorni 4-5-6 luglio 2008 12. Organizzazione per la partecipazione alla manifestazione di Genova del 20 luglio 2008 13. Organizzazione per la partecipazione a fine luglio 2008 a Cleto in Calabria dell’apertura della “Casa del dialogo tra le culture del Mediterraneo” 14. Valutazione dell’organizzazione di un “campeggio estivo 2008” in collaborazione con il SISA Svizzera da realizzarsi in Ticino (fine luglio - primi di agosto) 15. Proposta di iniziativa SISA in Belgio per la “giornata internazionale di lotta per l’educazione” del 4 aprile 2009 16. Programmazione della partecipazione all’anti-G8 italiano / Sardegna luglio 2009 17. Programmazione della partecipazione al XVII Festival Mondiale della gioventù e degli studenti a Minsk, luglio – agosto 2009 18. Assegnazione degli incarichi di lavoro e adempimenti statutari, ratifica della nuova coordinatrice studentesca e conferma del coordinamento 19. Approvazione delle attività culturali ed editoriali del SISA o in collaborazione con enti e associazioni culturali 20. Proposte di formazione, per docenti e/o studenti 21. Approvazione bilancio 2007 e del preventivo 2008 22. Varie ed eventuali A seguire partecipazione alla ore 14.00 manifestazione May Day! e Concerto con le “Pile Up” Primo maggio a Milano per il SISA in piazza sant’Eustorgio alle 14.00 con il May Day È per il nostro sindacato la prima volta che arriviamo al primo maggio, in cuore le emozioni sono tante, grandissime. Il
primo maggio è la festa più bella per chi sogna e lotta per un domani migliore, è giorno di rivendicazioni, per chi non ha rinunciato e non rinuncia a credere possibile, contro ogni prevaricazione e
ogni delusione, impegnarsi in prima persona per costruire regole condivise di uguaglianza e di giustizia, perché ogni essere umano, donna e uomo, ragazza e ragazzo, in ogni parte della terra, ottenga
rispetto, futuro, dignità.
Il primo maggio è giornata di lotta e di festa per riaffermare con la nostra presenza una volontà che è più grande di ogni difficoltà.
Il Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente lotta per un’altra scuola, un’alta università, una diversa società, per costruirla insieme, parlando, discutendo, agendo, partendo come sempre dai nostri valori, sempre riaffermati e irrinunciabili: la libertà d’insegnamento dei docenti e la libertà di apprendimento degli studenti. Abbiamo deciso di dare appuntamento ad iscritti, amici, simpatizzanti, sostenitori, docenti e studenti a Milano al May Day in piazza sant’Eustorgio alle 14.00. Vi aspettiamo numerosi sotto le nostre bandiere, insieme contro ogni precarietà, insieme per una civiltà fondata sulla giustizia e sull’uguaglianza. Salutiamo con emozione la presenza degli amici del SISA Svizzera, il coordinatore Giulio Micheli e il fondatore Massimiliano Ay. Buon primo maggio a tutte e tutti! Nel salutarvi non posso che ricordare le parole che per il canto più bello ci ha lasciato Franco Fortini: E tra di noi divideremo lavoro, amore, libertà e insieme ci riprenderemo la parola e la verità. … Questa lotta che uguale l’uomo all’uomo farà, questo pugno che sale, questo canto che va, è l’Internazionale, un’altra umanità. Bianche, 27 aprile ’08
Davide Rossi
Il SISA sempre solidale con tutte le donne e gli uomini stranieri presenti sul territorio italiano
Nel corso della prima assemblea del SISA il primo maggio 2008 il membro fondatore e professore di psicologia delle
relazione educativa Stefano Fregonese ha presentato il documento sotto riportato. Si è aperto un vivace dibattito poiché secondo alcuni il tema, certo urgente per la società italiana, non è
immediatamente sindacale o riconducibile ai temi dell’educazione. Fregonese ha rivendicato per un’organizzazione aperta e plurale come il SISA, impegnata per una radicale trasformazione culturale e
sociale, nel solco di don Lorenzo Milani, la mobilitazione del SISA a fianco di coloro che nell’Italia di oggi non hanno diritto di cittadinanza e non hanno diritto alla partecipazione nei momenti
decisionali della nostra società, come le elezioni.
È quindi intervenuto il segretario generale Davide Rossi che ha ampiamente chiarito e sintetizzato la posizione del sindacato. Il SISA è un’organizzazione composita all’interno della quale
storie ed energie di differente orientamento sono confluite, anche amici libertari che reputano di nessuna importanza il momento elettorale. Tuttavia la solidarietà tra e verso tutti gli esseri
umani, a partire dalle donne, dagli uomini, dalle ragazze, dai ragazzi di ogni parte del mondo che sono in Italia per vincere la violenza di un rapporto ineguale tra i paesi del Nord del pianeta, tra
cui il nostro, e il Sud, costantemente depredato delle sue ricchezze economiche e naturali, è centrale per il SISA.
Come SISA anzi si ritiene di dover invitare tutti gli aderenti e i simpatizzanti a moltiplicare l’impegno solidale a sostegno degli stranieri ed anche delle comunità migranti, come i rom e i sinti. In ragione di questa rinnovata e unanime scelta di azione, il segretario generale ha proposto di recepire il testo proposto ricordando che la riflessione verte su un aspetto e che intende fungere da stimolo per molti altri, a partire dalla scuola e dall’università, sui quali si devono sviluppare forme di solidarietà attiva e di lotta a fianco di tutte e tutti coloro che, solo per una discriminazione di passaporto, vedono quotidianamente violati i loro diritti, sanciti dalla Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo e dalla Costituzione italiana. |