verbale XXVIII ASSEMBLEA GENERALE
appuntamento all'anno prossimo!
Verbale della XXVIII Assemblea Generale
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2 giugno 1946 – 2024

78° anniversario

il SISA nelle piazze italiane 

il 25 aprile, il giorno in cui nasce l'Italia antifascista e fondata sul lavoro!

SISA come ogni anno presente a Camagna Monferrato!

SCARICA E AFFIGGI ALL'ALBO SINDACALE IL MANIFESTO SISA PER LE ELEZIONI DEL 7 MAGGIO 2024 PER IL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
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A CAMAGNA MONFERRATO INSIEME AL CENTRO STUDI "ANNA SEGHERS"

 

XXVIII Assemblea Generale

SISA

 

sede nazionale

via martire Giambone 26

Camagna Monferrato

 

sabato 11 maggio 2024

ore 11.30

 

 

o.d.g.:

·        relazione del Segretario generale in merito alle attività realizzate e in programma del sindacato, alle scadenze di lotta e alla situazione generale politica e sindacale

·        attività del SISA Studenti e del SISA Precari

·        iniziative per la piena riaffermazione dell’antifascismo, dell’internazionalismo, della solidarietà con ogni essere umano del SISA

·        iniziative per un mondo di pace e di dialogo e contro ogni islamofobia

·        informazione in merito all’attività di collaborazione con il sindacato RAS – RDC

·        approvazione del bilancio

·        varie ed eventuali ed eventuali documenti proposti alla votazione dai gruppi locali

 

Si ricorda che a partire dalla VI Assemblea Generale il numero crescente di iscritti e di gruppi locali del SISA ha imposto al coordinamento di elaborare alcune novità regolamentari per lo svolgimento delle assemblee stesse. Il sindacato non deroga alla sovranità dell’assemblea, che rappresenta il momento più alto di partecipazione diretta, pur tuttavia, poiché non tutti i rappresentanti dei gruppi locali potranno essere presenti, si è deciso che il coordinamento riceva prima dell’assemblea gli eventuali documenti provenienti dai gruppi locali, al fine di poterli inoltrare per accogliere il parere, comunque non vincolante, delle realtà locali. Gli iscritti che intendano quindi sottoporre documenti o abbiano proposte di integrazione dell’o.d.g. sono pregati di far pervenire in tempo utile quanto ritenuto di interesse per l‘organizzazione al coordinamento, che provvederà a inoltrarlo a tutti i gruppi locali. Sono previste forme di ospitalità per gli iscritti, li si invita a contattare il coordinamento nazionale.

 

 

12 dicembre 1969 – 2023

54° anniversario della strage di Piazza Fontana

contro le stragi fasciste di ieri, per un’Italia democratica oggi

 

Il SISA presente!

17 NOVEMBRE 2023 SCIOPERO GENERALE DELLA SCUOLA INDETTO IN TUTTA ITALIA E SU TUTTO IL TERRIORIO NAZIONALE ANCHE PER LE SCUOLE ITALIANE ALL'ESTERO
Sciopero studentesco in concomitanza con la giornata mondiale degli studenti
PROCLAMAZIONE SCIOPERO SISA 17 novembre
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COORIDNAMENTO NAZIONALE SISA 

DAVIDE ROSSI 

CATERINA COLOMBO 

EMLIO SABATINO 

SCIOPERO INSIEME AGLI STUDENTI ECOLOGISTI IL 6 OTTOBRE 2023
la presente indizione può liberamente essere stampata e affissa all'albo sindacale
PROCLAMAZIONE SCIOPERO 6 OTTOBRE 2023.pd
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A CAMAGNA MONFERRATO INSIEME AL CENTRO STUDI "ANNA SEGHERS"

COMUNICATO SISA relativo al positivo esito del congresso
esso ha anche valore come verbale dello stesso, che ha assolto agli obblighi statutari in merito alla XXVII assemblea del sindacato.
VI ASPETTIAMO PER LA XXVIII ASSEMBLEA GENERALE SISA A CAMAGNA MONFERRATO NELL'APRILE 2024!
SISA COMUNICATO CONGRESSO.pdf
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Fridays For Future e SISA
Insieme per il 3 marzo, giornata mondiale per il clima, e per l'8 marzo, giornata mondiale di lotta per i diritti delle donne!
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 Merito e articolo 34 della Costituzione Italiana

di

Davide Rossi

Segretario generale SISA e Coordinatore nazionale del Centro di Formazione e Ricerca don Lorenzo Milani

 

 

 

La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.” (Articolo 34 della Costituzione Italiana)

 

Proprio per favorire quei meritevoli, spesso economicamente poveri, che avrebbero meritato il sostegno dello Stato, la Costituzione in pieno accordo con don Lorenzo Milani, avrebbe dovuto creare borse di studio, assegni per l’accesso all’università e molto altro. Si è sempre fatto in realtà molto poco, anzi, peggio, si è fatta una selezione censitaria, i ricchi studiano anche se non sono brillanti, i poveri spesso lasciano gli studi e lavorano aiutando la famiglia, alcuni con mille sforzi studiano lavorando. I dirigenti del SISA si sono tutti laureati lavorando, studenti – lavoratori, altra categoria dimenticata dallo Stato e per la quale si fa troppo poco, nonostante le mille parole sull’educazione continua.

Don Milani diceva che la selezione è contro la cultura. Mettere la parola merito nel nome del ministero che dovrebbe essere dell’istruzione pubblica, ma che pubblica non è più grazie ai sinistrati che hanno rimosso l’aggettivo più che qualificativo, è una innovazione che resta difficile da intendersi almeno per il momento.

Che cosa si intende? Che un ragazzo o una ragazza che abbia votazioni più che meritevoli e voglia accedere agli studi universitari sarà finalmente aiutato?

Esiste poi un merito sotto i mattoni? Il 50% delle strutture scolastiche sono pericolanti, lo stato meritevole vorrà meritevolmente mettere mano all’edilizia scolastica? O dovremo ancora assistere ad ATA, docenti e studenti che muoiono tra i banchi?

Perché strade, ferrovie, scuole e ospedali sono le vere opere pubbliche che dovrebbero essere messe in sicurezza, di lavori pubblici e infrastrutturali vi è un gran bisogno, ma certo non di grandi opere.

Merito, dunque, che cosa si intende? Che i professori saranno più severi? La polizia è pronta a scortare tutti i professori che metteranno un 4 e finiranno sotto minaccia da parte di genitori non troppo educativi?

E ancora, la scuola sia seriosamente più severa, ma deve essere anche accogliente, capace di coinvolgere ed entusiasmare i discenti, compito della scuola è costruire i saperi, non selezionare.

Tra l’altro selezionare tra chi? Tra i pochi discenti che ci sono rimasti? Ma a Roma in via Trastevere lo sanno o fanno finta di non sapere che migliaia, non centinaia, lo ripetiamo, migliaia di ragazzi abbandonano gli studi e finiscono chiusi in casa, alimentando il fenomeno degli “hikikomori”, giovani che spariscono dalle scuole e dalla società, nella disperazione loro e delle famiglie? 

Possiamo dire che un merito sarebbe riportarne a scuola almeno qualcuno e certo non farne scappare molti altri?

Insomma a parlare e blaterare di merito si fa alla svelta, in realtà i problemi sono tanti e sono seri e varrebbe la pena affrontarli. Attendiamo segni precisi, ve ne è bisogno, fuor di polemica, anche perché non è detto che si riesca a risolverli, tuttavia almeno bisognerebbe provarci.

 

Milano, 25 ottobre ’22

                  Docente esperto,

l’ultima pirotecnica baggianata del governo Draghi

 

Sciopero e richiesta di Stati Generali della scuola

 venerdì 23 settembre 2022 per tornare a porre la scuola, l’università e i saperi al centro della società

 

 

Tre percorsi formativi di tre anni per un totale di nove anni al termine dei quali il 99% del corpo docenti italiano verrà giudicato “inesperto” e quindi punibile con la conferma degli stipendi meno significativi di tutta l’Unione Europea. Francamente neppure Berlinguer nel 2000 si era inventato tanto, il suo concorsone definiva un numero inferiore di “cretini”, solo i quattro quinti, tra l’altro proprio quel concorso lo ha mandato a casa, dopo un sciopero indetto dal sindacalismo di base a metà febbraio di quell’anno e sul cui carro vincente son saltati tutti, ricordiamo a un mese di distanza sindacalisti confederali che si attribuivano il merito dell’azione di lotta, che invece avevano osteggiato, essendo pronti alla firma anche di quella stupidaggine.

Se si vuole introdurre su richiesta dell’Unione Europea il docente “aggregato”, lo si faccia con il sistema francese, esame di stato sulle competenze didattiche e relazionali volontario e aperto a tutti i docenti interessati con almeno trenta anni di servizio, nel caso di superamento dell’esame, riduzione di un terzo dell’orario di servizio e aumento di un terzo dello stipendio, con in aggiunta compiti di tutoraggio per i docenti neo-immessi.

Il docente esperto partorito dal duo Draghi – Bianchi è la trovata più ridicola, più stupida, meno utile e meno praticabile che si possa avere per la scuola italiana.

La scuola piuttosto merita rispetto, risorse, investimenti nelle infrastrutture cadenti, nel salario dei lavoratori tutti, docenti e ATA, in strumenti didattici, da quelli informatici (LIM e computer), a quelli di una volta ma ancora utili come dizionari e carte geografiche, che i ragazzi di oggi se non hanno Google non sanno dove sta Civitavecchia e quale è la capitale della Romania.

Le elezioni politiche intanto, oltre alle solite false promesse del Partito Democratico sui salari europei, a cui credono oramai solo i babbei, porta un generale silenzio sui temi della scuola.

È il segno di come la scuola e la cultura non abbiano nella nostra società l’importanza e la centralità che meriterebbero.

Per questi e per molti altri motivi, espressi nell’indizione di sciopero, saremo con gli studenti che si preoccupano dell’ambiente e del cambio climatico, come ripetiamo spesso dovuto più all’uscita dalla piccola glaciazione terminata un paio di secoli fa che dal CO2, nelle piazze venerdì 23 settembre 2022.

Potrà essere un’ottima occasione per riaffermare, a pochi giorni dal voto, le nostre richieste al futuro governo per una scuola e una università in cui investire, consapevoli che i punti di PIL da aggiungere son in queste istituzioni e non nelle armi e nelle guerre che proditoriamente il governo Draghi ha scelto di condurre contro la volontà degli italiani e contro quanto stabilità dalla nostra Costituzione.

Pace, dunque, ma anche cultura e investimenti nell’istruzione.

Ribadiamo altresì la richiesta già avanzata a giugno di Stati Generali in autunno, per salvare la scuola da una situazione in cui le speranze e gli entusiasmi sono da troppo tempo mortificati, salvare la scuola non è una possibilità, è un obbligo per chiunque abbia responsabilmente a cuore il futuro.

 

24 agosto ’22

 

Il coordinamento nazionale

20 luglio 2022

 

Sotto i portici del Palazzo Comunale di Camagna Monferrato 

ore 18.00

 

GENOVA

2001 – 2022

 

Per non dimentiCarlo

 

Vent'uno anni. Chi è stato a Genova nei giorni del NoG8 2001, quando pacificamente gridavamo che loro erano otto persone e noi sei miliardi di essere umani, oggi quasi otto, e per risposta venivamo aggrediti, non dimentica.

Genova resta dentro di noi, paura, rabbia, il sangue, la sete, il desiderio di acqua introvabile sotto una cappa di caldo peggiorato da oggetti bruciati, lacrimogeni, gas CS, vietati, eppure utilizzati, pallottole. Una città tutta chiusa dove una bottiglietta d’acqua o un rubinetto erano introvabili. Ma Genova è anche la solidarietà, il sorriso negli occhi di chi ti era vicino allora e sai che lo è anche oggi, anni dopo. Le suore di bianco vestite, le donne in nero, gli immigrati africani, gli studenti e i lavoratori italiani ed europei. Genova è un pezzo della strada compiuta da chi crede in un mondo giusto. libero, eguale.

Genova è memoria e ricordo, è il seme del cammino che stiamo ancora percorrendo.

 

 

Davide Rossi

Segretario generale SISA

La coordinatrice nazionale studentesca Caterina Colombo commemora Pio La Torre nel 40° della scomparsa per mano mafiosa dal belvedere a lui dedicato a Camagna Monferrato. 

      

 

 

 

 

 

 

 

Davide Rossi

 

Il cielo e l’infinito

 

I magi, Gagarin e le stelle tra religione e marxismo

 

 

Dapprima può apparire incredibile eppure sono profondi i legami tra i magi e venuti dall’Oriente e Jurij Gagarin, il primo uomo nel Cosmo. Il viaggio verso un luogo lontano, il desiderio di conoscere, sapere, scoprire e capire, l’essere animati da un ideale universale di giustizia e di uguaglianza, inseguendo le stelle. Questo breve saggio indaga, in particolare alla luce della cultura sovietica e russa,  le religioni abramitiche e il marxismo alla ricerca di quegli elementi di convergenza che troppo spesso sono stati trascurati nel corso del Novecento ed anche successivamente, ma sono oggi attuali, in ragione del manifestarsi in tutta evidenza di una comune estraneità e avversione, tanto per cristianesimo, Islam ed ebraismo, quanto per il marxismo, verso il modello sociale promosso dalla società individualistico – capitalista, che non ha interesse a scoprire e conoscere, ma semplicemente a consumare, perdendo di vista così ogni ragionamento collettivo e ogni anelito al sacro. Riflessioni inaspettate quindi, su un passato che custodisce i semi del futuro.

 

 

                       Davide Rossi

 

 

 

Mongolia

 

Da Gengis Khan al socialismo,

 

alla scelta multipolare nel XXI secolo

 

 

 

 

 

Questo libro è una breve ma compiuta analisi storica, politica, economica e sociale della Mongolia da quando nel 1911 è diventata una nazione sovrana e indipendente fino ai nostri giorni, con particolare attenzione all’ininterrotto dialogo con Cina e Russia, così come alla lunga stagione rappresentata dalla scelta socialista (1924 – 1991) che ha modernizzato il paese, valorizzando una lingua e una cultura millenarie e ne ha fatto la seconda nazione a intraprendere quel cammino dopo l’Unione Sovietica. Rilevante e qui ricordato il contributo dei mongoli nella vittoria contro il nazifascismo nella Seconda Guerra Mondiale, tanto in uomini mobilitati, quanto in forniture di ogni tipo, militari, vestiarie e alimentari. Una terra di steppe e di nomadi eredi di Gengis Khan, di cui qui si fa chiarezza in merito al suo ruolo di protagonista della storia e di un’epoca capace di segnare gli spazi statuali eurasiatici fin nel tempo presente. Preziose infine le pagine con la più ricca raccolta iconografica mai comparsa in Italia dedicata alla Mongolia Popolare.

 

 

Fosca Tesoro, maestra piena d’amore per la sua famiglia e i suoi studenti, ha regalato tutte le sue energie nel trasmettere la bellezza della vita a chiunque l’abbia conosciuta, incoraggiandoci, in molti casi, a intraprendere la strada dell’insegnamento. A lei va, nel momento doloroso e drammatico della sua scomparsa, l’affetto sincero di tutte e tutti noi del SISA, Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente, di cui ha guidato, in forma del tutto gratuita e volontaria, fino all’ultimo il gruppo dei pensionati. L’abbraccio si dirige al suo compagno Giovanni e ai suoi figli Gianluca e Matteo, nonché ai suoi fratelli e ai parenti tutti. Il ricordo di lei ci accompagnerà quotidianamente nella nostra vita di docenti, di cittadine e di cittadini.

 

Milano, 1° aprile 2022

 

Davide Rossi

Segretario generale

 

 

Solidarietà

all’Unione Sindacale di Base

 

Care compagne e cari compagni dell’USB,

 

A nome del coordinamento nazionale del SISA – Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente e di tutte le nostre e i nostri iscritti e simpatizzanti manifestiamo sincera solidarietà contro la vile provocazione messa in atto truffaldinamente presso la vostra sede nazionale di via dell’Aeroporto a Roma, in cui ci siamo incontrati nel 2007 alla nascita della nostra organizzazione, nella giornata del 6 aprile 2022.

 

Il vostro lavoro sindacale e per la pace, contro l’invio di armi negli scenari di guerra, è esempio per quanti, come noi nella scuola, immaginano importante costruire un futuro partecipato e fondato sull’uguaglianza.

 

Buon lavoro, con la certezza che la vostra azione è più forte e più concreta di ogni provocazione.

 

 

 

 

Milano, 7 aprile ’2

 

 Il coordinamento nazionale

 

 

riflessione sulla situazione ecologia del pianeta del segretario generale Davide Rossi
stampala, affiggila all'albo sindacale, portala in tutte le piazze dove si manifesta il 25 marzo 2022
25 marzo per il clima e per il mondo.pdf
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8 MARZO - Origini e storia di una giornata internazionale di lotta per i diritti delle donne
del segretario generale Davide Rossi
8 MARZO, LA STORIA.pdf
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SISA Giustizia per Julien Assange, pace e verità per il mondo
per ASSANGE.pdf
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27 gennaio 2022

77° anniversario della Liberazione di Auschwitz

Giornata della Memoria

 

La brutalità nazifascista colpisce soprattutto i soldati e i civili sovietici, ventisette milioni di caduti nella guerra e nei campi di concentramento per la libertà di tutti noi e poi ancora comunisti tedeschi e degli altri paesi occupati, sindacalisti, ebrei, testimoni di Geova, pastori protestanti, omosessuali, rom e sinti.

L’Armata Rossa libera prima Auschwitz il 27 gennaio ’45 e il 9 maggio tutta l’Europa con la Liberazione di Berlino.

Nel solo campo esclusivamente femminile di concentramento e di sterminio di Ravensbrück, vi è un monumento commemorativo che ricorda quelle donne, scritto dalla grande antifascista tedesca e fondatrice della DDR Anna Seghers, dopo che i nazisti avevano bruciato i suoi libri: "Sono madri e sorelle, tutte, madri e sorelle di ciascuno di noi. Oggi possiamo studiare e giocare in libertà, alcuni di noi forse non erano ancora nati quando queste donne hanno esposto i loro corpi, esili e fragili, come scudi lungo tutto il tempo del terrore fascista, la loro scelta e la loro determinazione hanno protetto e difeso noi e il nostro futuro."

 

Per salvare l’ecosistema meglio la pastorizia della “green economy”

di

Davide Rossi

 

È indubbio che mezzo secolo fa in Europa centrale a metà ottobre si usasse il cappotto e oggi è facile passeggiare negli stessi giorni per Milano e per Berlino in maglietta e infradito. L’alterazione del ciclo delle piogge e di quello delle stagioni, una certa tropicalizzazione delle precipitazioni in tutta Europa, più rare, ma più abbondanti e spesso dirompenti per la loro portata, sono confermate non solo dagli studi, ma anche dalla quotidianità delle persone, così come i 49 gradi raggiunti in Sicilia ad agosto 2021 sono un picco di calore senza precedenti. Tuttavia nel declamare l’avvento di una imminente apocalisse ecologica e nel ripetere che tutto dipenda dalle emissioni di Co², quindi il ridurle significhi la salvezza e trascurarle la catastrofe, vi sono parecchie esagerazioni. Il presidente Xi Jinping ha confermato che la Cina sarà una nazione a zero emissioni nette di Co² entro il 2060, per di più legna e carbone in Africa e in Asia, ma anche in parti dell’Europa Orientale e dell’America Latina, sono uno strumento di vita e di miglioramento delle condizioni di donne e uomini che ambiscono con ragione a un’esistenza più degna.

Tra l’altro a scardinare le certezze di un primato di eolico, solare ed elettrico sono intervenuti esperti ambientali europei che hanno lanciato l’allarme rispetto alle quantità considerevoli di rame, litio, nichel, manganese, cobalto, grafite, cromo, molibdeno, zinco, terre rare e silicio che si debbono estrarre e come questo spesso avvenga attraverso l’uso di acidi e altre sostanze tossiche. Preoccupazioni legittime, rilanciate, non sappiamo fino a quanto onestamente, dalla Toyota che in ogni caso conferma come la produzione di batterie per i mezzi elettrici aumenti le emissioni di Co².

Emergono allora, per un impegno sui temi ambientali, altre priorità, la cancellazione del nucleare, che con le sue scorie radioattive è la fonte più considerevole di inquinamento delle terre e delle acque insieme ai rifiuti tossici, il passaggio massiccio al trasporto pubblico, superando l’automobile privata e il suo carico di costi e guasti ambientali, la riduzione della plastica non riciclata, India, Cina, Filippine, Thailandia, Vietnam e Indonesia hanno rilasciato in mare nel 2020 sette milioni di tonnellate di plastica sui nove milioni totali registrati nel mondo, le nazioni socialiste, Cina e Vietnam, stanno molto rapidamente correndo ai ripari, le altre con maggiore lentezza, ma in ogni caso il problema della compromissione dei mari e delle fonti d’acqua a causa delle micro e nanoplastiche è uno dei più gravi ed urgenti. In egual mondo occorrerebbe lanciare una campagna mondiale per la raccolta differenziata e il riciclo dell’immondizia, pratiche abbastanza virtuose in Europa, molto meno negli altri continenti.

Sul riscaldamento terrestre è necessario, ancora una volta, ricordare che la riduzione delle emissioni solari potrebbe, come alla fine del XVI secolo, portare ad alterazioni ben più consistenti del clima e dell’ecosistema, con ricadute durature per secoli, come nel caso di quella piccola glaciazione, effetti che si sono riverberati fino agli albori del Novecento, inficiando molti paragoni tra i ghiacciai di un secolo fa e di oggi come termine di paragone per confermare la prossimità al disastro irreversibile. Piuttosto si dovrebbe incentivare la geoingegneria che ha comprovato la possibilità di ridurre il riscaldamento del pianeta.

Altri fenomeni naturali poi non possono essere esclusi, una tempesta solare come quella del 1859 azzererebbe per un periodo difficile da ipotizzare ogni apparato elettrico terrestre,  computer e telefoni, ma anche apparecchiature medicali ed erogazione dell’acqua, oramai quasi sempre soggetta nei centri urbani a motori di spinta, così come l’eruzione di un vulcano di considerevoli dimensioni, come l’indonesiano Tambora nel biennio 1815 – 1817, con ripercussioni anche nel 1818, ha fatto del 1816 un anno senza estate con una temperatura globale crollata repentinamente e una luce solare rarefatta perché incapace di attraversare l'atmosfera.

Tutto questo ci deve indurre a immaginare un nuovo paradigma ambientale, ben distinto dalla poco credibile svolta “green” del capitalismo occidentale, una maschera dietro cui si nasconde la pochezza delle proposte e il disinteresse per un effettivo miglioramento del clima del pianeta, che necessiterebbe, prima di tutto, della fine della rapina delle materie prime energetiche e alimentari, la cui pratica predatoria distrugge l’ecosistema nel momento stesso in cui foraggia e arricchisce le multinazionali speculative. I dati di ONU e FAO dicono che la maggiore responsabilità della situazione attuale è del capitalismo occidentale, due miliardi di cittadini della terra non hanno accesso all’acqua potabile, quattro miliardi e mezzo non hanno servizi igienici e cure sanitarie adeguate, un miliardo soffre la fame ed è sottoalimentato. Ecco allora che le priorità sopra proposte si incontrano con la costruzione di rapporti internazionali fondati su un multipolarismo rispettoso di ogni nazione.

Per fortuna ogni tanto le Nazioni Unite compiono il loro dovere, così a migliaia di chilometri dagli uffici in cui si è inventata la presunta e del tutto aleatoria “svolta green” dell’economia mondiale, nelle vaste distese dai radi e brulli arbusti delle steppe mongole uno straordinario progetto ha dimostrato l’importanza della pastorizia per il futuro dell’umanità e la salvezza dell’ecosistema. I pascoli sulla terra impiegano due miliardi di persone e sfamano i tre quarti del bestiame, quindi ben più degli allevamenti intensivi occidentali, di più, la pastorizia con le sue attività assorbe un quarto delle emissioni di Co². Insomma l’idea tutta europea delle caprette che in Africa distruggono il verde favorendo l’avanzata del deserto è del tutto errata e fuorviante. Gli studi condotti dall’ONU in Mongolia testimoniano come e quanto la pastorizia sia moderna e necessaria, non inutile o legata al passato e improduttiva. Anzi proprio la pastorizia è uno degli elementi essenziali per garantire sostentamento alle città.

Ai ragazzi europei quindi converrebbe battersi per la pastorizia e la richiesta dell’ONU di istituire un anno mondiale di sostegno, valorizzazione e conoscenza mondiale di questa attività, invece di inseguire vuote parole d’ordine inventante dagli “Young Global Leaders” definiti da “Bloomberg Businessweek” la “rete sociale privata più esclusiva del mondo” e che già si sono impadroniti del movimento ambientalista tedesco, ripromettendosi di proseguire nel resto d’Europa.

 

 

A Cuba non si muore di fame o per assenza di medicine, il cibo c’è per tutti, le cure mediche sono ugualmente garantite gratuitamente per tutto il popolo, come l’istruzione ad ogni livello fino alle eccellenze universitarie. A Cuba non ci sono i beni di consumo delle società capitaliste. Dunque se si guarda Cuba da Bellinzona o da Milano è un paese di “poveracci” secondo gli standard del consumismo futile che privilegia i beni socialmente inutili, se invece si guarda Cuba dal Guatemala, in cui campesinos privati dei loro documenti trattati come bestie, con caporali con la frusta, lavorano quindici ore nei campi di quei frutti e quegli ortaggi che finiscono sulle tavole dell’Occidente, è un paradiso.

Cuba ha inviato e invia ogni anno migliaia di medici e di insegnanti in tutto il mondo per aiutare realmente le nazioni povere, Cuba è un esempio di rispetto dei suoi cittadini e di solidarietà mondiale concretamente praticata.

Tuttavia il motivo per cui Cuba è sotto attacco oggi è un altro ed è determinato dalla nuova guerra mondiale e dalla solida alleanza di Cuba con la Cina e la Russia.

In questo scenario pesantemente conflittuale, l’imperialismo è pronto a far divampare ogni angolo del pianeta, convinto che sia la sola maniera per contenere l’avanzata pacifica del binomio sino-russo, promotore di un mondo di pace e multipolare, tra l’altro come da statuto delle Nazioni Unite, in cui tutti partecipino delle decisioni e delle risorse della terra.

Di questo e di molto altro parleremo questo sabato a Camagna.

Vi aspettiamo.

 

17 luglio ’21

Ore 17.00

Belvedere Pio La Torre

 

Camagna Monferrato

 

Partito Comunista d’Italia
1921 – 1926
Gli albori di un lungo cammino
Con documenti politici di Antonio Gramsci e di Amedeo Bordiga
Introduzione di Emilio Sabatino
Postfazione di Massimiliano Ay
PGRECO
Il 21 gennaio 1921 nasce a Livorno il Partito Comunista d’Italia, sarà una delle forze politiche determinanti della storia italiana lungo tutto il Novecento, massimamente durante la Resistenza e la costruzione della Repubblica. Tuttavia questo libro non ritorna sulle pagine più note, dalla svolta di Salerno agli anni ’70 con Enrico Berlinguer, ma indaga i primi cinque anni di storia di questa formazione marxista, capace di abbandonare a poco a poco le posizioni intransigenti e immobiliste di Amadeo Bordiga per diventare con il congresso di Lione del gennaio 1926 il Partito di Antonio Gramsci e di Palmiro Togliatti. Quello di Davide Rossi è un vasto studio documentario – molti materiali importanti, principalmente gramsciani, sono in appendice - dedicato agli albori di una complessa e avvincente avventura umana in cui politici come Gramsci, Togliatti, Longo, Bordiga, Scoccimarro, Grieco, Terracini hanno gettato in un tempo lontano i semi di quanto è venuto dopo, mentre in quel 1921 guardano alla Rivoluzione d’Ottobre e sognano di realizzarla anche in Italia. Largo spazio è dato a una donna di straordinarie qualità, la prima in Italia a guidare un partito - Camilla Ravera - un esempio riuscito di emancipazione e di impegno femminile. È la storia di comunisti profondamente convinti di essere parte della Terza Internazionale, sono importanti i riferimenti dedicati alla relazione tra italiani e sovietici, un dialogo aperto e fecondo che non ha mancato di contribuire alla crescita di entrambi.
Davide Rossi con il suo irrinunciabile stile divulgativo, ma sempre in modo approfondito, puntuale e pieno di sentimento, ci racconta come tutto sia iniziato, una riflessione sul passato dunque, ma che interroga indubbiamente anche il tempo presente.

 

Dispersione e abbandono scolastico, la relazione educativa incide molto più della DAD

 

 

Scrive La Repubblica: “I dispersi della Dad. Quei 200 mila ragazzi in fuga dalla scuola. La paura del contagio, le difficoltà di studiare online, la povertà e l'isolamento. Allarme abbandono dopo due anni scolastici con il virus: dal 40% di Gela al 25% di Pavia. Le storie dei ragazzi sconfitti dalla Didattica a distanza”

 

Tale preoccupazione come SISA l’abbiamo sempre manifestata, sia quando abbiamo ripetuto che la DAD non era la soluzione a qualsiasi problema, sia quando si è provato a farla passare come totalmente inutile, disconoscendo il lavoro e la fatica di docenti e di studenti, siamo sempre stati convinti che non si trattasse di una miracolosa panacea e neppure di un abominevole incidente di percorso, per questo abbiamo indetto due scioperi, uno il 15 maggio 2020 contro l’eccessivo entusiasmo per la DAD e uno il 1° marzo 2021 contro chi ne faceva una critica contumeliosa.

 

Ora i dati sull’abbandono scolastico andrebbero confrontati, evidentemente parliamo di superiori, con quelli degli anni precedenti, tuttavia sono evidenti due ragioni parallele e ugualmente drammatiche che portano all’abbandono scolastico.

Da un lato la fragilità del tessuto sociale che rende insicuri le ragazze e i ragazzi al punto che da anni, come SISA ne abbiamo parlato per primi, con un convegno dedicato agli “hikikomori”, i ragazzi che non escono più di casa, non studiano, non lavorano e stanno rintanati nelle loro stanze con il computer accesso. Una vita virtuale che cerca di compensare le ferita di quella reale.

Dall’altra una scuola senza relazione educativa è inutile e inefficace, docenti che in presenza o in DAD pensano di avere di fronte non ragazzi da aiutare a diventare cittadini, ma nemici da bendare per le interrogazioni, la dice lunga sul collasso del sistema educativo.

 

Don Lorenzo Milani e Gianni Rodari che sono i riferimenti teorici della nostra organizzazione sindacale, formata, anche in questo caso unico in Italia, da cittadini, ATA, ma soprattutto studenti e docenti impegnanti insieme nella costruzione della comunità educante, ci indicano la strada del rispetto reciproco, della partecipazione e della fantasia.

 

Il punto dunque non è DAD o scuola presenza, ma la certezza che una scuola che punisce e giudica allontana gli studenti, mentre una che coinvolge e rende gli studenti parte creativa della costruzione dei saperi, rifiutando la mera trasmissione, invece li appassiona e li convince che andare a scuola non solo sia importante, ma anche bello, non solo perché in presenza ci sono i compagni e le compagne, le amiche e gli amici, ma anche, in presenza meglio che in DAD, perché si possono aprire le infinite strade della conoscenza.

 

Camagna Monferrato, 17 maggio 2021

 

Davide Rossi

 

Segretario Generale SISA

 

              Sciopero 1° marzo 2021

confermate tutte le ragioni della mobilitazione!

No al prolungamento dell’anno scolastico!

 Sì all’immediata assunzione di duecentomila docenti e ATA

con “ope legis”

modello Falcucci 1984

 

Il SISA, nel confermare le ragioni dello sciopero indetto per lunedì 1° marzo 2021 per docenti e studenti, purtroppo non per ATA data precedente altra indizione di altro sindacato, assicura che si svolgerà creativamente con manifestazioni on line a causa della pandemia e sarà aperto con un videomessaggio alle ore 8.00 la mattina stessa sulla pagina fb e sul sito del sindacato a cura del coordinamento nazionale, singoli e gruppi potranno trasmettere i loro video e le loro foto a sisascuola@libero.it ,ribadisce che:

 

in nessun modo è ammissibile un prolungamento dell’anno scolastico, sia perché l’impegno dei docenti e dei discenti nella DAD è stato massimo, sia perché a fine giugno gli edifici scolastici italiani sono inidonei a ogni forma di didattica, è possibile infatti espletarvi solo le colonie estive, come per altro attive da anni in tante realtà da Nord a Sud, attività ludico-ricreative che prevedono una permanenza all’aperto per un numero considerevole di ore.

 

Non siamo certo intimoritati dai dati sulla nostra rappresentatività utilizzati da taluni dirigenti per screditare la nostra organizzazione, la quale è radicata sul territorio nazionale ben oltre i paganti con trattenuta del Ministero dell’Istruzione. Valga la pena ricordare che nel 2019 da marzo a settembre abbiamo indetto scioperi per le giornate dei ragazzi per il clima e per l’ambiente e proprio lo sciopero di settembre ha raccolto una adesione del 10% della categoria tra docenti e ATA, una percentuale doppia pure rispetto agli scioperi promossi negli ultimi quattro o cinque anni da tutti i sindacati rappresentativi. Nel 2020 abbiamo indetto a maggio il primo e più consistente sciopero contro la DAD e come detto non vediamo contraddizione nell’aver protestato allora. Ieri si faceva passare la DAD come soluzione universale, oggi come inutilità universale, da sempre ci siamo battuti e ci batteremo contro questi estremismi, che sono del Ministero, non del nostro sindacato, il quale ha sempre preferito la didattica in presenza, ma che vuole vedere riconosciuto il ruolo dei docenti nella DAD, non riducibile a nulla come l’attuale governo vorrebbe lasciar intendere. Insomma, la scuola in presenza è molto meglio della DAD, ma i docenti e i discenti han fatto sforzi immensi per realizzarla, questo deve essere riconosciuto e valorizzato.

 

Infine manifestiamo totale condivisione rispetto all’ipotesi ministeriale di porre fine al precariato. Proponiamo quindi un immediato “ope legis” come nel 1984 dell’allora ministro Franca Falcucci, ovvero tutte e tutti coloro che hanno due anni di servizio, compreso quello ora in corso, devono essere immessi in ruolo, con iscrizione on line in liste nazionali entro il 30 aprile 2021 e con impegno del Ministero dell’Istruzione nell’attribuire le sedi di servizio ai neoassunti a tempo indeterminato entro il 30 giugno 2021. Solo così saneremo un disastro pluridecennale e avremo scuole a pieno organico a settembre. È evidente che chi sta svolgendo un concorso e lo supererà avrà la precedenza nella scelta della sede rispetto alle assunzioni “ope legis”. Senza “ope legis” sul modello Falcucci le parole del governo sono prive di qualsiasi fondamento e credibilità, riducendosi a burletta menzognera, perché in sei mesi non esiste formula – al di fuori di un “ope legis” - per procedere tempestivamente con le assunzioni.

 

Milano, 24 febbraio 2021

 

Davide Rossi

Segretario generale SISA

 26 settembre 2020 

in tutte le piazze d’Italia per la scuola e il futuro

 

 

Il 26 settembre 2020 alcuni sindacati hanno chiamato alla mobilitazione nazionale a Roma, tuttavia l’Italia è grande, da Trieste a Trapani, più di ottomila comuni, poiché la scuola è patrimonio di tutte e di tutti, centrale per la costruzione del futuro, il SISA, Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente invita i lavoratori della scuola, docenti e ATA, gli studenti, i genitori e i cittadini a scendere nelle piazze e nei parchi di tutta la penisola in modo intelligente e colorato per rivendicare investimenti, impegno delle amministrazioni locali e del Ministero dell’Istruzione e del governo per assunzioni e investimenti. Solo se sapremo costruire una scuola partecipata e aperta, nel solco di Gianni Rodari e don Lorenzo Milani potremo garantire il meglio alle future generazioni.

 

9 settembre 2020

 

Il coordinamento nazionale SISA

15 maggio 2020

Una importante e creativa giornata di mobilitazione

 

Come il nostro sindacato aveva previsto, la giornata di sciopero promossa dal SISA insieme al LAS è stata un importante momento di riflessione nel quale docenti e studenti hanno espresso da un lato preoccupazione per la situazione ecologica del mondo, dall’altro hanno manifestato il loro dissenso verso una Didattica A Distanza che certamente è un necessario rimedio in tempi straordinari, ma che non può essere in nessun modo alternativa alla didattica in presenza, che si fonda sulla relazione educativa.

Vi è infatti chi ha comunicato a scuola l’adesione, per rimarcare concretamente la partecipazione, vi è chi semplicemente ha spento il computer nella convinzione che sia la tecnologia al servizio della didattica e non il contrario, vi è poi chi ha dialogato con i ragazzi sui temi ecologici e ambientali e segnalato agli stessi le gravi difficoltà esistenti con la DAD e la persistente condizione di precarietà di una parte considerevole del corpo docente.

Abbiamo ricevuto l’adesione di maestre e professori che da lunghi anni non scioperavano, ma che hanno dichiarato di farlo il 15 maggio “con orgoglio, ritrovando quel piacere di quando, da studentessa aderivo agli scioperi per cause in cui credevo. Bellissima la vostra iniziativa.”

Altri docenti hanno deciso di comunicare ai loro studenti la partecipazione alla giornata di lotta: “Cari bambini, vi spiego perché domani la vostra maestra farà sciopero e perché non si collegherà sabato in videolezione. Innanzi tutto: che cos’è uno sciopero? Lo sciopero è rifiutarsi di lavorare, incrociare le braccia, si dice, ma non è far festa. È un sacrificio, perché se scioperi ti tolgono i soldi delle ore non lavorate dallo stipendio. Lo sciopero è uno strumento forte che hanno i lavoratori per dire NO e per far rispettare i loro diritti, in questo caso lo sciopero della scuola vuol tutelare soprattutto i vostri diritti di bambini, in particolare il diritto ad un'istruzione di qualità e il diritto alla socialità. … Anche voi potete fare qualcosa, potete partecipare insieme ai vostri genitori, spegnendo i computer almeno per l'intera mattinata e andando in un parco a guardare il cielo. … Lo sciopero di domani ci aiuta quindi anche a salvare l'ambiente, sì, perché spegnendo il computer, il tablet o il cellulare, si contribuisce a risparmiare energia e a diminuire l'inquinamento elettromagnetico. Ogni nostra azione ha delle conseguenze sull'ambiente e dobbiamo esserne consapevoli. Inoltre l'uso frequente di dispositivi tecnologici nei bambini diminuisce la capacità di attenzione e concentrazione.”

Ci siamo trovati dunque di fronte allo sciopero più creativo, se non più partecipato, della storia della scuola italiana, il primo ai tempi della DAD, un buon risultato, un inizio per un nuovo cammino.

 

 

18 maggio ’20

 

 

Per il coordinamento nazionale SISA

Il Segretario Generale

Davide Rossi 

 

 

 

 Genitori, docenti e studenti si stanno unendo nella preparazione dello sciopero del prossimo 15 maggio, riceviamo attestati di stima e di partecipazione, segnaliamo, tra gli altri, questo giunto da Pesaro:

 

“Un'intera classe di Scuola Primaria di Pesaro a metodo Montessori, insieme alla sua insegnante di italiano, aderirà allo sciopero indetto dal sindacato SISA per far sentire al Governo la propria voce in merito alla Didattica a Distanza. Questa metodologia infatti può essere intesa come misura straordinaria in una situazione di emergenza, pertanto non è opportuno che si protragga anche durante il prossimo anno scolastico. Come molti esperti in ambito educativo hanno evidenziato, la vera didattica è quella che si svolge in presenza, attraverso una relazione che si instaura tra docente e discente nel delicato percorso della costruzione del sapere.”

 

 15 maggio 2020

sciopero generale della scuola

 

i docenti e gli studenti

spengono il computer e guardano il cielo

 

Fin da gennaio, quando il 15 maggio 2020 è stato annunciato come una nuova tappa del movimento globale per un mondo rispettoso dell’ambiente abbiamo deciso di scioperare, perché ci pare da tempo urgente una nuova consapevolezza ecologica, a partire dalla scuola, noi del SISA abbiamo sempre declinato questa battaglia impegnandoci per cibo sano e non alterato, mobilità pubblica e piste ciclabili, lotta alle microplastiche, eolico e solare più urgente della battaglia contro legno e carbone.

Tuttavia questo 15 maggio 2020 si presenta come l’occasione per un grande sciopero, certo virtuale, ma nel quale questi temi ambientali possano per un giorno vedere docenti e studenti decisi nello spegnere i computer, non è un rifiuto aprioristico della DAD, ma un gesto concreto per rimettere al centro l’alterità e non sostituibilità della relazione educativa che avviene in classe, perché gli sguardi e i lavoro collettivo, ancorché ricreati virtualmente, non sono paragonabili a quanto avviene dentro le mura scolastiche. Quindi per un giorno spegniamo il computer e andiamo, seppur distanziati, in un parco a guardare il cielo. Lo sciopero virtuale sarà anche l’occasione, con il computer spento, di ribadire dubbi e contrarietà rispetto alle recenti decisioni del dicastero in materia di precariato, soprattutto per l’indizione dei concorsi che si svolgeranno in forme complicate di sicurezza e nel rifiuto di svolgere il concorso straordinario per la secondaria solo per titoli (l’unica strada percorribile dopo anni di precariato) ed inoltre totale dissenso per la non apertura e il mancato rinnovo delle graduatorie d’istituto, nonostante moltissimi candidati abbiano fatto sacrifici economici per pagare le tasse universitarie per l’acquisizione dei 24 cfu, necessari per i nuovi inserimenti.

Molte ragioni dunque, il 15 maggio per spegnere il computer e guardare il cielo, immaginando e impegnandoci nella fattiva costruzione di un domani migliore, a partire della scuola.

 

30 aprile ’20 

 

Per il coordinamento nazionale SISA

Il Segretario Generale

Davide Rossi

Caterina Colombo nuova coordinatrice nazionale studentesca del SISA

 

Con viva emozione salutiamo in questo primo maggio, giornata internazionale di lotta per i diritti dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati, degli studenti attivi per una scuola e una università migliori e partecipate, la studentessa liceale milanese Caterina Colombo che è entrata nel coordinamento nazionale del SISA in ragione del suo nuovo incarico quale coordinatrice nazionale studentesca e le auguriamo buon lavoro con la certezza che assolverà con passione e impegno ai suoi compiti, cogliamo l’occasione per ringraziare Giulia Orsenigo, la quale dopo sette intensi anni lascia il ruolo di coordinatrice nazionale studentesca, ma non il sindacato, che sempre si avvarrà della sua preziosa collaborazione.

 

Milano, 1° maggio 2020

 

 

Il coordinamento nazionale

 

 

GIANNI RODARI
1920 - 2020


Il diritto alla fantasia

 

Milioni di libri di Gianni Rodari sono stati stampati in tutte le lingue del mondo, soprattutto in russo e in italiano. Poiché è nato il 23 ottobre 1920 a Omegna, il 2020 è questo l’anno rodariano, giusto omaggio a un grande scrittore che si è battuto per garantire il diritto alla fantasia nella scuola e nella società, consapevole che solo chi getta semi al vento farà fiorire il cielo.


Canzone alla rovescia

Il nonno

 

Conosco una canzone alla rovescia

e alla rovescia la voglio cantare:

una foca volò sul Monte Bianco

e una giraffa camminò per il mare.

 

Il nipote

O nonno, raddrizzate

la vecchia canzone:

la giraffa viaggiava su nave,

la foca su un aereo a reazione.

 

Il nonno

 

Conosco una canzone alla rovescia

e alla rovescia ve la voglio dire:

ho visto seminare sulle nuvole

e sulle nuvole fiorire.

 

Il nipote

 

O nonno, raddrizzate

anche questa canzone:

il fiore era una rosa, su uno Sputnik partì,

ben più in alto delle nuvole fiorì.

Il dito (la scuola) non può nascondere la luna (le classi sociali)

di

Davide Rossi

Segretario generale SISA

 

Vivaci polemiche hanno accompagnato la presentazione che dà di sé una scuola romana, segnalando le differenze sociali che afferiscono ai diversi plessi. Tale semplificazione sociologica realizzata dalla scuola è il drammatico risultato di un sistema scolastico che da un quarto di secolo, dai ministri Lombardi e Berlinguer in poi, ha sposato un efficientismo secondo cui gli studenti son diventati clienti-utenti e la scuola ha smesso di essere una istituzione, ma è diventata un servizio. Distrutto il senso sociale della scuola e il suo valore per una comunità, si è arrivati a obbligare le scuole a presentarsi senza infingimenti, ovvero a dover dichiarare la realtà socio-economica del territorio, che è anche la plausibile giustificazione addotta dalla scuola.

Don Lorenzo Milani direbbe tuttavia che proprio questo è il problema, che non vi è niente di più ingiusto che fare parti uguali tra diseguali, ovvero si dovrebbe, ai sensi della Costituzione della Repubblica Italiana, garantire a tutte e tutti, nessuno escluso, che la scuola, qualsiasi scuola da Trieste a Trapani, apra ogni mattina i suoi portoni perché intende “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”, come sancisce l’articolo 3, ovvero dalla più degradata periferia al centro cittadino, tutte e tutti i bambini e i ragazzi e i loro genitori, dovrebbero sapere che se nella società le diseguaglianze son sempre più evidenti e le classi sociali sempre più lontane, bene, la scuola ha il compito di offrire a tutte tutti, nessuno escluso, quegli strumenti culturali che contribuiscono alla formazione del cittadino per combattere quelle diseguaglianze.

Invece un quarto di secolo di tagli e riforme risparmiste e al ribasso, parallelamente a una società che diventava sempre più diseguale, hanno prodotto una scuola incapace di correggere queste storture e trasformata in un megafono della realtà, in cui i ricchi e i poveri sono sempre più lontani e separati, consapevoli i primi dei loro privilegi, i secondi dalla loro miseria. Poi abbiamo certi intellettuali che fingono di non capire come l’animosità tra le classi aumenti, come l’orizzonte liberale sia estraneo ai ceti medio - bassi, come la scuola non sia più capace di garantire, come voleva don Lorenzo Milani, che il ragazzo di umili origini avesse le stesse opportunità del figlio del professionista.

Quello che appare evidente in questi primi giorni del terzo decennio del nuovo secolo è che il dito, ovvero la scuola, non può nascondere la luna, ovvero le classi sociali, ma neppure la vera tragedia e il clamoroso fallimento di un sistema educativo costretto dalla politica ad abdicare al suo ruolo sociale.

12 dicembre 1969 – 2019

50° anniversario della strage di Piazza Fontana

di

Davide Rossi

 

Piazza Fontana il 12 dicembre 1969 è luogo lontano nel tempo e nello spazio, eppure è importante ricordare.

Milano è il cuore industriale di una città operaia, così diversa da quella “postmoderna” d’oggi. Si sta per firmare il contratto dei metalmeccanici, si discutono per essere approvate nel ’70 la legge che ammette il divorzio e la legge istitutiva dello Statuto dei lavoratori. Il Milan vince la sua prima coppa Intercontinentale con Rivera e Sormani, un calcio che sa ancora molto di oratorio e molto poco di miliardi.

La Democrazia Cristiana architetta con Celentano l’orribile canzone “Chi non lavora non fa l’amore”, pensatata apposta per la vittoria a San Remo contro i tanti scioperi e gli scioperanti di quella stagione di lotta. Crescono i gruppi studenteschi, in cui, pur con qualche schematismo di troppo, si cerca di interrogarsi sul mondo. Non lontano dall’Italia la nuova consapevolezza sociale dei cittadini greci è stata stroncata dai colonnelli. Il Vietnam resiste agli imperialisti con la solidarietà dei paesi socialisti. Il pericolo di colpo di stato, di militari nelle strade esiste, qualcuno ci ironizza e durante le manifestazioni si ascolta gridare: “viva, viva la DC, carri armati pure qui!”. Ma quel 12 dicembre ’69 succede qualcosa che nessuno si aspetta, parte dello stato si fa complice con elementi di destra dell’uccisione di italiani a cui in base alla Costituzione nata dalla Resistenza dovrebbero essere garantiti diritti, non certo la fine - con la morte - di qualunque diritto. È l’inizio della “strategia della tensione”, un modo un po’ macabro per rifilare alla sinistra colpe che non ha e lanciare appelli a stringersi attorno alla DC, garante dell’esistente. Processi, che purtroppo in molti casi non sono riusciti a dare corso alle sentenze, hanno chiarito sotto ogni aspetto le dinamiche di un logica che ha trasformato le persone in pedine da sacrificare, a piazza Fontana e dopo ancora, a Brescia, a Bologna. Morti non contrastate, ma permesse, in qualche modo tragicamente volute.

Ricordare oggi quei giorni e quei primi morti significa farsi consapevoli che possono presentarsi epoche in cui ciò in cui crediamo può violentemente essere travolto da una cieca volontà di auto-conservazione del potere. Mentre innocenti cadevano, un intraprendente piccolo imprenditore senza scrupoli non lesinava sorrisi ad amici di molto dubbie qualità e ancor più loschi capitali e - strette le alleanze necessarie - capiva che una telenovela brasiliana farcita di pubblicità poteva essere una via più semplice nella costruzione del consenso, per di più si basa su un dato importante, si può convincere il prossimo senza troppe complicazioni, anzi riducendo al minimo il suo livello di indignazione, possibilmente annullandolo del tutto. È così che quattro mesi dopo la strage di Bologna, ultima strage di quella stagione, la piccola rete televisiva “Canale 5” stringe un accordo con i sanguinari dittatori uruguaiani per trasmettere le partire di un torneo tra nazionali di calcio. Dal 1981 non ci saranno più stragi, ma un sottile sfarinarsi delle coscienze.

Se si ha ancora voglia di tornare in piazza Fontana, leggere i nomi della lapide impressi all’esterno della Banca Nazionale dell’Agricoltura e quella dedicata all’anarchico Giuseppe Pinelli, posta di fronte in mezzo al verde, a ricordo della sua morte avvenuta per mano dello stato in un terribile tentativo di addossare ai libertari responsabilità che in nessun modo avevano, vuol dire che continuiamo a coltivare la nostra coscienza, amiamo sorridere e piangere, non certo a comando o quando ce lo ordina la televisione, crediamo possibile la libertà, a partire dalla nostra e siamo consapevoli che senza memoria non è data libertà.

ancora in piazza con le ragazze e i ragazzi di tutto il mondo!

 

 

 

 

 

27 settembre 2019 con il SISA la scuola in sciopero per il clima e l’ambiente

 

di

Davide Rossi

Segretario generale SISA

 

I cambiamenti climatici in corso, evidenziati dagli scioglimenti dei ghiacciai montuosi e da quelli polari, sono una realtà non controvertibile. Allo stesso modo non si può non constatare come, se da un lato creano problemi per popoli e specie animali, dall’altro si rivelano opportunità per altri popoli, pensiamo agli abitanti della Groenlandia, decisi a trarre vantaggio dalla trasformazione della loro terra, così come grandi opportunità accompagnano l’apertura delle rotte artiche. Una complessità che deve chiamarci a non avere un atteggiamento univoco, ma a leggere nello stato di cose presenti la poliedrica complessità di una trasformazione che ha sempre caratterizzato il pianeta, mai immutabile e immobile. Allo stesso modo se i cambiamenti climatici sono evidenti, la scienza stessa ci manifesta con chiarezza come, più ancora dei comportamenti dell’uomo contemporaneo, sia piuttosto il superamento dalla piccola glaciazione vissuta dalla terra tra la fine del XVI secolo e gli albori del XIX secolo a determinare la situazione attuale. Non è tuttavia questo un alibi per un disimpegno o una sottovalutazione della realtà, ma ci preoccupa fortemente l’atteggiamento aprioristicamente contrapposto che appartiene tanto ai “negazionisti”, quanto a coloro che, con qualche eccesso, sono stati definiti “catastrofisti”. Il problema ambientale c’è, va affrontato, ma senza semplificazioni o peggio contrapposizioni che minano il confronto e la crescita collettiva della società. Ad esempio in tutto il mondo, ma anche in Europa, si fa ancora troppo poco per la raccolta differenziata, il riciclo, il potenziamento delle energie rinnovabili, senza le quali è abbastanza incongruo chiedere a intere nazioni di superare l’utilizzo del carbone o della legna. Piuttosto sarebbe utile sviluppare le tecnologie di geoingegneria già studiate e sperimentate per ridurre il riscaldamento del pianeta di almeno un paio gradi entro la fine del secolo, in questo modo si potrebbero infatti incamerare fino a venti miliardi di tonnellate di anidride carbonica ogni anno. Così come andrebbe immediatamente ridotto l’utilizzo della plastica a tutti i livelli e vietato quello delle micro e nanoplastiche, entrambe stanno producendo cambiamenti catastrofici nei fiumi, nei mari, nei laghi e negli oceani. In eugal modo andrebbe promossa una moratoria internazionale rispetto all’uso del nucleare, le cui scorie radioattive producono disastri ecologici millenari, mortiferi e irreversibili ben più del carbone.

Crediamo poi si debba sempre partire dalle parole di Hugo Chavez al vertice per il clima di Copenhagen nel 2009: “Se l’ambiente fosse una banca, sarebbe già stato salvato”, a cui si aggiunge la profetica affermazione del sindacalista Chico Mendes, ucciso nel 1988 da chi voleva distruggere la foresta Amazzonica, che ripeteva: “l’ambientalismo senza lotta di classe è giardinaggio”, sintetizzano bene il comportamento di molti governi, i quali tendono a porre in secondo piano le problematiche legate al clima e all’ambiente rispetto ai profitti, spesso speculativi, delle multinazionali finanziarie, così come l’incapacità di molti  ecologisti di riconoscere nel sistema capitalistico e speculativo la distruzione dell’ecosistema. Lo ripetiamo, lottare per l’ambiente non significa solo contestare le emissioni nocive, ma anche rivendicare la gratuità dei trasporti pubblici, la lotta contro il saccheggio neo-coloniale della natura da parte delle multinazionali e agire per costruire rapporti internazionali fondati su un multipolarismo rispettoso di ogni nazione. I dati di ONU e FAO dicono che la maggiore responsabilità della situazione attuale è del capitalismo occidentale che rapina le materie prime energetiche e alimentari e distrugge e inquina i territori del mondo. Due miliardi di cittadini della terra non hanno accesso all'acqua potabile, quattro miliardi e mezzo non hanno servizi igienici e cure sanitarie adeguate, un miliardo soffre la fame ed è sottoalimentato. Un disastro imposto dall’Occidente e contrastato da Cina, Russia, Iran e Venezuela attori regionali e globali che stanno promuovendo, seppur a fatica, relazioni rispettose che permettano il miglioramento delle condizioni di vita del pianeta. La Cina, dati ONU, è la nazione più ecologicamente avanzata del pianeta, perché ha corretto i suoi errori passati senza interferenze di lobby, come invece avviene costantemente in Europa.

È un cammino lungo, iniziato il 15 marzo 2019 con una travolgente giornata di mobilitazione planetaria ed è auspicio del SISA procedere il 27 settembre 2019, abbiamo infatti indetto lo sciopero per questa giornata perché è nostra convinzione che si debba continuare l’impegno per lo sviluppo e la crescita, a partire dalle nuove generazioni, di una nuova sensibilità ecologica e politica. È tempo di parlare e di discutere, di individuare le responsabilità e di iniziare ad agire. Qualcuno forse crede o ha creduto di risolvere la giusta rabbia dei giovani per i pericoli che attanagliano il loro futuro offrendo loro una risposta individualistica tutta interna al liberismo, i giovani invece hanno capito chiaramente che proprio il sistema economico e sociale fondato sul capitalismo speculativo e finanziario, la società liberal-liberista, è il problema.

 

 

 

15 settembre 2019 

 

Lettera aperta al sindaco Anna Maria Cisint

 

 

Esimio sindaco,

 

sono uno storico e un professore, tra gli svariati saggi da me scritti uno si intitola “Con Tito a Trieste”, quindi per lei – credo - sarebbe facile collocarmi, certo, sono marxista, ma credo nella sovranità nazionale come Gramsci e Togliatti e sono un avversario del Partito Democratico e dei suoi alleati, che rispondono da troppo tempo ai soli interessi della finanza speculativa e non ai lavoratori e al tessuto produttivo della piccola e media impresa, di più, ho molti amici atei e agnostici, ma io ritengo che le religioni, in particolare quelle abramitiche del nostro Mediterraneo, siano parte fondamentale dell’identità personale e collettiva dei singoli e dei popoli, e ancora, sono un dichiarato avversario delle idee liberali e liberiste e son d’accordo con il presidente Vladimir Putin quando reputa conclusa l’epoca delle democrazie liberali. Proprio in ragione delle mie idee alcuni mi diffamano, eppure continuo a credere risolutamente nella solidarietà e nell’eguaglianza. Quindi come vede assegnare aprioristiche etichette è disagevole.

Credo poi che il problema non sia sapere se un docente sia “di destra” o “di sinistra”, quanto piuttosto auspicare e sperare che, come ricordava don Lorenzo Milani, i professori non facciano una impossibile dichiarazione di equidistanza e apoliticità, ma dichiarino le loro idee, rispettando quelle dei loro studenti. Solo così si potrà formare quello scambio e quel confronto che sono alla base della costruzione dei saperi, compito dei docenti è quello di trasmettere ai discenti l’amore e la passione per le cose belle e importanti che stanno studiando.  Compito delle istituzioni è vigilare perché questo avvenga nel quadro della Costituzione della Repubblica Italiana, nata dalla Resistenza e fondata sul lavoro, che ha come compito quello di rimuovere tutti quegli ostacoli che di fatto negano l’uguaglianza tra i cittadini. Costituzione alla quale tutti i docenti d’Italia sono stati chiamati a giurare fedeltà nel momento dell’assunzione del loro incarico verso le nuove generazioni. Un giuramento che per parte mia sento sempre attuale.

Esimio sindaco, lei guida una città che ha dato, attraverso la sua classe operaia, un fondamentale contributo alla Liberazione dell’Europa dal nazifascismo, sono certo che saprà riconoscere nei suoi doveri quale primo cittadino quello di promuovere la libertà e il confronto.

 

Buon lavoro.

 

Milano, 6 agosto ’19

 

 

Davide Rossi

 

Segretario Generale Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente

Responsabile per la Lombardia e il Ticino del Centro di Formazione e Ricerca don Lorenzo Milani e Scuola di Barbiana

 

 

Contrari a un governo Mario Draghi

di

Emilio Sabatino

Segretario nazionale SISA

 

Nel 2011 il nostro sindacato ha contribuito, manifestando e scendendo in piazza, alla caduta del governo Berlusconi. Prima ancora che si insediasse il governo di Mario Monti, abbiamo espresso attraverso tutti i mezzi di informazione la nostra avversione a un governo che si sarebbe rivelato, come poi è stato, di macelleria sociale. Per chi se lo fosse dimenticato, il SISA, da solo, ha indetto uno sciopero di 48 ore contro la legge Fornero sulle pensioni, i confederali solo uno orario, poi abbiamo proclamato nell’estate 2012 lo stato d’agitazione contro l’inserimento del Fiscal Compact e dei vincoli di bilancio europei nella Costituzione italiana. Due anni prima, il 1° marzo 2010, siamo stati il solo sindacato a indire l’intera giornata di sciopero a sostegno dei migranti e contro ogni razzismo. Da sempre abbiamo espresso la necessità di politiche sociali per tutti gli italiani, a favore di casa, scuola, cultura, salute e lavoro e al contempo solidarietà con i popoli di Africa, Asia e America Latina, nella convinzione che le multinazionali speculative e finanziarie che impoveriscono gli italiani e gli europei allo stesso modo praticano il furto delle materie prime energetiche e alimentari di quei continenti. Abbiamo chiesto da oltre dieci anni il premio Nobel per la Pace per i popoli Rom e Sinti, i soli a non aver mai combattuto una guerra e abbiamo difeso il loro diritto alla scolarizzazione in Italia.

Crediamo nella centralità della scuola e nel rispetto di ogni essere umano, per tale ragione dissentiamo da molte proposte di questo governo, in particolare quelle dei ministri Bussetti e Salvini.

Tuttavia vogliamo compiere un’autocritica. Lo studio approfondito dei fatti che hanno portato alla caduta del governo Berlusconi nel 2011 ci ha svelato, in maniera chiara ed evidente, che non era Berlusconi il problema, quanto piuttosto che la Commissione Europea e la Banca Centrale Europea non volevano più il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, che proponeva di aprire il dialogo con la Cina Popolare, rifiutava i vincoli di bilancio europei, era contrario, come poi invece farà subito Mario Monti, a sostenere le banche tedesche. Oggi di fronte al governo di Giuseppe Conte le due maggiori forze politiche italiane d’opposizione, il PD, ovvero i socialdemocratici europei, e Forza Italia, ovvero i popolari europei, propongono un governo guidato da Mario Draghi, ancora per qualche tempo a capo della Banca Centrale Europea, Draghi è uno dei responsabili delle attuali difficoltà degli italiani e degli europei. Con lui si vorrebbe un governo che dovrebbe intervenire con pesanti azioni per ridurre la spesa pubblica, ovvero contro scuola, sanità, pensionati e contro le piccole e medie imprese.

Il governo di Giuseppe Conte al contrario propone di rivedere i vincoli europei, pur al momento rispettandoli, propone politiche sociali contro le logiche dei tagli, dialoga con la Cina e la Russia invece di asservirsi agli interessi delle multinazionali occidentali, riapre l’ambasciata italiana a Damasco, invece di sostenere dubbi gruppi dell’opposizione siriana come fatto da tutti i precedenti governi italiani a guida PD, ha avviato progetti di cooperazione con i paesi dell’Africa subsahariana denunciando la moneta imposta a quelle nazioni dai francesi. Ricordiamo inoltre che la revisione e ancor meglio l’abolizione della legge Fornero è sempre stata una proposta del nostro sindacato, così come la creazione di un reddito di cittadinanza, tema da noi posto contro ogni sfruttamento del precariato fin dalla nostra nascita nel 2007 del SISA. I limiti delle proposte su questi temi da parte del governo sono evidenti, ma è altrettanto evidente che sono il primo segnale di un cambiamento rispetto alle politiche di tagli pratiche negli anni precedenti.

Ci pare con tutta evidenza quindi che l’obiettivo della maggioranza di coloro che si oppongono a questo governo sia di arrivare ad un governo guidato da Mario Draghi asservito agli interessi della finanza speculativa occidentale, ovvero un governo che abbia come obiettivo quello di piegare una nazione come l’Italia a politiche di “lacrime e sangue”, che colpirebbero non solo le piccole e medie imprese, ma anche e in modo molto pesante lavoratori, a partire dalla scuola, giovani, pensionati, precari e immigrati.

Per altro l’Italia ha l’ottavo PIL mondiale e quindi, anche nel caso di aumento della spesa pubblica e del debito pubblico, non può e mai potrà essere allontanata dall’Unione Europea, fatto per altro non verificatosi neppure con la Grecia, maldestramente evocata dai liberal-liberisti dell’opposizione italiana che si nascondono dietro la solidarietà con le donne e gli uomini del Sud mondo e rivendicano i pur giusti valori antifascisti, nei quali da sempre il SISA si riconosce, per nascondere con tutta evidenza un gioco politico finalizzato a peggiorare drasticamente le condizioni di vita degli italiani.

Tutto questo ci sentivamo di denunciare, stupiti e amareggiati di come poche voci si levino per smascherare il carattere strumentale di una opposizione mediatica e parlamentare che in nessun modo ha a cuore gli interessi dei cittadini più deboli e in difficoltà.

Nel 2011 si agitava il problema di Berlusconi, certamente reale, ma la finanza speculativa voleva imporre il suo liberismo contro gli italiani e aveva come reale obiettivo Giulio Tremonti. Oggi si agita il problema di Matteo Salvini, certamente reale, ma la finanza speculativa vuole imporre il suo liberismo contro gli italiani e ha come reale obiettivo Giuseppe Conte.

Denunciamo tale situazione perché non farlo ci parrebbe grave e dichiariamo fin da subito che riteniamo un eventuale governo Mario Draghi il peggiore per la scuola, l’università e gli italiani.

 

 

10 giugno ’19

Pensioni, nessuna decurtazione,

solo l’applicazione di un criterio nascosto della legge Dini

 

Nel passaggio dal retributivo al contributivo, anche per via della “quota cento”, c’è chi parla di decurtazioni.

Tuttavia non esiste nessuna decurtazione ma uno spiacevolissimo inghippo.

Prendiamo il caso di un docente che vada in pensione con 43 anni di contributi, ovvero con la legge Fornero, ad esempio un docente che a 62 anni abbia tale anzianità, maturata nella primaria. La sua pensione sarà inferiore a parità di contributi versati, a quella di un collega sempre della primaria che vada in pensione a 65 anni con uguale numero di anni lavorativi.

Perché?

Semplice, perché i sindacati confederali quando hanno promosso negli anni ’90 la legge Dini e le successive modifiche con tanto di due referendum per il personale della scuola, hanno omesso allora una parte della verità. Ovvero, la pensione è calcolata in base ai contributi versati e su questo siamo tutti d’accordo, ma l’importo mensile viene varia in base all’aspettativa di vita.

Succede così che due persone, come nell’esempio sopra riportato, nell’identica condizione e con un identico valore di contributi versati ricevano due pensioni differenti.

Come sindacato ci sorge spontaneo chiederci se tale criterio, ovvero quello di pensioni differenti a fronte di uguali contributi versati, a tutto danno di chi ha iniziato precocemente a lavorare, sia costituzionale, in ogni caso resta evidente che a fronte di una tale palese ingiustizia si debba necessariamente pretendere una revisione di tale parte del quadro legislativo pensionistico. È evidente che aver precocemente iniziato a lavorare dovrebbe essere un merito riconosciuto dalla Repubblica Italiana e non un’occasione per essere arbitrariamente vessati.

Come SISA iniziamo quindi una campagna informativa e al contempo è nostra intenzione agire a tutti i livelli perché la revisione legislativa possa essere la più celere possibile e possa sanare situazioni già in essere.

 

Milano,  24 maggio ’19 

Il coordinamento nazionale

 SISA

 

 

domenica

19 maggio 2019

ore 18.00

PHILOSOFARTE

corso Matteotti 7 - MONTEGRANARO

 

 incontro con

 

Davide Rossi

Direttore

 del Centro Studi “Anna Seghers” - Milano

 

autore del libro

 

Rosa Luxemburg indomita rivoluzionaria

 

Il 15 gennaio 1919, a pochi giorni dalla trasformazione del movimento spartachista in Partito Comunista di Germania, Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, organizzatori e teorici di entrambi, sono uccisi a Berlino, città in cui ogni anno una partecipata manifestazione li ricorda la seconda domenica di gennaio. Queste pagine, mosse da intensa ammirazione per la grande rivoluzionaria, ci aiutano a ripercorrere le tribolate peripezie della sua vita e la ricca elaborazione culturale del suo pensiero, volto a promuovere l’uguaglianza, il riscatto dei lavoratori, l’emancipazione femminile. La scrittrice tedesca Anna Seghers ha scritto che il socialismo è la lotta spietata per la felicità assoluta. La vita di Rosa Luxemburg, una vera internazionalista, nata polacca, morta tedesca, vissuta da comunista, seppur tragicamente interrotta, è stata esattamente questo.

 

 

 

 

Continuare l’impegno per una nuova stagione ecologica e politica

di

Davide Rossi

Segretario generale SISA

 

Il 15 marzo 2019 è stata una travolgente giornata di mobilitazione planetaria, che si chiede prosegua nel tempo. Una ragione in più per fare chiarezza, perché ci pare che con l’entusiasmo non sia mancato qualche elemento di confusione nelle rivendicazioni.

L’appello a migliori comportamenti individuali è ammirevole, ma sbalordisce che sia rilanciato da quotidiani a larga diffusione nazionale, quando anche solo analizzando i dati di ONU e FAO, facilmente reperibili in rete, è evidente che la maggiore responsabilità della situazione attuale sia del capitalismo occidentale che rapina le materie prime energetiche e alimentari e distrugge e inquina i territori del mondo. Parlare dell’uso domestico di legna e carbone in Africa, Asia e America Latina è ridicolo, non si riuscirà certo in tempi brevi a fornire cucine elettriche o a gas a nove miliardi di persone e poi non è quello il problema. Due miliardi di cittadini del mondo non hanno accesso all'acqua potabile, quattro miliardi e mezzo non hanno servizi igienici e cure sanitarie adeguate, un miliardo soffre la fame ed è sottoalimentato. Un disastro imposto dall’Occidente e contrastato da Cina, Russia, Iran e Venezuela attori regionali e globali che stanno promuovendo, seppur a fatica, relazioni rispettose che permettano il miglioramento delle condizioni di vita nel Sud del mondo. La Cina, dati ONU, è la nazione più ecologicamente avanzata del pianeta, perché ha corretto i suoi errori passati senza interferenze di lobby, governando lì per fortuna un Partito Comunista. L’idea di un premio Nobel per la Pace che promuova tanto la pace quanto il rispetto ambientale è un’ottima idea, ma certo andrebbe attribuito o al Partito Comunista Cinese o al suo segretario XI Jinping, oppure al presidente venezuelano Nicolas Maduro, che difende i diritti dei suoi concittadini più poveri contro l’aggressione imperialista e non ha in alcun modo ridotto l’impegno ecologico e ambientale promosso dal suo predecessore Hugo Chavez.

La crescita infinita e sregolata del capitalismo occidentale è incompatibile con una terra finita e limitata, i documenti cinesi insegnano molto sul tema di uno sviluppo sostenibile e diffuso. La Commissione Europea invita ad ascoltare i giovani ed è viva speranza che i giovani votino in blocco alle Europee per quelle forze politiche che rivendicano pace e sviluppo sostenibile per tutti i popoli, europei e del mondo e contro i partiti europei Popolare, Liberale, Socialdemocratico che in questi anni hanno governato a Bruxelles impoverendo i cittadini europei e di tutto il mondo e non facendo nulla per migliorare il clima e l’ambiente. Sono queste forze politiche l’espressione diretta del neoliberismo globale, il vero responsabile dei disastri sociali e ambientali del pianeta. Ai verdi europei si pone il dilemma: vorranno continuare a fare nel Parlamento europeo la stampella dei liberismo affamatore – come tragicamente han fatto da venti anni a questa parte - o inizieranno a interloquire con le forze che della sovranità nazionale e globale, declinata in senso sociale e solidale, si pensi ai comunisti al governo in Portogallo e a Melanchon in Francia, vogliono fare l’inizio di un nuovo cammino?

Il nostro sindacato, il SISA, che è lieto di aver contribuito in Italia al successo dello sciopero più partecipato di quest’anno scolastico, ha piena consapevolezza dei problemi in campo ed è lieto di aver fin da subito indicato che: ecologia è socialismo. Quanto avvenuto in questo mese, da quando a metà febbraio abbiamo lanciato lo sciopero, conferma le ragioni delle nostre scelte.

È tempo di continuare l’impegno per lo sviluppo e la crescita, a partire dalle nuove generazioni, di una nuova sensibilità ecologica e politica. In questo senso la scuola italiana il 15 marzo ha dimostrato che una astratta apoliticità, per altro per nulla milaniana, non ha senso. È tempo di parlare e di discutere, di individuare le responsabilità e di iniziare ad agire. Qualcuno forse crede o ha creduto di risolvere la giusta rabbia dei giovani per i pericoli che attanagliano il loro futuro offrendo loro una risposta individualistica tutta interna al liberismo, i giovani invece hanno capito chiaramente che proprio il sistema economico e sociale fondato sul capitalismo speculativo e finanziario è il problema. Il cammino è iniziato, nessuno potrà fermarlo.

 

16 marzo 2019

 

 

15 marzo 2019 - Global Climate Strike

SISA presente!

 

di

Pierluigi Colombini

Responsabile Nazionale SISA Ambiente

 

Se l’ambiente fosse una banca, sarebbe già stato salvato”. Le parole di Hugo Chavez pronunciate al vertice per il clima di Copenhagen nel 2009 sintetizzano bene il comportamento di molti governi, i quali tendono a porre in secondo piano le problematiche legate al clima rispetto ai profitti, spesso speculativi, delle multinazionali finanziarie. Noi che siamo nati nel 2007 come Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente, aggiungendo le rivendicazioni ecologiche a quelle sindacali, lo sappiamo bene. Per queste ragioni abbiamo proclamato nella scuola per lavoratori e studenti l’intera giornata di sciopero per venerdì 15 marzo 2019, in concomitanza con la mobilitazione mondiale per il Global Climate Strike.

Lottare per l’ambiente tuttavia non significa solo contestare le emissioni nocive, ma anche rivendicare la gratuità dei trasporti pubblici, la lotta contro il saccheggio neo-coloniale della natura da parte delle multinazionali e agire per costruire rapporti internazionali fondati su un multipolarismo rispettoso di ogni nazione. Significa ridurre la produzione di emissioni inquinanti da parte delle imprese pubbliche e private per legge, ridurre l’impatto ambientale degli enti pubblici, attraverso una modernizzazione delle strutture e una minore produzione di rifiuti, così come trasferire il traffico merci su rotaia, in modo da diminuire il trasporto su gomma.

Sempre più spesso ci vediamo confrontati a forme di ambientalismo autoreferenziale che ripongono nell’agire responsabile dei singoli la chiave per una transizione ecologica della società. All’azione individuale, certo importante, da un costante impegno nella raccolta differenziata alla rinuncia dell’automobile come mezzo di trasporto, deve invece affiancarsi un agire sociale e collettivo, una presa di posizione politica che combatta affinché le abitudini e i consumi e soprattutto le logiche di produzione cambino in funzione delle necessità ambientali.

Un mondo eco-sostenibile è un mondo di pace, in cui finisce la depredazione delle materie prime energetiche e alimentari compiute dall’imperialismo occidentale e le contestuali aggressioni a nazioni sovrane, dalla Siria al Venezuela, a tutte quelle nazioni della terra che si vedono imporre dittatori che sfruttano i loro cittadini e la terra del loro paese per i meri profitti dell’Occidente.

Per questo il SISA lotta a fianco di Cina, Russia, Iran e Venzuela per un mondo multipolare e di pace, per questo per noi la giornata mondiale di lotta per il clima del 15 marzo 2019 è una tappa fondamentale per un mondo diverso, plurale, eco-sostenibile, di pace, capace di futuro.

 

14 febbraio 2019

 

 

mercoledì 30 maggio 2018 ore 20.45

LUGANO patio palazzo civico piazza della Riforma

ore 20.45 presentazione della biografia di Anna Seghers

 

venerdì 1° giugno 2018, 35° anniversario della scomparsa della scrittrice, presentazione a Berlino

 

 

Ricco e vivace scambio di informazioni e di riflessioni con la deputata greco - cattolica del parlamento siriano Maria Saadeh in visita a Milano. Comune condanna dell’aggressione internazionale contro la Repubblica Araba di Siria e il suo governo legittimo, massima solidarietà al popolo siriano, piena consapevolezza di quanto sia in corso una guerra mondiale che vede contrapposti da un lato Cina, Russia, Iran e Venezuela e loro alleati, volti a costruire un mondo di pace e multipolare e dall’altro l’unipolarismo imperialista che utilizza la NATO per aggredire tutte le nazioni e i popoli che rifiutino lo sfruttamento e il furto delle materie prime da parte dell’Occidente. Un unipolarismo aggressivo che non rinuncia a sostenere l’integralismo terroristico e il separatismo etnico e che ha fatto della Siria uno dei luoghi centrali di questo scontro planetario.

Il SISA Italia, orgogliosamente parte dell’Unione della Gioventù Antimperialista Mondiale, parteciperà con una sua delegazione all’incontro internazionale di Istanbul e Ankara dei prossimi 17 – 23 marzo. Sarà l’occasione per ribadire l’impegno per un mondo multipolare, solidale, capace di costruire uguaglianza, contro la barbarie, le diseguaglianze e le rapine promosse in tutti i continenti dal sistema capitalistico - consumista occidentale. Giornate di lotta e di solidarietà contro il separatismo etnico utilizzato dall’imperialismo come grimaldello per scardinare le nazioni antimperialiste. Sarà l’occasione per abbracciare i compagni di Cina, Iran, Venezuela e Russia, quattro tra le nazioni più attive nella costruzione di un domani di pace.

 

http://www.aiym2018.com/

 

 

14 marzo 1883 – 2018

135° anniversario della morte di Karl Marx

 

Il 5 maggio sarà il bicentenario del gigante di Treviri e il 4 maggio presenteremo come Centro Studi il libro di cui vi anticipo copertina e quarta di copertina. Tuttavia oggi è il 135° della sua scomparsa. Un giorno in più doverosamente per ricordarlo e ricordare a tutti noi le idee che ci accomunano e che ci permettono di definirci marxisti.

 

 

 

Davide Rossi

L’attualità del pensiero di

Karl Marx

 

Introduzione di Emilio Sabatino

 

Postfazione di Massimiliano Ay

 

PGRECO

 

 

Da oltre un quarto di secolo Davide Rossi ha coniugato lo studio dei testi di Karl Marx con una serie di relazioni coi marxisti che nel mondo governano e sono all’opposizione, Cina, Russia, Cuba, Venezuela, Bolivia, Cile, Repubblica Democratica del Congo, Corea Popolare, Turchia, ex Europa orientale. Tuttavia questo libro non è un’indagine sulle nazioni passate e presenti che si orientano al marxismo, è un testo che ci aiuta a capire l’attualità del pensiero di Karl Marx alla luce di quello che oggi accade nel mondo. Davide Rossi ci propone di rileggere e ripensare la vita rivoluzionaria di Karl Marx, riflettere sulle leggi economiche universali da lui riconosciute, osservare come “Il Capitale” rappresenti la teoria di una società socialista, comprendere come l’emancipazione di tutti i popoli e la lotta al neo-colonialismo siano in stretto contatto col marxismo, come materialismo storico e materialismo dialettico non siano affatto superati e quanto il marxismo combatta gli apparati di potere delle chiese, ma non il sentimento religioso che è parte fondamentale dell’identità personale e collettiva dei popoli. Si scoprirà allora che il marxismo nel mondo è vivo, vivace, propositivo, attuale.

 

Davide Rossi

 

Thomas Sankara

La Rivoluzione in Burkina Faso

1983 – 1987

 

 

Introduzione

di Emilio Sabatino 

 

 

La nostra rivoluzione avrà valore solo se, guardando intorno a noi, potremo dire che i Burkinabé sono un po’ più felici grazie a essa. Perché hanno acqua potabile e cibo abbondante e sufficiente, sono in splendida salute, perché hanno scuola e case decenti, perché sono meglio vestiti, perché hanno diritto al tempo libero; perché hanno l’occasione di godere di più libertà, più democrazia, più dignità. La rivoluzione è la felicità. Senza felicità, non possiamo parlare di successo.” Una felicità che implicava dignità, fine dello sfruttamento del lavoro agricolo da parte delle multinazionali occidentali, fine dell’assoggettamento politico agli interessi dell’Occidente e della NATO. Queste parole pronunciate da Thomas Sankara in occasione del discorso per il ventennale della morte di Ernesto Che Guevara da lui tenuto a Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, poco prima di morire la settimana successiva il 15 ottobre 1987 per mano di coloro che non volevano quella felicità, riassumono bene il senso della Rivoluzione da lui intrapresa con il consenso e l’entusiasmo delle donne e degli uomini del suo paese, raccontata con passione dalle pagine di questo libro.

Lorenzo Milani

La selezione è contro la cultura

Appunti per una scuola aperta

 

A cura di Davide Rossi

 

Contributi di Massimiliano Ay, Nanni Banchi, Pietro Cavagna, Stefano Fregonese, Edoardo Martinelli,

Paola Martini, Emilio Sabatino, Germano Zanghieri

  

 

“Il Sole 24 Ore”, un quotidiano che a Barbiana non esitavano a definire padronale, al pari de “Il Corriere della Sera” e de “La Nazione”, ha rilanciato, a cinquant’anni dalla scomparsa di Lorenzo Milani, l’idea che l’opera del priore possa iscriversi nel contesto di un marcato “odio di classe”, è forse una forzatura, ma coglie nel segno se intende riconoscere a quella straordinaria esperienza pedagogica la volontà di propugnare una radicale eguaglianza fondata sulla partecipazione e la cultura, in ogni caso antitetica a ogni buonismo pretesco. Un’eguaglianza perseguita con una vivacità polemica e una generosa intelligenza che non hanno pari nella storia pedagogica italiana del Novecento. Davide Rossi, professore in una Barbiana di oggi, il Centro Provinciale Istruzione Adulti di Milano, che offre corsi di lingua italiana e possibilità di conseguire la terza media ai nuovi cittadini provenienti da tutto il mondo, è Responsabile per la Lombardia e il Ticino del Centro di Formazione e Ricerca don Lorenzo Milani e Scuola di Barbiana e in questo libro riflette, commentando e proponendo una selezione di pensieri del priore, sulla carica innovatrice e la profonda umanità di quell’esperienza straordinaria e singolare, capace di offrire dal 1954 al 1967 una scuola a chi dalla scuola era escluso. Completano il libro una serie di testimonianze del mondo milaniano, senza alcuna pretesa di esaustività, ma con la certezza che il seme di Barbiana sia plurale e non possa essere ridotto a interpretazioni univoche, purché non ci si dimentichi che “la selezione è contro la cultura”.

Il SISA saluta con amicizia le donne e gli uomini

 che iniziano il Ramadan

 

Il SISA saluta con amicizia tutte le donne e gli uomini che in Italia, in Europa e nel mondo si apprestano ad adempiere con cuore sincero al mese di Ramadan che prende avvio il 26 maggio 2017 e terminerà il 24 giugno prossimo.

Che questo mese possa portare amore e fraternità al mondo e alla comunità islamica, dolorosamente percorsa dalla violenza degli integralisti che vogliono erigere barriere tra i popoli del libro e tra sciiti e sunniti.

Convinti della necessità della costruzione di un mondo di pace e di dialogo e contro ogni islamofobia, confermiamo l’impegno a fianco di quelle studentesse e di quegli studenti oggetto di discriminazione nelle scuole in ragione della loro appartenenza religiosa, inoltre il coordinamento nazionale si impegna a chiedere, ancora una volta, la non sovrapposizione tra Ramadan ed esami di maturità ed esami di stato della scuola secondaria di primo grado, come per altro previsto dalle leggi italiane che chiamano al rispetto delle festività religiose e all’impossibilità di tenere esami di stato durante le stesse. Tale situazione penalizza molto le ragazze e i ragazzi di fede islamica, mettendo la scuola pubblica nella condizione di non poter essere autenticamente inclusiva, come invece tutta la normativa vigente invita ad essere.

 

 

22 maggio 2017

 

Davide Rossi

Segretario generale

 

 

27 gennaio 1945, Giornata della Memoria

                                         

Il 27 gennaio 1945 l’Armata Rossa, come ricorda con toccanti parole Primo Levi, spalanca le porte del campo di concentramento di Auschwitz, iniziando a porre fine alla barbarie nazifascista. A noi, donne e uomini, è il dovere del ricordo e della memoria.

Perché milioni di imprigionati, deportati e trucidati sono caduti per la nostra libertà.

Ebrei, testimoni di Geova, pastori protestanti, omosessuali, rom e sinti, e soprattutto  soldati e civili sovietici, comunisti tedeschi e degli altri paesi occupati, sindacalisti.

Ogni forma di diversità, di alterità, di pluralità è stata oggetto dello sterminio.

Noi li ricordiamo come persone con tutto il loro carico di sogni, idee, passioni.

Il 9 maggio di quello stesso anno l’Armata Rossa libera Berlino, ogni anno al Parco di Treptow facciamo memoria di quella Liberazione che ha vinto la brutalità e l’abominio del nazifascismo.

 

 

 

FIDEL

 

di

Nicolas Guillen

 

Fidel,

el nombre de Cuba lleva

por siempre en el pecho fiel.

 

Fidel,

fue quien levantò la gleba

hasta el mirto y el laurel.

 

Fidel,

el que alzo una patria nueva

sin odio, crimen, ni hiel.

 

Fidel.

 

Fidel, il nome di Cuba porta per sempre nel petto fedel. Fidel è stato colui che ha permesso al popolo di innalzarsi fino al mirto e al lauro della gloria. Fidel, è stato colui che ha costruito una patria nuova, senza odio, senza crimine, senza amarezza.

 

Salutiamo Fidel Castro, un uomo che ha permesso al proprio popolo di costruire una società nella quale nessun bambino dorma per le strade dell’isola caraibica, mentre mezzo miliardi di ragazze e ragazze nel mondo non hanno un tetto per la notte. Il socialismo cubano è stato ed è tutt’oggi esempio di solidarietà internazionale. Le contraddizioni e gli errori sono sempre stati discussi con autentico spirito democratico. Il futuro di Cuba sarà certo degno della sua storia, della sua Rivoluzione. Con le parole del più grande poeta cubano lo ricordiamo.

 

 

Davide Rossi ripercorre con passione la storia dei giacobini francesi, di Maximilien Robespierre e dei giacobini caraibici, grazie ai racconti di Anna Seghers: “Le nozze ad Haiti” (1948), “Ristabilimento della schiavitù in Guadalupa” (1952) e “La luce sul patibolo” (1961), capaci di restituire alla storia un personaggio eccezionale e troppo spesso dimenticato come Toussaint Louverture. Decisi a costruire l’eguaglianza, i giacobini aboliscono la schiavitù e concedono il diritto di voto a tutte e tutti, nessuno escluso, dagli ex schiavi africani alle donne e agli uomini francesi di ogni condizione sociale, anche analfabeti e poveri. Tutto questo è insopportabile per la borghesia, che aveva fatto la Rivoluzione per prendere il potere e dopo la breve stagione giacobina se ne riapproprierà, nascondendo dietro un’eguaglianza solo formale, una sostanziale diseguaglianza. Col potere della borghesia inizia anche la falsificazione e la condanna storica dei giacobini. Tuttavia il loro impegno per l’affermazione dell’eguaglianza è stato uno dei punti più alti della vicenda umana, un momento decisivo nel percorso di emancipazione di masse per secoli oppresse e senza nome, un caposaldo imprescindibile per tutte le esperienze socialiste del Novecento. L’eguaglianza dunque, ieri come oggi, come dimensione ideale e concreta per costruire una società davvero giusta e libera.

È questa un’opera unica nel panorama europeo, la sola ad affrontare unitariamente la letteratura albanese del periodo socialista (1945 – 1990), con attenzione per i suoi più rilevanti autori: Dhimitër S. Shuteriqi, Ismail Kadare, Dritëro Agolli. Nella costruzione di una società fondata sull’eguaglianza, dopo secoli di sfruttamento e sopraffazione, il ruolo assolto dalla letteratura è stato centrale, mentre le donne e gli uomini si emancipavano vivendo una stagione esaltante, segnata dal trionfo sull’analfabetismo, dall’elettrificazione, dalla prima industrializzazione. La letteratura socialista in generale e quella albanese in particolare sono sicuramente letterature militanti e antifasciste, tuttavia non monotematiche, anzi capaci di abbracciare una vastità di temi che travalicano l’immediata contingenza politica e le necessità ideologiche. Davide Rossi con straordinario coraggio ha affrontato la sfida di riflettere sulla letteratura socialista albanese, ne è scaturito un libro affascinante, capace di restituire alla letteratura mondiale pagine di avvincente bellezza e di radicale impegno politico.

In libreria e on line da maggio 2016:

 

DAVIDE ROSSI

Migranti a Lampedusa, studenti a Milano

Un anno di scuola dei ragazzi del Mediterraneo e del mondo

presso il CPIA – Centro Provinciale Istruzione Adulti di Milano 

 

Presentazione di Pietro Cavagna

Dirigente Scolastico CPIA Milano

 

Introduzione di Emilio Sabatino

  

PGRECO

 

 

Un cammino di cittadinanza, di partecipazione, di apprendimento, capace di riscattare ragazze e ragazzi giunti da ogni angolo del pianeta e arrivati al CPIA, il Centro Provinciale Istruzione Adulti di Milano, vincendo la marginalità a cui li aveva relegati un mondo ingiusto, governato dalla violenza, dal razzismo, dal’esclusione sociale promossa da leggi economiche fondate sul profitto e sulla speculazione finanziaria, oltreché sulla rapina delle materie prime energetiche e alimentari, praticata dall’Occidente a danno e contro tutti gli altri popoli della terra.

Dentro il CPIA di Milano questi studenti hanno trovato un luogo di cultura in cui costruire i saperi insieme al loro professore, un luogo in cui parlare ed essere ascoltati, un luogo in cui chiedere trovando risposte.

Molti di loro hanno vinto il mare, con il coraggio che si può avere solo da adolescenti. Hanno visto le onde e la morte, ma sanno che la miseria è riscattabile con la giustizia sociale.

Davide Rossi, che dell’eguaglianza tra tutti gli esseri umani fa da tempo la ragione della sua vita, sia come categoria di analisi storica, sia come metodo educativo, praticandolo nel solco di don Lorenzo Milani e attuandone il pensiero con radicale energia e passione, ci regala, pagina dopo pagina, la possibilità di cogliere il senso profondo di un percorso di emancipazione e di riscatto che passa anche attraverso i saperi e la scuola.

Contro ogni guerra, in manifestazione per la pace.

Milano 16 gennaio 2016

Dai tempi della prima guerra del golfo, 1991 è passato un quarto di secolo e l’imperialismo non ha smesso di aggredire e uccidere, è tempo di costruire la pace.

 

Per una collaborazione fattiva e costruttiva di tutti gli internazionalisti e antifascisti
Documento redatto da Alberto Alghisi
Resp. Naz. SISA AFAM
Scomuniche, anatemi e caccia alle stregh
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Pace, dialogo, comprensione tra le culture e i popoli

 

Ogni giorno in Iraq, in Siria, in Yemen, in larga parte del Mediterraneo e del Medioriente, integralisti nemici di tutte le religioni e della cultura mietono morti e seminano disperazione, colpendo le scuole e le moschee, principalmente delle comunità sciite. Quella stessa violenza ha toccato drammaticamente in queste ore prima Beirut e poi Parigi venerdì 13 novembre 2015, portando sangue e morte.  Ugualmente l’odio contrario a ogni dialogo ha armato a Milano l’aggressore solitario di un cittadino di fede ebraica.

L’Occidente è chiamato a interrogarsi sulla complicità con la quale ha armato gruppi violenti ed estremisti in Medioriente. È evidente che la visita del presidente iraniano Hassan Rouhani in Europa, la riunione del G20 in Turchia, Parigi come città del prossimo incontro mondiale sul clima, nonché lo stadio parigino che dovrà ospitare la finale del prossimo europeo di calcio, diventano obiettivi dei violenti.

Russia e Iran hanno scelto con forza e determinazione di combattere l’integralismo omicida, è tempo che l’Occidente si associ a questa scelta di pace e di civiltà.

I musulmani da mesi sono le prime vittime di questa violenza. Solo il dialogo tra le culture e le religioni del Mediterraneo, lo straordinario patrimonio di origine abramitica formato da cristianesimo, ebraismo e Islam può costruire la società di domani.

Occorre rispettare le culture, accogliere ogni cittadino del mondo riconoscendogli pieni diritti, solo così si possono disarmare i violenti e costruire il futuro.

 

14 novembre ’15

 

Davide Rossi

Segretario generale SISA

Trieste/Trst è una città straordinaria e complessa, italiana e slovena, socialista per i quaranta giorni seguiti alla Liberazione del 1° maggio ‘45. Per tre anni il movimento popolare cittadino lotta unitariamente nel Partito Comunista del Territorio Libero di Trieste, poi la rottura tra Stalin e Tito nel luglio ’48 frantuma il campo progressista. Una parte di quei comunisti, pur riconoscendo il ruolo fondamentale dell’Unione Sovietica nella costruzione del socialismo e nella Liberazione d’Europa dal nazifascismo, ritiene fondamentale mantenere rapporti solidali e di amicizia con la Jugoslavia, capace di svolgere un ruolo determinante nella Liberazione della regione giuliana e della città e nelle cui file partigiane molti triestini hanno militato. Nel 1955 la spaccatura sovietico-jugoslava si ricompone, tuttavia il cammino coraggioso e per l’eguaglianza di quelle donne e di quegli uomini di sentimenti socialisti che nel solco della Resistenza dal ’48 hanno guardato a Belgrado, prosegue fino al ’62, prima attraverso il Fronte Popolare Italo - Slavo e poi nell’Unione Socialista Indipendente, esaurendosi quando si afferma il protagonismo internazionale della Jugoslavia di Tito nella costruzione di un’alternativa al capitalismo attraverso il Movimento dei Non Allineati e per l’unità delle forze socialiste mondiali.

Col popolo catalano

 

Il viaggio in Catalunya a El Prat, Barcellona e Lleida a sostegno dell’autodeterminazione del popolo catalano è stata l’occasione per incontri con i nuovi responsabili locali. Neoemi Lanzani, a lungo coordinatrice studentesca, è la nuova responsabile del SISA Catalunya e Joel Majem Olivera è il nuovo responsabile del SISA per lo stato spagnolo, con entrambi e coi compagni che animano il gruppo del SISA vi è stato un fecondo e vivace scambio di idee, nel solco di un rinnovato impegno per un’Europa e un mondo antifascisti e solidali. Importante rilevare la fondamentale contribuzione delle forze progressive catalane nella richiesta di diritti sociali, casa, scuola, salute, lavoro, come orizzonte indipendentista. I segretari Rossi e Sabatino si sono anche recati a Lleida, nei luoghi della battaglia dell’Ebro, onorando il valoroso sacrificio di tanti repubblicani e militanti delle Brigate Internazionali, che hanno cercato, a prezzo della vita, di salvare la penisola iberica dalla barbarie franchista. A Lleida importante incontro con il direttore del Festival del Cinema Latinoamericano Juan Ferrer, che con determinazione promuove una costante attività di solidarietà coi migranti, dai corsi di lingue al banco gratuito alimentare, per tutto l’anno, ben oltre i giorni delle proiezioni cinematografiche.

È quello catalano un popolo in cammino per un futuro solidale, il SISA ne sostiene con entusiasmo la straordinaria determinazione.

 

Olivera 

1° ottobre 2015

 

Il coordinamento nazionale

 

 


 

A un secolo dall’inizio del primo conflitto mondiale e a una manciata di anni dalle guerre che hanno insanguinato i Balcani in tempi recenti, Davide Rossi ha attraversato - partendo da Trieste - Vienna e i Balcani, restituendoci, tra saggio storico e cronaca del presente, la profondità e la complessità di un continente incapace di trovare una strada verso il futuro. Un’Europa incerta, stretta tra le logiche monetariste e consumiste del capitalismo dominante e nuove forme di protagonismo popolare. L’autore legge nei Balcani non una marginale periferia del continente, ma un luogo privilegiato per immaginare il futuro del continente, anche alla luce della storia della Jugoslavia socialista, capace di realizzare l’incontro tra popoli, lingue, religioni, dentro valori di solidarietà, inclusione ed eguaglianza, libera da ogni sanguinario nazionalismo e anzi capace di guardare al mondo con rinnovata fraternità, attraverso il Movimento dei Non Allineati promosso da Tito e Nasser nel 1961.

Razzisti, ma soprattutto ignoranti

 

di

Davide Rossi

Segretario generale SISA

 

Migliaia di profughi delle guerre scatenate dall’Occidente, dalla Siria alla Libia, cercano scampo in Europa. Come sempre l’egoismo razzista si contrappone alla solidarietà umana e a una analisi seria delle vicende, capace di riconoscere le gravi responsabilità dei governi europei nella caduta di Gheddafi e nel contrasto del governo legittimo siriano di Assad, da sempre volto al rispetto di tutti i gruppi linguistici e religiosi della Repubblica Araba Socialista di Siria.

Tuttavia, i razzisti, certamente in mala fede, ma soprattutto ignoranti, agitano due temi, quello dell’impossibilità dell’accoglimento dei migranti in Europa, in cui secondo loro non ci sarebbe posto e quello, con il quale cercano di camuffare il loro razzismo, di aiutare i migranti a casa loro. Occorre invece capire perché milioni di donne e di uomini di Africa, Asia, America Latina e soprattutto giovani dei paesi arabi del Mediterraneo, nel giro di pochi anni verranno – per fortuna - in Europa, per lavorare, assolvendo in molti casi alle mansioni rifiutate dagli europei, pagare le tasse e contribuire in modo fondamentale al sostegno della pensioni degli europei, le quali gli stranieri stanno già pagando coi loro contributi. Questi stranieri arriveranno in numero molto più considerevole dei profughi che con pieni diritti e ragioni attualmente stanno cercando salvezza oltre i muri abominevoli eretti qua e là dall’Ungheria a tante altre parti del vecchio continente.

 

Qui non c’è posto

 

In Europa vive la popolazione più vecchia della terra, più o meno ogni giorno muoiono due anziani e nasce solo un bambino, che tra l’altro, si chiama spesso Hu, Carlos, Vladimir e Aisha. A Bruxelles, capitale europea, da oltre dieci anni il nome più frequente tra i bambini nati nel corso dell’anno e che risulta essere il primo all’anagrafe è Mohammed. Senza i figli degli immigrati, che sono i cittadini europei di domani, l’Europa vivrebbe uno spopolamento di proporzioni incredibili. Per altro in Europa nelle case è garantito ciò che lo sfruttamento delle materie prime energetiche e alimentari compiuto dall’Occidente nel resto del pianeta è negato alla popolazione mondiale, ovvero letti confortevoli e non giacigli malsani, tetti veri che proteggano dal freddo e dalla pioggia e rubinetti che garantiscano acqua corrente, quasi sempre potabile e spesso non solo fredda, ma anche calda. Tali elementari diritti umani sono negati a larga parte dell’umanità e chiunque si trovi a vivere là dove si devono fare chilometri a piedi per garantirsi a mala pena un secchio d’acqua al giorno ambisce come naturale a migliorare le proprie condizioni di vita, quindi migra là dove letti, tetti e rubinetti sono garantiti. Per di più in Europa la densità demografica è scarsa, qui di posto ce n’è molto. Mentre nel mondo si vive in dieci in sessanta metri quadrati, in Europa in molti casi in cento metri quadrati vivono solo una o due persone. Il Bangladesh ad esempio ha una superficie di 150mila chilometri quadrati, l’Italia ha esattamente una superficie doppia, 300mila, in Italia vivono 60 milioni di persone, in Bangladesh 180 milioni, ovvero il triplo. È come se in Italia ci fossero 360 milioni di cittadini. L’Egitto ha 100 milioni di abitanti, in stragrande maggioranza giovani, come il Bangladesh, con poche prospettive di lavoro e di futuro, in Egitto teoricamente il territorio nazionale è di un milione di chilometri quadrati, ma escluse le zone aride e desertiche, una popolazione quasi doppia di quella italiana vive di fatto in un territorio che è un terzo di quello italiano, in famiglie numerose e in case in cui l’acqua è portata per le scale nei secchi e la luce elettrica, quando c’è, entra attraverso un filo volante che giunge direttamente dalla strada e passa per la finestra. Ai ragazzi somali va anche peggio, l’Italia ha messo sotto il loro terreno e nel mare prospiciente le loro coste le poche scorie radioattive delle centrali nucleari italiane e parte delle abbondanti scorie radioattive delle centrali francesi, per questo è stata uccisa Ilaria Alpi, i somali quindi non possono coltivare, allevare bestiame, pescare, possono solo fare i pirati, bloccando e rivendendo i prodotti delle navi che transitano davanti alle loro coste, o emigrare. Si potrebbero proporre altre centinaia di casi in tutto il mondo. Quello che deve essere chiaro è che chiunque, avendo quindici o sedici anni e trovandosi in queste realtà drammatiche e disastrate, vorrebbe vivere in un altro posto, dove acqua e luce sono garantiti e magari anche un letto e un tetto. Per questo milioni di ragazzi del Mediterraneo e del resto del mondo nei prossimi anni verranno a vivere in Europa.

 

Aiutiamoli a casa loro

 

I primi che vorrebbero essere aiutati a casa loro sono le donne e gli uomini, le ragazze e i ragazzi di tutti i paesi della terra, che ambirebbero a crescere in pace nei loro paesi, vedendosi garantiti non solo casa, scuola, lavoro, salute, ma anche come detto, un letto decoroso, un tetto solido e un rubinetto d’acqua corrente. Le pessime condizioni di vita di larga parte dell’umanità tuttavia sono determinate dallo sfruttamento occidentale. La ricchezza costruita e accumulata dall’Occidente dal 1945 a oggi è il risultato in minima parte del lavoro degli europei e in massima parte dello sfruttamento e della rapina delle materie prime energetiche e alimentari del resto del mondo. Tale rapina a prezzi di furto, seppur camuffata da scambio commerciale, è oggi sempre più difficile per l’Occidente, essendoci paesi come la Cina e la Russia ben disposti a pagare cifre dieci volte più alte quelle materie prime precedentemente depredate dall’Occidente, che infatti vive, come scrivo spesso, un declino non reversibile.

Si potrebbero fare centinaia di esempi, ne faccio alcuni. Quando gli algerini hanno votato per chiedere che gli europei pagassero il doppio il metano e il petrolio esportato dal loro paese, in modo da garantirsi un più degno stato sociale, Francia e Italia hanno organizzato un colpo di stato per negare agli algerini i loro diritti. Quando Thomas Sankara ha creato il Burkina Faso esigendo relazioni commerciali rispettose, il presidente francese Mitterand ne ha organizzato l’omicidio e la sostituzione con politici piegati agli interessi occidentali, come un quarto di secolo prima sempre gli occidentali hanno eliminato Patrice Lumumba in Congo, che chiedeva rispetto per il suo popolo e un pagamento corretto per l’esportazione delle ricchezze nazionali. In Congo oggi gli europei organizzano una guerra in Kivu, perché non vogliono pagare il coltan, la columbotantalite, che serve per le batterie dei cellulari, più di quello che oggi pagano i cinesi. Insomma a parole gli occidentali sono per il libero mercato, ma poi, quando non possono rapinare le ricchezze, il libro mercato non lo gradiscono più e come nel caso del coltan, lo rubano e lo esportano attraverso l’Uganda, che non ha una miniera di coltan, ma è il secondo esportatore mondiale.

Aiutare a casa loro le donne e gli uomini del mondo significherebbe allora improntare gli scambi commerciali a regole di giustizia, al pagamento di salari equi, non mezzo dollaro per dodici ore al giorno in una piantagione di caffè del Gabon, o in una piantagione di cacao in Costa d’Avorio.

I governi occidentali e le multinazionali orchestrano tra loro una bestiale connivenza che ha come finalità quella di preservare queste pratiche di sfruttamento planetario generalizzato, arricchendo le multinazionali e garantendo un tenore mediamente alto di vita ai cittadini occidentali, che possono permettersi un livello di consumi inimmaginabile in qualsiasi altra parte della terra. Occorrerebbe scardinare questo sistema, dimezzare, come minimo, gli utili delle multinazionali e chiedere che tali utili vengano corrisposti ai paesi produttori, in cui l’Occidente dovrebbe smettere di imporre al potere politici le cui sole qualità sono la connivenza con gli interessi occidentali a danno dei loro popoli. Non a caso quella manciata di nazioni del mondo che si oppone a questa bestiale pratica di rapina, dai paesi bolivariani dell’America Latina, all’Iran, alla Corea Popolare, sono sistematicamente criminalizzati dalla stampa occidentale, mentre dei paesi in cui si muore di fame per garantire all’Occidente il furto delle materie prime non si parla mai. I cinesi, in Africa e nel resto del mondo, non solo pagano cifre infinitamente più alte le materie prime, ma anche collaborano all’edificazione di pozzi, strade, case, scuole e ospedali, la simpatia che suscita la Cina nei paesi del Sud del mondo nasce da gesti concreti di rispetto e di solidarietà praticati dal governo di Pechino e mai praticati dagli occidentali.

Occorrerebbe anche mettere in conto che, per aiutare a casa loro il resto dei cittadini del mondo, gli occidentali, anche contrastando e mutando le politiche criminali dei governi occidentali e delle multinazionali, dovrebbero pagare le materie prime di più, dal cacao al caffè, dalla benzina alla bolletta della luce. Certo è difficile proporlo per famiglie già impoverite dalla crisi, ma non vi è alternativa e sarebbe allora necessario rivedere radicalmente il piano di priorità e di investimenti nazionali, stabilendo chiaramente che aiuti e sovvenzioni ai cittadini europei di ciascuna nazione dovrebbero essere erogati e garantiti.

Chi dunque propone di aiutare le donne e gli uomini della terra a casa loro, o ha in mente una miserevole e inutile attività caritatevole, o agita demagogicamente una frase priva di sostanza solo e soltanto per alimentare la guerra tra poveri, europei e del mondo, senza focalizzare i problemi e la realtà nella loro essenza.

 

Ci troviamo quindi, di fronte a mutamenti epocali, che hanno ragioni storiche e sociali profonde. Per costruire il futuro occorre capire tali mutamenti, non nasconderli per agitare pratiche stupidamente razziste. Solo la consapevolezza di tali mutamenti ci permetterà di costruire una società solidale e aperta, ma prima di tutto capace di essere parte dei cambiamenti stessi senza subirli passivamente o peggio contrastarli con astio e paura e comunque inutilmente.

Solo promuovendo il rispetto reciproco e una convivenza rispettosa di ciascuna cultura sarà possibile costruire l’Europa di domani, l’alternativa è la bestiale barbarie dello scontro di civiltà, un progetto criminale, ma anche assurdo, perché vedrebbe comunque - e per fortuna - alla fine soccombere i razzisti, ma dopo una frantumazione sociale spaventosa in cui gli stranieri, autentici rappresentanti delle nuove forme del proletariato, si troverebbero a fronteggiare con pochi europei al loro fianco, una campagna d’odio di enormi proporzioni, in cui la violenza diventerebbe quotidiana. È tempo invece di costruire gli spazi di convivenza democratica del futuro, partendo dalla cultura e magari dal senso della storia. I lombardi ad esempio sono lombardi perché quindici secoli fa dalla Pannonia sono arrivati i longobardi. I flussi migratori, generati dalle realtà economiche e demografiche sopra esposte, sono incontenibili e saranno sempre più numerosi, nessuna forma di repressione, stupida, sbagliata e inutilmente violenta, potrà ridurli.

Contrastare il futuro è stupido e velleitario, costruirlo in forma solidale è infinitamente più utile, ragionevole e intelligente.

 

Milano, 28 agosto ’15

 

IL SIMBOLO DEL SISA

 

questo è il simbolo del SISA Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente

NSŠO Neodvisni Sindikat šole in Okolja, solo sindacato ufficialmente bilingue in Italia, in omaggio alla comunità slovena con la quale collaboriamo da sempre, il nostro è un sindacato che persegue l’uguaglianza e la solidarietà, questo il nostro manifesto costitutivo, che si richiama a don Milani e a Gianni Rodari.

Qui di seguito il nostro manifesto costitutivo, che è anche il primo articolo del nostro statuto. Siamo da sempre internazionalisti e antifascisti, fratelli di ogni essere umano, migrante, rom, sinti. Uniamo lavoratori della scuola, studenti e cittadini che condividono il nostro impegno. Il simbolo ci è stato dato dagli amici del SISA Svizzera, a cui ci lega un patto di mutua collaborazione, da loro disegnato nel 2003 e da noi assunto alla nostra nascita nel 2007. Chi associa ad altro in modo diffamatorio il nostro simbolo, senza richiamarsi ai fatti, verrà invitato a rettificare, altrimenti costringendoci a tutelare l’organizzazione e gli iscritti ai sensi delle leggi della Repubblica Italiana nata dalla Resistenza.

 

 6.7.15

il coordinamento nazionale

 

 

MANIFESTO COSTITUTIVO DEL SINDACATO

 

Docenti, studenti, lavoratori della scuola e dell’università, cittadini democratici, insieme, nel solco di un impegno e di una lotta quotidiana per un domani più giusto e più solidale, decidiamo di dar vita ad un nuovo sindacato che raccolga sentimenti, passioni, sogni, speranze, in un progetto capace di futuro.

Il SISA si impegna a promuovere la cooperazione e la coesistenza pacifica tra le persone e tra i popoli, nel rispetto e nella valorizzazione delle differenti culture, e la salvaguardia dell’ecosistema planetario, in un quadro di condivisione eco-sostenibile della terra e delle sue risorse.

Il SISA si batte per la fine dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo e di ogni forma di prevaricazione.

Il SISA si fonda sulla solidarietà e la collaborazione e agisce per l’affermazione della giustizia sociale e dell’uguaglianza.

Il SISA si riconosce nel pensiero di don Lorenzo Milani, con il quale riafferma con decisione che “la selezione è contro la cultura”.

Il SISA intende contribuire alla costruzione di una scuola e di una università, a partire dall’Italia e dall’Europa, fondate sulla libera ricerca, sulla relazione educativa, su una costruzione dei saperi profondamente radicata nella libertà d’insegnamento dei docenti e nella libertà d’apprendimento degli studenti.

Il SISA opera nel rispetto delle culture, delle lingue, della creatività e in particolar modo della fantasia, nel solco di Gianni Rodari.

Il SISA e Davide Rossi sono antifascisti e impegnati nella solidarietà internazionale
Poiché i promotori della campagna diffamatoria contro il sindacato e il segretario generale non hanno proceduto alle necessarie rettifiche, a partire da quella del simbolo del sindacato, che in nessun modo può essere associato ad aberranti situazioni, essendo stato corrisposto alla nostra nascita nel 2007 dal SISA Svizzera, pur rimanendo sempre disponibili a un confronto pubblico e una soluzione dialogante, come ragionevole tra persone impegnate socialmente, ci siamo visiti, in ragione del fatto che il SISA opera come da statuto nel solco di don Lorenzo Milani e Gianni Rodari (art. 1 dello Statuto e Manifesto Costitutivo) e quindi con chiari orientamenti antifascisti e solidaristici, a procedere nel tutelare l’organizzazione per vie legali. Il testo della querela è reperibile nell’allegato qui riportato.

16.7.’15
Il coordinamento nazionalE
QUERELA SISA.pdf
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Sempre antifascisti e internazionalisti, solidali coi migranti e con ogni essere umano
il testo dell'integrazione della denuncia
querela 16.9.2015.pdf
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Sempre antifascisti e internazionalisti, solidali coi migranti e con ogni essere umano

 

Al fine di fare chiarezza, il SISA ha integrato la denuncia presentata a luglio contro chi diffama il sindacato, rispondendo alle falsità espresse da anonimi nel corso del mese di luglio stesso. Confermando che siamo sempre disponibili a una ricomposizione e a un chiarimento, colgo l’occasione per confermare che in merito alle quattro iniziative svolte insieme a Millenium nell’aprile – maggio 2014, iniziative dove ho riaffermato comunque e come sempre i valori dell’antifascismo e dell’internazionalismo, e che rappresentano una parte non significativa di una attività mia e del sindacato di ben oltre ottanta iniziative politiche e culturali promosse nel 2014, ripeto che ritengo di aver fatto un errore e mi scuso, assumendomene la responsabilità, ma ribadendo che tanto io, quanto il SISA, come verificabile da ogni nostro documento, siamo antifascisti e internazionalisti, solidali coi migranti, fratelli di chiunque nel mondo costruisca eguaglianza. Cogliamo l’occasione per ribadire che il simbolo del sindacato in nessun modo può essere associato ad aberranti situazioni, essendo stato corrisposto alla nostra nascita nel 2007 dal SISA Svizzera e che il SISA opera come da statuto nel solco di don Lorenzo Milani e Gianni Rodari (art. 1 dello Statuto e Manifesto Costitutivo) e quindi con chiari orientamenti antifascisti e solidaristici.


18 settembre 2015

 

Davide Rossi

Segretario generale 

risposte del SISA alle nuove falsità contro il sindacato
osservatorio 17 luglio.doc
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 Domenica 5 luglio, speranza greca ed europea


Il popolo greco, stretto da mesi tra radicale cambiamento e politiche di compatibilità con un'eurocrazia piegata ai peggiori poteri forti e al peggior liberismo, domenica come soggetto sovrano di se stesso sceglierà tra due opzioni. Quella del SI pretende di obbedire a politiche di rigore che hanno il solo risultato di peggiorare le condizioni di vita dei greci, procedendo con un esperimento sociale di costante pauperizzazione e peggioramento delle condizioni di vita, con tagli spacciati per riforme. Il NO proposto dal governo di Tsipras apre lo scenario di un popolo che pretende una revisione degli accordi europei, capace di accettare una proposta politica fondata sui diritti dei cittadini a casa, scuola, salute e lavoro, rimanendo dentro l'Europa e l'euro. La prima opzione, quella del SI, è una scelta in cui la paura e la sottomissione prevarrebbero, la seconda, quella del NO, è una possibilità, per quanto flebile, di immaginare un'altra Europa.

Per queste ragioni il SISA si esprime a favore del NO, con l'auspicio che la speranza del cambiamento prevalga sulla paura e sul ricatto eurocratico.


2 luglio 215


Il coordinamento nazionale 

il SISA è e resta antifascista e antirazzista
breve riepilogo in risposta ai molti attacchi subiti dal sindacato in questi mesi, per chi ha la pazienza di leggere.
PER CHIAREZZA.doc
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Maturità 2015
comunicato del segretario generale Davide Rossi
SISA 16.6.15.doc
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Per una scuola partecipata capace d costruire i saperi e contro la “buona s(cu)ola”

Per un mondo del lavoro che garantisca tutele per tutte e tutti, preveda il reddito di cittadinanza e contro il “jobs act”

Per un mondo ecocompatibile, per la sostenibilità alimentare e contro le speculazioni delle multinazionali presenti all’Expo

 

30 aprile 2015

Sciopero nazionale studentesco

Manifestazione ore 9.00

Largo Cairoli Milano

Ogni essere umano è nostro fratello

 

È tempo di chiedere, di esigere la libera circolazione di ogni essere umano sulla terra. Circolano le merci, non gli uomini, questo è il capitalismo consumista e sfruttatore. Occorre porre fine al mercimonio degli esseri umani che chiedono vita e salvezza e al momento trovano solo disperazione e morte. Le tragedie del Mediterraneo sono più di quelle che conosciamo. Il Mediterraneo è mare di morte. Non serve distruggere le navi in Libia, occorre dare la libertà di movimento a ogni essere umano, che resta sempre e prima di tutto un nostro fratello e una nostra sorella.

Solo la solidarietà tra donne e uomini della terra potrà salvare il pianeta, già così ecologicamente compromesso, l’alternativa, mascherata nelle parole degli eurocrati, o esplicita nella stampella del capitalismo dei neo-nazionalismi fascisti, è la guerra di civiltà.

Il SISA è per la piena solidarietà tra tutte le donne e gli uomini e per la formazione di una innovativa alleanza tra i proletari europei e immigrati per la costruzione di una concreta alternativa sociale euro-mediterranea. I flussi migratori sono incontenibili, masse di giovani islamici del sud del Mediterraneo saranno gli europei di domani. Occorre costruire ora e subito ponti di dialogo e un comune cammino per la costruzione di un mondo e di una Europa solidale e fondata sui valori del rispetto reciproco, della dignità, del lavoro e dei diritti.

 

20 aprile ’15

 

Davide Rossi

Segretario generale SISA

ANTIFASCISTI SEMPRE


Apprendiamo sconcertati, a mezzo stampa, che l'Unione Europea è contraria alla partecipazione della Serbia, a Mosca il 9 maggio prossimo, al Dien Pabiedy, il Giorno della Vittoria mondiale sul nazi-fascismo. Testualmente: "La partecipazione serba alla parata di Mosca è contraria all'integrazione europea".
Dobbiamo, quindi arguire che l'Europa non condivide i valori insiti in quella memorabile giornata di 70 anni fa che viene celebrata ogni anno non solo a Mosca, ma anche a Berlino. L'Unione Europea non si riconosce nei valori dell'antifascismo e dell'antinazismo, mentre, viste le premesse, tollera la presenza nazista legiferante al Parlamento ucraino. Una cosa, quest'ultima che ha sconcertato anche il direttore del Centro Wiesenthal di Gerusalemme Efraim Zuroff, che ha definito l'ultima aberrazione del Parlamento ucraino di equiparare comunismo e nazismo, come una "decisione oltraggiosa".
Se questi sono diventati i valori fondanti dell'Unione Europea, allora noi del SISA non ci sentiamo più parte della cosiddetta cultura occidentale, ma continueremo, come ogni anno, ad essere presenti al Parco Treptow di Berlino a festeggiare il Giorno della Vittoria.

Trieste, 10/4/2015
Sergio Mauri – SISA TRIESTE

DUE AUTOREVOLI RISPOSTE ALLA CAMPAGNA DIFFAMATORIA CONTRO IL SISA E DAVIDE ROSSI
RISPOSTA AY - DALLA VIGNA.doc
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Ancora una volta l’osservatorio intrattiene accurate ricerche su di me dalle quali evince con precisione che la mia disponibilità al dialogo, certo, forse sbagliata e di cui ho fatto ammenda,  con Millenium data giusto un mese, nulla più, dalla metà di aprile 2014 alla metà di maggio del 2014 stesso. Scrivere che intrattengo “una collaborazione costante con l’organizzazione rosso-bruna di Orazio Maria Gnerre” è quanto mai falso e lesivo della mia persona, credo di dover rispondere per ciò che faccio e scrivo, quattro dibattiti in confronto coi mille a cui ho partecipato e organizzato nella mia vita, mi pare un atteggiamento non solo volutamente lesivo, ma anche concretamente fuorviante. Sarebbe utile che l’Osservatorio leggesse con attenzione i miei libri, i miei articoli, i miei interventi, studiasse con attenzione e nella sua complessità la mia attività, quella del SISA e del Centro Studi “Anna Seghers” e del Centro don Lorenzo Milani per farsi un quadro completo e corretto del mio pensiero. Mi stupisce che non si siano accorti che lavoro quotidianamente per i giovani, gli studenti, gli immigrati, i rom e sinti, per gli islamici discriminati da un odio pericoloso e crescente, quando molti di loro rappresentano le nuove forme del proletariato europeo.

Anche in merito agli incontri citati, basta ricordare quanto da me detto in quelle occasioni, di come ho marcato una distanza e riaffermato una specificità antifascista e internazionalista del mio pensiero, per capire qual è la realtà. Su alcuni miei articoli, rilanciati da diversi siti, rispondo per il contenuto, l’intervento dal titolo “Cina: per la pace senza atteggiamenti imperialisti” è stato scritto per il sito “giulemanidallacina.wordpress.com” e come molte altre volte ripreso da molti altri.

Chi mi conosce, conosce le mie idee, sa benissimo quanto sono estraneo a ogni idea nazionalista o razzista, sa quanto faccio, nel pieno solco di un antifascismo e un antirazzismo militante.

Il simbolo del SISA per altro è stato realizzato da Massimiliano Ay in Svizzera, neppure questo chiarimento di un grossolano errore dell’Osservatorio ha trovato spazio nel loro ultimo articolo, non sono amico di Diego Fusaro, ma di Pierre Dalla Vigna che con Fusaro ha polemizzato vivacemente, anche in questo caso si ribaltano i termini rispetto alla realtà.

Osservo con dolore il persistere di una campagna denigratoria al mio riguardo e sono sempre disponibile a un confronto pubblico, i larghi attestati di stima e di affetto che ho ricevuto e che ricevo confermano che il mio impegno sempre gratuito e disinteressato per e verso i giovani e per le idee dell’antifascismo e dell’internazionalismo, dell’antirazzismo e della piena inclusione sociale di ogni donna e uomo sono riconosciuti e capiti da chi li vuole cogliere nel loro senso profondo.

 

Davide Rossi

 


“Davide Rossi, in piazza Tahrir al Cairo nei giorni della cacciata di Mubarak e molte altre volte in Egitto nei mesi seguenti, ha percorso negli ultimi tre anni il Medioriente e il Mediterraneo, seguendo e inseguendo volti ed emozioni, sogni e progetti politici, tutto ciò che tumultuosamente sta agitando donne e uomini, massimamente giovani, impegnati nella scoperta e nella costruzione di una nuova stagione di partecipazione e di cittadinanza, certo non esente da contraddizioni, errori, fughe in avanti e inevitabili ripiegamenti. Non una "primavera araba", diffusa e uniforme, ma una serie di cambiamenti, in alcuni casi davvero capaci di essere rivoluzionari.

 

IN TUTTE LE LIBRERIE 

per info, presentazioni sisascuola@libero.it

 Nel cuore dell’Africa un popolo straordinario nel 1960 ha trovato un uomo - Patrice Lumumba - capace di portarlo all’indipendenza con la ferma volontà di utilizzare le strepitose ricchezze del paese al fine di garantire benessere e sviluppo a donne e uomini finalmente diventati cittadini, dopo essere stati per decenni vittime di una colonizzazione tra le più violente e brutali. Il governo di Lumumba tuttavia dura meno di tre mesi, travolto dagli interessi occidentali decisi a continuare a schiacciare la Repubblica Democratica del Congo, depredandone le risorse naturali e sfruttando la manodopera attraverso la pratica di un neocolonialismo non meno feroce del precedente colonialismo.

Davide Rossi ripercorre la vita e il pensiero del grande statista tra i padri del Panafricanismo, analizzandone gli scritti, i discorsi e le relazioni col mondo politico congolese e internazionale, sottolineandone gli slanci e i dubbi, la capacità visionaria e il convinto impegno per la libertà.

24 marzo 1944 – 2015 Roma Fosse Ardeatine

Il SISA ricorda il 71° della strage delle Fosse Ardeatine e i martiri caduti

per la libertà, per l’Italia repubblicana e antifascista nata dalla Resistenza

1.3.15 SISA con le donne e gli uomini di tutta la terra!

QUITO

FESTIVAL MONDIALE DELLA GIOVENTU’

E DEGLI STUDENTI
Ecuador
dicembre 2013

Presentazione del Console Generale dell'Ecuador a Milano Narcisa Soria Valencia

Introduzione di Emilio Sabatino

MIMESIS

 

Socialismo bolivariano e Rivoluzione cittadina contribuiscono a costruire l’Ecuador del Buen Vivir, a cui ha dato un forte impulso il presidente Raffael Correa. L’Ecuador è parte del cammino di lotta e di emancipazione dei popoli latinoamericani, iniziato da Hugo Chavez e continuato in forme creative da tutto il continente. Nel dicembre 2013 si è svolto il XVIII Festival Mondiale della Gioventù e degli Studenti. Diecimila ragazze e ragazzi sono arrivati a Quito da ogni parte della terra, vivendo la gioia e l’emozione di giorni entusiasmanti, tra dibattiti, sguardi, incontri, luoghi, in una città stretta tra memorie incaiche, violento colonialismo, riscatto indio e costruzione di un domani di giustizia ed uguaglianza. Davide Rossi, delegato del SISA, ci restituisce e ci racconta con la passione di sempre il Festival e la gioventù del mondo che ne è stata protagonista.

Arabo, cinese e russo nelle scuole superiori italiane
il SISA chiede con una lettera aperta al ministro Giannini
l'introduzione delle lingue del futuro nella scuola
SISA 11.2.15.doc
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25.1.15, daTAHRIR all'ITALIA e all'EUROPA DI DOMANI


 

Giona, Mosul e la Palestina

La crisi irreversibile di Siria, Irak e Medioriente

 

Introduzione di Emilio Sabatino

 

Giona, Yunus in arabo e nel Corano, va a Ninive non per convertire i cittadini al suo credo, ma per testimoniare l’unicità di quel dio abramitico che è comune alle tre religioni del Mediterraneo. Da secoli il profeta riposava in una moschea di Mosul, meta per pellegrini di ogni fede e per questo abbattuta dagli integralisti dello stato islamico. Davide Rossi analizza approfonditamente la crisi irreversibile che sta cambiando il Medioriente e al contempo indica nella conoscenza reciproca tra le culture e le religioni del Mediterraneo il percorso indispensabile per costruire quel dialogo fondamentale per costruire l’Europa e il mondo di domani.  

nelle librerie per MIMESIS

 

 

 

Per un mondo solidale, contro ogni violenza
di
Davide Rossi
Charlie Hebdo.doc
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Riflessioni del segretario generale in merito alla situazione italiana e mondiale
25 dicembre.doc
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ALLAMAH TABATABA’I

Islam Sciita: dialoghi con Henry Corbin

 

sabato 13 dicembre, ore 16.00

Caffè Letterario “Pagine & Caffè”

Via Gallia 37/b, 0183 Roma (bus 360 da Termini, metro A “S. Giovanni”)

 

INTERVENTI DI:

Davide Rossi

Direttore ISPEC Locarno

Centro Studi “Anna Seghers” Milano

 

Roberto Revello

Università dell’Insubria

Caporedattore “Mimesis Edizioni”

 

Ghorban A. Pourmarjan

Direttore dell’Istituto Culturale

Dell’Ambasciata della R. I. dell’Iran

 

12 dicembre '14 Milano, SISA PRESENTE !

Una sentenza che restituisce la scuola italiana ai suoi cittadini

 

La sentenza della Corte di Giustizia europea del 26 novembre ’14 è una pietra miliare di civiltà. È tempo che i tagli violenti subiti da tutti i cittadini con una politica ventennale contro la scuola vengano archiviati. I 250mila docenti e ATA che a settembre entreranno nelle scuole, non per merito del governo, ma per il primato della ragionevolezza e della legge, garantiranno la fine delle “classi pollaio” e quell’organico maggiorato di istituto che coprirà le supplenze e permetterà di realizzare i progetti di ampliamento dell’offerta formativa, nonché lo snellimento del lavoro di segretaria e la piena vigilanza con l’accresciuta presenza dei collaboratori scolastici.

Questa battaglia di civiltà, che anche il SISA ha condotto, ribadendo sempre il pieno sostegno al riconoscimento dei 36 mesi di lavoro quale diritto alla stabilizzazione, anche per i docenti non abilitati, è un importante cambiamento per la scuola italiana, finalmente positivo.

 

27.12.’14

Il coordinamento nazionale

 


 BERLINO

Tra Ostalgie, Muro

 e

 città socialista

MIMESIs 

 

Nel 1914 in Germania solo gli Spartachisti si oppongono alla guerra e ai crediti pretesi dall’imperatore per finanziarla. Le ragioni dell’internazionalismo proletario sono tradite dai socialdemocratici europei, sarà allora la Rivoluzione d’Ottobre a raccogliere la rossa bandiera. Berlino nel tempo di Weimar, tra crisi e contraddizioni. diventa luogo di fermenti culturali e di lotta politica, i comunisti diventano protagonisti, primo partito con il 33% dei voti nel 1930 in una città in cui la rivoluzione sembra alle porte, tra modernità, innovazione, trasgressione. Tina Modotti qui arriva dal Messico, stringendo amicizia con gli scrittori proletari tra cui Anna Seghers, con Bertolt Brecht, che mette in scena le sue opere al Volksbühne, il teatro del popolo, il primo al mondo ad avere palcoscenici girevoli, col regista Slatan Dudow, autore del film operaio “Kuhle Wampe”, coi giornalisti comunisti dell’AIZ, Arbeiter Illustrierte Zeitung, inventori del fotogiornalismo. Dopo il ’45 una parte di Berlino diventa capitale della DDR, Seghers, Brecht, Dudow e molte e molti altri insieme a loro cercano di costruire il socialismo nella terra di Karl Marx, riprendendo con slancio il lavoro violentemente interrotto dal nazismo e dalla guerra. Quest’esperienza si chiude nell’89 con la caduta del Muro, ma i luoghi capaci di conservare memoria del tempo socialista vincono ogni revisionismo, alimentano l’Ostalgie del tempo dell’eguaglianza e diventano parte della nuova identità della riunificata capitale tedesca. Davide Rossi, direttore del Centro Studi “Anna Seghers” di Milano, racconta un secolo di Berlino descrivendo i luoghi che, ancora oggi, a venticinque anni dall’89, raccontano una storia di passioni e di ideali, una storia socialista.

 

Costruire solidarietà e lavoro, accogliere i migranti, battere il neoliberismo governativo
SISA 14.11.14.doc
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Manifestazione nazionale

14.11.14

Ore 9.00 largo CAIROLI MILANO

SCARICA IL MANIFESTO IN FORMATO PDF che trovi qui sopra,

diffondilo e affiggilo a scuola, all’albo sindacale e a quello studentesco

è un tuo diritto!

se te lo vogliono impedire scrivi

 

a sisascuola@libero.it

A Roma, presso l’università “La Sapienza”, il 29 ottobre 2014 il segretario generale dei SISA Davide Rossi, insieme al segretario nazionale Emilio Sabatino, ha incontrato e si trattenuto brevemente con il presidente dello stato plurinazionale della Bolivia Evo Morales. Il SISA ha portato il saluto delle studentesse e degli studenti, delle lavoratrici e dei lavoratori, ricordando tra l’altro la straordinaria figura di Bartolina Sisa, combattente indigena e antimperialista boliviana, figura sempre viva nei cuori del militanti del SISA.

Piena riaffermazione del mio antifascismo e internazionalismo
documento del segretario generale SISA Davide Rossi
Piena riaffermazione del mio antifascism
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SISA CON EVO MORALES, COL MAS, COL POPOLO BOLIVIANO

CINA 1949 - 2014 65° anniversario della Repubblica Popolare
In occasione del 65° anniversario della Cina Popolare (1° ottobre 1949 – 2014) proponiamo la lettura dell’importante saggio “La grandezza di Deng e i limiti di Gorbaciov” del professore statunitense Allen C. Lynch. Il testo è di fondamentale importanza per capire la storia della fine dell’Unione Sovietica e il successo sociale, politico ed economico della Cina odierna, che rappresenta la prima potenza planetaria e il più solido baluardo per la pace e la cooperazione tra i popoli.
65° anniversario della Cina Popolare.doc
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Lettera aperta al ministro

Giannini in merito al

calendario della maturità

per gli anni dal 2015 al

2018

 

 

Gentile ministro,

nei prossimi quattro anni il mese di giugno sarà anche per molti giorni il mese del Ramadan, mese sacro di preghiera e digiuno per i musulmani, fede che accomuna migliaia di ragazze e di ragazzi delle nostre scuole superiori.

Come SISA, sindacato che unisce, unico in Italia, docenti e studenti, la preghiamo, visto che intende molto ragionevolmente procedere con commissari solo interni, trovando in questo il nostro consenso, di rivedere anche il calendario delle prove.

Per l’anno 2015, iniziando il Ramadan il 17 giugno, chiediamo che tutte le prove scritte si tengano prima di questa data.

Per l’anno 2016, andando il Ramadan dal 7 giugno al 6 luglio, chiediamo che per gli studenti musulmani possa essere tenuta una sessione speciale per tutti gli scritti successiva al 6 luglio, come ugualmente tutti gli orali.

Per l’anno 2017, terminando il Ramadan il 25 giugno, chiediamo che tutti gli scritti e tutti gli orali, per tutti gli studenti, si tengano dopo questa data.

Nell’anno 2018 il Ramadan terminerà il 14 giugno e ugualmente chiediamo che tutti gli scritti e gli orali si tengano dopo questa data per tutti gli studenti.

Tale nostra richiesta è un segno di dialogo e di amicizia tra i popoli, tra le culture e tra le religioni, è un segno di rispetto che sarà salutato in tutto il mondo con estrema gratitudine.

Gentile ministro, la preghiamo di valutare con estrema responsabilità tale nostra proposta e di agire perché possa diventare fattivamente operativa.

 

Porgendo distinti saluti

 

15 settembre 2014

  

Davide Rossi

 

Segretario generale SISA

Ghassan Kanafani

8 luglio 1972 – 2014

È oggi il 42° anniversario della morte dello scrittore Ghassan Kanafani, forse il più grande tra i palestinesi, militante del FPLP. “Ritorno ad Haifa”, per ricordare solo un suo libro, commuove fino alle lacrime. Per le sue parole di amore e di libertà i servizi segreti israeliani lo hanno ucciso. Il SISA lo ricorda con emozione, perché la sua passione civile, il suo impegno sociale e letterario, la sua lotta per la giustizia e l’uguaglianza restano per noi un esempio.

 

Davide Rossi

Segretario generale

“Palloni politici” è la storia di partite imprevedibili, di slanci generosi, di subdole macchinazioni, di pesanti intromissioni, di uomini purtroppo dimenticati, seppure di grande umanità. Davide Rossi racconta chi ha avuto coraggio e chi non ne ha avuto, chi amava giocare senza guardare il mondo fuori dallo stadio e chi si sentiva prima cittadino e poi calciatore. Ecco allora una breve storia dei mondiali di calcio, non “la” storia dei mondiali, ma un racconto che confonde volutamente fatti politici, imprese sportive, considerazioni tecniche e tattiche.

In queste pagine si incontra un terribile allenatore nazista, un capitano che lascia la nazionale argentina per non stringere la mano ai generali golpisti, un marocchino nel ’58 e un mozambicano nel ’66 che diventano capocannonieri dei mondiali, anche se la prima squadra africana si qualificherà solo nel 1970, dopo la fuggevole apparizione dell’Egitto nel 1934. E ancora, l’imbarazzo degli azzurri che giocano nel 1969 una partita eliminatoria con una squadra che “non esiste”, perché il governo italiano non riconosce quella nazione, dittatori che vogliono vincere a tutti i costi e presidenti come Nelson Mandela, che riconoscono nello sport la capacità di promuovere valori universali e positivi.

Pier Paolo Pasolini ricordava che, nonostante tutto, il calcio è l’ultima rappresentazione sacra, l’ultimo rito collettivo. I mondiali di calcio confondono da sempre sport e politica. Davide Rossi ci restituisce l’appassionante e aggrovigliata complessità di questa relazione.

 

in tutte le librerie 

 

 per info e presentazioni sisascuola@libero.it

MARGHERITA HACK

29 giugno 2013-2014

 

Nel primo anniversario della scomparsa della nostra iscritta Margherita Hack, il SISA tutto la ricorda con emozione e affetto, consapevole della bellezza e della profondità dei suoi insegnamenti e della vicinanza sempre manifestataci.

 

29.6.’14

 

Il coordinamento nazionale

domenica 8 giugno 2014

ore 10.00

Fratta Polesine

commemorazione del grande

socialista e antifascista

Giacomo Matteotti

nel

90° del suo tragico assassinio

per mano mussoliniana

10 giugno 1924 – 2014

Intervengono:

Davide Rossi

segretario generale SISA

Giovanni Brusaporco

SISA Studenti

Ugo Brusaporco

SISA Verona 

Il SISA con il popolo iraniano e la sua straordinaria Rivoluzione

 

Il segretario generale del SISA, Davide Rossi, sarà in Iran dal 1° al 6 giugno, nel quadro di un viaggio di amicizia e di solidarietà con il popolo che nel 1979 ha dato vita a una straordinaria Rivoluzione, capace di liberare energie ed intelligenze, ponendo fine alla terribile dittatura dei Pahlavi.

La Rivoluzione è stata l’affermazione dei diritti sociali, casa, scuola, lavoro e ha permesso alle donne di diventare protagoniste del loro paese, rappresentando oggi, la maggioranza assoluta dei laureati e la metà dei dirigenti d’azienda e dei primari d’ospedale.

31 maggio ’14

Il coordinamento nazionale

Il SISA per la costruzione di un’alternativa solidale, capace di rendere i giovani protagonisti
SISA e giovani.doc
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L’autore percorre i territori postsovietici con l’intenzione di riannodare i fili del tempo e leggerli alla luce del presente, cercando di districarsi dentro l’incredibile matassa che avvolge il passato e il futuro in percorsi accidentati tra democrazia, partecipazione e diritti, a partire da quelli sociali, un tempo garantiti senza eccezione nel campo socialista e troppo spesso dimenticati, almeno in Occidente. Diritti sociali che sono parte fondamentale dei diritti umani. Le idee e le persone, i luoghi e gli incontri vanno allora a formare un mosaico di frammenti alla ricerca di un senso e di un significato, un mosaico che alla fine ci restituisce la storia, sia quella tumultuosa del Novecento, sia quella della vita delle donne e degli uomini di oggi, cittadini delle nazioni un tempo sovietiche.

In coda sono pubblicati tre saggi su alcuni concetti fondamentali della cultura sovietica degli anni ’30: la relazione col la religione, l’arte, l’emancipazione femminile, il socialfascismo.

 

chi è interessato al libro può contattarci a: sisascuola@libero.it

Stiamo costruendo il nostro domani
di Davide Rossi
DISCORSO DAVIDE ROSSI 11.4.14.doc
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EGUAGLIANZA
di Davide Rossi
verso la società dell’eguaglianza.doc
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Gabriel Garcia Marquez è nei nostri cuori

 

Amato Gabo,

ora è nostra l’eterna solitudine.

Ti abbiamo perso e ogni nostra emozione è oggi più triste, ma le tue parole, le parole dei tuoi romanzi, vibrano dentro di noi.

Tutto il SISA, e io con esso, ti ricordiamo con l’affetto che meritavi e che ci hai riconosciuto.

Ripenso al tuo sorriso quando, conversando insieme all’Avana, hai scoperto che abbiamo creato in Italia il Centro Studi “Anna Seghers”, dedicato a una donna, scrittrice, comunista e soprattutto tua amica.

Molti ti ricorderanno per il tuo scrivere profondo, affascinante, appassionato, ma nessuno deve dimenticare che è sempre stato militante e antifascista.

Grazie Gabo, che il cielo e la terra dell’America Latina siano l’abbraccio che ti accoglierà, come noi ti porteremo sempre nel nostro cuore.

 

17 aprile ’14 – 22.40

 

Davide Rossi

capire la CINA, importante intervento del segretario generale
CINA pace.doc
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IL SISA A FIANCO DELLA COMUNITA' MUSULMANA DI MILANO

È tempo di avere nella nostra città una grande moschea sul modello di tutte le grandi città europee, prima dell'Expo, la Moschea e il centro islamico per i milanesi.

 

12 marzo ’14

Davide Rossi

 

Segretario generale

Mai più

 

27.1.’45, un italiano del campo di concentramento di Auschwitz, Primo Levi, vede all’orizzonte due soldati a cavallo, con un grande berretto di pesante lana e una stella rossa nel mezzo. Così è la prima Liberazione, ne seguiranno molte altre. Donne e uomini, vecchi e bambini, comunisti e oppositori politici, civili e militari sovietici, uomini di fede, zingari ed ebrei, sterminati da una ideologia, quella nazi-fascista, che ha nel razzismo, nella diseguaglianza, nella prevaricazione le sue radici profonde.

A noi di vigilare perché mai più si ripeta.

 

27.1.2014 - Giornata della Memoria

Il coordinamento nazionale SISA

Il segretario generale Davide Rossi ha incontrato, in un lungo e proficuo colloquio, la dirigente MIUR Responsabile delle Relazioni Sindacali, dottoressa Caterina De Luca. Il SISA ha colto l’occasione per manifestare viva preoccupazione per la scuola pubblica da troppo tempo trascurata nelle intenzioni dei governi che si sono succeduti nell’ultimo ventennio.

 

18.1.’14

 

Il coordinamento nazionale

Il segretario generale del SISA Davide Rossi, anche nella sua qualità di Responsabile per la Lombardia e il Ticino del “Centro di Formazione e Ricerca don Lorenzo Milani e scuola di Barbiana”, ha avuto un cordiale e caloroso incontro con il cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificium Consilium de legum textibus, ovvero il Pontificio consiglio per i testi legislativi, tra i vari e molteplici temi affrontanti e approfonditi, la proposta di arrivare ad una edizione in lingua araba di “Lettera a una professoressa” del priore di Barbiana.

 

18.1.’14

 

Il coordinamento nazionale

CIAO MADIBA !
NELSON MANDELA
IL SISA piange NELSON MANDELA.doc
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15N '13 MILANO /SISA per il protagonismo studentesco

Europa e Italia, idee e proposte per il futuro
di Davide Rossi e Sergio Mauri
Europa e Italia, idee e proposte per il
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ROMA - BARBIANA 19 OTTOBRE SISA in lotta per dignità e futuro

18.10.13 SISA e sindacati di base in sciopero a Milano

Ius soli e ius studii, diritto al lavoro e al futuro Per queste ragioni il SISA torna in piazza 11 e 18 ottobre 2013 ore 9.00 Largo Cairoli - Milano
SISA 5.10.13.doc
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 “Il fine giusto è dedicarsi al prossimo.

Si ama con la politica, con il sindacato, con la scuola.”

       da “Lettera a una professoressa” - Scuola di Barbiana 

 

Nel 90° della nascita di don Lorenzo Milani, grande educatore che ci ha insegnato che non vi è nulla di più grave quanto fare parti eguali tra diseguali, che ha propugnato l’obiezione di coscienza contro ogni obbedienza cieca e stupida, che ha realizzato una scuola con i poveri e per i poveri, che ha sognato una chiesa francescana e un mondo giusto, esistono ancora donne e uomini che azzardano un cammino nel solco delle sue parole.

 

il segretario generale è disponibile a intervenire sul tema in tutte le scuole, per docenti e studenti, che chiedano il suo intervento a sisascuola@libero.it

 

 Si è spenta una stella

Emozione nel SISA per la scomparsa dell’iscritta Margherita Hack

 

Piccola, minuta, canuta, eppure luminosissima. È con dolore grande che apprendiamo di come una stella della laicità, della scientificità, dell’astrofisica, si sia spenta. Margherita Hack - da poco dopo la nascita parte del SISA - è stata nostra aderente e sostenitrice. Abbiamo lottano insieme per la piena dignità dei saperi scientifici, contro una cultura ancora troppo gentiliana, che ritiene grave non conoscere una poesia di Leopardi ma non ugualmente grave essere totalmente ignoranti ad esempio della rivoluzione solare.

Margherita ha guardato il cielo, ne ha scandagliato miliardi di stelle e le molteplici energie che lo governano e che sono ancora da capire e da studiare. Come Juri Gagarin di ritorno dal suo viaggio cosmico, ha affermato con forza che non vi ha trovato dio, certamente non quello poliedrico e multiforme che nei secoli si è dato l’uomo e che in ogni caso è profonda parte delle culture umane.

A lei, ancora una volta, va il nostro più forte, sincero, affettuoso e commosso abbraccio, ricordandola come sempre intelligentemente sorridente.

A presidenti della Repubblica ottusamente sordi alla voce dei cittadini, abbiamo ripetutamente chiesto la sua nomina a senatrice a vita, riuscendo sempre inascoltati.

Alla comunità scientifica internazionale chiediamo oggi di dare il suo nome a una stella, piccola e luminosa, come lei splendente. Siamo certi che loro ci ascolteranno.

Carissima Margherita, porteremo sempre con noi il tuo ricordo, faremo tesoro dei tuoi insegnamenti e ti rivedremo ogni volta che in una notte tersa potremo alzare lo sguardo, ritrovandoti nell’incommensurabile vastità del cielo.

 

29 giugno 2013

 

Davide Rossi

Segretario generale SISA

« A coloro che mi augurano la morte,

io auguro una lunga vita,

perché possano vedere

la Rivoluzione Bolivariana

continuare ad avanzare

di battaglia in battaglia

e di vittoria in vittoria. »

Hugo Chavez

 

Grazie Hugo


Il SISA ricorda con emozione il presidente Chavez e si impegna a sostenere il proseguimento del suo rivoluzionario lavoro per un mondo giusto e solidale

 

Era ancora l’altro secolo, il 1999, quando un popolo con pochi ricchi e un immenso numero di milioni di poveri ha iniziato a cambiare la propria storia e, in poco più di un decennio, quella dell’America Latina.

Chi prima viveva senza casa, lavoro, scarpe, medico e dentista, scuola, emarginato e ai margini, è diventato cittadino, ha riscoperto la propria dignità, annientata da una prevaricazione che datava dalla conquista spagnola e poi da secoli in cui i potenti avevano ridotto a oggetti e schiavi donne e uomini.

Mentre il cuore mio, nostro, piange disperato, per la perdita dell’uomo che questa nuova epoca ha forgiato con il suo entusiasmo, il suo lavoro, la sua determinazione rivoluzionaria, arde in tutti noi la certezza che queste grandi conquiste, questa nuova visione dell’uomo e della storia sudamericana, ovvero quella di una umanità mossa dai sentimenti di fratellanza, uguaglianza e solidarietà e non dal perverso sfruttamento dell’uomo sull’uomo, sia oggi una conquista consapevolmente irrinunciabile per i latinoamericani e allo stesso tempo per tutte e tutti coloro che, sotto ogni latitudine, si riconoscano nei valori della giustizia universale e non in quelli della prevaricazione mondiale dell’Occidente.

Hugo Chavez ha rappresentato tutto questo e molto di più.

Il SISA si stringe al popolo venezuelano e a ogni donna e a ogni uomo che con passione ne ha seguito il quotidiano lavoro, riconoscendosi nel suo slancio umano, umanitario e socialista.

Sappiamo che i venezuelani, i latinoamericani, i rivoluzionari di ogni parte del pianeta sono da oggi ancor più impegnati a proseguire e difendere le grandi conquiste costruite dalla volontà al contempo sognante e concreta del grande erede di Simon Bolivar.

Hugo Chavez, amico, compagno e fratello, non c’è più, eppure sentiamo vibrare forte la sua presenza a fianco di chi, come noi, prosegue l’irrinunciabile cammino verso quell’orizzonte di uguaglianza che ci appare indispensabile se si vuole provare a dare un futuro, necessariamente eco-compatibile, alla terra e alle donne e agli uomini che la abitano.

Caro Hugo, ti abbracciamo, ancora una volta, certi che il calore delle tue idee sarà indelebile compagno della nostra vita, perché noi ti abbiamo voluto bene, ti vogliamo e ti vorremo sempre bene.

 

5 marzo 2013

 

Davide Rossi

Segretario generale SISA

È in corso la sesta estinzione di massa della storia del pianeta, ha tutte le caratteristiche per essere la più terribile, ma non se ne vuole parlare, il SISA chiede si apra il dibattito nelle scuole
SISA 21.3.12.doc
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Ieri, oggi e domani il SISA sarà insieme al movimento NoTav

NELLA MONTAGNA C'è L'AMIANTO

SE SI SCAVA SI MUORE, PERCHè IL MESOTELIOMA è UN TUMORE INCURABILE E LE POLVERI D'AMIANTO TERRIBILI

Siamo stati in questi anni in Val di Susa e abbiamo imparato che le ragioni delle donne e degli uomini della valle sono giuste, è sufficiente utilizzare la rete ferroviaria esistente e la presenza, accertata, di amianto è pericolosa per tutti, nella valle come nella pianura padana. Solidarietà con quanti sono scesi oggi in lotta. 

19 gennaio 2009 - 26 giugno 2011 - 3 luglio 2011 - 20 febbraio 2012

contro ogni razzismo
ricordando Etta James.doc
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Atene muore e l’Europa forse brucia
Solo i popoli possono salvarsi, se faranno presto e da soli
di
Davide Rossi
Segretario generale SISA
Atene muore - SISA 30.11.11doc.doc
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  LIEVI VERSO IL CIELO.....

perchè anche il cielo ci appartiene!

LA TECNICA DELLA SCUOLA INTERVISTA IL SISA
scarica, leggi e diffondi l'importante intervista della TECNICA DELLA SCUOLA al segretario generale del SISA Davide Rossi, comparsa sul numero cartaceo della rivista del 5 maggio 2011
LA TECNICA della SCUOLA intervista il SI
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Nessuna bocciatura degli studenti per assenze civiche
Nessuno può bocciare uno studente per aver partecipato ad una manifestazione o ad una occupazione!! il SISA tutela gli studenti
SCARICA E AFFIGGI IL COMUNICATO NELLA TUA SCUOLA
SISA.25.5.11.doc
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PIAZZA TAHRIR il Cairo
PIAZZA TAHRIR il Cairo

SIAMO TUTTI CAIROTI !

il SISA col popolo egiziano in lotta per la costruzione di una nuova nazione, libera e partecipata!

 

MIDAN TAHRIR EGYPT REVOLUTION 10/13.2.2011

IN

FOTO

ampio resoconto per immagini

 

i video dalla Rivoluzione egiziana

in

http://www.youtube.com/user/EgyptMidanTAHRIR

 

Il SISA contro ogni razzismo

 

Noi crediamo che ogni donna e ogni uomo meritino rispetto e il pieno riconoscimento di quanto sta scritto nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, a prescindere dal fatto che vivano nella terra in cui sono nati o migrino.

Loro credono che i diritti debbano averli solo gli italiani del nord, che chiamano padani, forse perché la parola lombardi ricorda i longobardi, che sono migrati a Milano quindici secoli fa, ma pure i veneti sono migrati dall’est secoli prima e così hanno preferito inventare una nuova parola che non è mai esistita, per cercare di dimenticare che la storia è sempre stata il racconto di donne e di uomini che migrano.

Noi crediamo che tutte le religioni, anche quella islamica, con le moschee e con i minareti, vadano rispettate e che i luoghi di culto vadano costruiti, crediamo ugualmente che meritino rispetto coloro che una religione non ce l’hanno o credono che la vita finisca qui, su questa terra.

Loro credono che ci si debba schierare con gli integralisti cattolici, brandire croci come spade, portare i maiali a passeggio dove si devono costruire moschee e nello stesso tempo inventano il dio Po, quando poi il fiume manco lo rispettano, perché è tra i più inquinati d’Europa.

Noi crediamo che le donne africane siano persone come noi.

Loro credono che si debbano disinfettare i sedili dei treni dove queste donne si siedono.

Noi crediamo che sul tram e in metropolitana possiamo sederci gli uni accanto agli altri.

Loro credono che dovrebbero esserci i vagoni separati, come ai tempi della segregazione razziale negli Stati Uniti e in Sudafrica.

Noi siamo amici dei popoli rom e sinti.

Loro raccolgono firme per costringere rom e sinti ad andarsene.

Noi chiamiamo ogni discriminazione con il nome di razzismo e di xenofobia.

Loro chiamano il modo in cui si comportano difesa dei valori e del territorio.

Noi siamo italiani, ma ci sentiamo anche cittadini europei e del mondo e ci piace conoscere e capire anche chi viene da lontano.

Loro si sentono bene solo quando sono tra loro, dicono, fanno e pensano le stesse cose.

Noi vogliamo che i ragazzi che si chiamano Mohammed, Liuba, Carlos, che sono nati e hanno studiato in Italia possano diventare subito cittadini italiani.

Loro credono che il paese di Mohamed, Liuba, Carlos non sia quello in cui sono nati e in cui hanno studiato, ma quello dei loro nonni e vorrebbero cacciarli dall’Italia.

Noi amiamo la Costituzione della Repubblica Italiana, la rispettiamo e la vorremmo vedere applicata.

Loro dicono con disprezzo che è “roba da negri”, non la conoscono, non la rispettano e non vogliono assolutamente applicarla.

Noi crediamo nella forza della ragione.

Loro credono nella ragione della forza e organizzano le ronde.

Noi vogliamo che siano riconosciuti i diritti civili degli omosessuali.

Loro sono contro gli omosessuali.

Noi vogliamo una scuola multiculturale in cui i saperi si costruiscano insieme.

Loro vogliono la scuola padana - anche se poi non si capisce bene cosa sia - e le classi separate per gli stranieri.

Noi siamo per la pace.

Loro sono per le cosiddette “missioni di pace”che si fanno con le armi e in cui si muore e si uccide.

Noi sappiamo che il futuro è difficile e lavoriamo per costruire una società aperta, fondata sul dialogo, sul rispetto e sulla partecipazione.

Loro sanno che il futuro è difficile e lavorano per far crescere nella società l’odio e la paura, la violenza e l’intolleranza.

Per queste e per molte altre ragioni il SISA, Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente, www.sisascuola.it c’è.

 

4 marzo ’10

Davide Rossi

segretario generale

SISA in lotta per l'ambiente e una nuova cultura ecosostenibile
intervento del segretario generale del SISA Davide Rossi sui temi ecologici e ambientali in occasione dell'apertura del vertice di Copenaghen
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incontro tra il Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela Hugo Chavez e il segretario del SISA Davide Rossi
incontro tra il Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela Hugo Chavez e il segretario del SISA Davide Rossi